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www.ildialogo.org I cattolici: una minaccia per la democrazia,di Walter Peruzzi

I cattolici: una minaccia per la democrazia

di Walter Peruzzi

Dopo che Silvio Berlusconi è riuscito a comprarsi il voto di fiducia della Camera, le alte gerarchie cattoliche si sono precipitate a dargli il loro sostegno in nome dei “valori” e della “stabilità”.

Berlusconi garantisce il crocifisso

Il primo è stato Ratzinger che il 17 dicembre, ricevendo il nuovo ambasciatore italiano presso la Santa Sede, ha espresso “apprezzamento al Governo italiano” per essersi opposto al “tentativo di eliminare dai luoghi pubblici l’esposizione dei simboli religiosi, primo fra tutti il Crocifisso”.

Tale condotta, secondo Benedetto XVI, corrisponde “a una corretta visione della laicità” perché il crocifisso ”è certamente l’emblema per eccellenza della fede cristiana, ma allo stesso tempo, parla a tutti gli uomini di buona volontà e, come tale, non è fattore che discrimina”.

Ovviamente buon senso e logica vorrebbero che a dire se il crocifisso parla o no a tutti gli uomini di buona volontà fossero gli interessati e non il papa al posto loro. Ma logica e buon senso, si sa, non sono di casa in Vaticano.

tutela i “valori”

E il problema non è solo questo. Il problema è che Ratzinger trova il tempo di elogiare il governo per l'esposizione dei crocifissi nelle scuole mentre non trova il tempo di criticarlo per aver esposto i richiedenti asilo eritrei alla tortura e alla morte con i respingimenti in mare, o per aver esposto alla disoccupazione e alla precarietà milioni di giovani.

Posizione tuttavia ben comprensibile dato che né la “solidarietà”, né la “accoglienza”, né “la lotta alla corruzione”, né la “giustizia” rientrano per la Chiesa fra i valori “non negoziabili” che tutti i governi, di destra o di sinistra, devono difendere, mentre vi figurano “la vita, la famiglia, la libertà di educazione e ancor prima quella religiosa” (/crocifisso incluso). Tale è infatti l'elenco enunciato dal cardinal Bagnasco nell'intervista a “La Repubblica” del 19 dicembre scorso, e ripetuto a fine anno, insieme al valore supremo della “governabilità” (cioè non far cadere Berlusconi).

...e assicura la stabilità

Anche Ruini è d'accordo, come mostra il suo elogio della “stabilità” nell'intervista data al “Corriere della sera” la notte di Natale. A chi gli chiedeva se i centristi cattolici (UdC) potrebbero contribuire alla stabilità, Ruini ha risposto sornione: “La stabilità è certamente un bene per il Paese. Quindi è opportuno che ogni forza che può farlo contribuisca”. Chi ha orecchie per intendere, intenda (ossia: Casini capisca che è bene per il paese separarsi dal “laicista” Fini, come suggerito da “Avvenire”, e correre in aiuto a Berlusconi, in nome dei famosi valori non negoziabili).

Per chi avesse ancora dubbi sulle simpatie del cardinale, Ruini avverte che non ama “dare giudizi pubblici sui comportamenti privati delle singole persone” (toh!, sul comportamento di Welby che rivendicava il diritto a morire con dignità il cardinale aveva eccepito; su quello del Caimano che candida nelle sue liste le escort con cui va a letto, Ruini ”non ama” invece mettere becco).

E alla domanda “L' espansione della Lega la preoccupa?” il cardinale risponde: “Non credo sia da collegarsi a una volontà separatista, ma più che altro a una rivendicazione delle autonomie locali e in genere di concretezza”. Anche lui è assolutorio, come Fisichella, e neppure si accorge dei barconi di profughi respinti, mandando i loro occupanti a morire nel deserto libico.

Quando si dice essere uomini, anzi cardinali, di fermi e cristiani principi.

Chiesa di regime

La Chiesa, fautrice per anni di Berlusconi, ma incerta o tentennante nella difesa del suo governo e pronta a cambiare cavallo quando pareva inevitabile il tracollo, torna dunque ad appoggiarlo. Come fece nei confronti di Mussolini dopo il delitto Matteotti, quando “fiutò” che il Cavaliere (quell'altro) sarebbe rimasto in sella.

Anche oggi le ragioni della Chiesa non sono difficili da capire. Un governo appeso a un filo - specie se il filo si chiama Casini, che il Vaticano ha molte possibilità di tirare dove vuole - è disposto a dare alla Chiesa, in cambio di un “aiutino”, tutto quel che domanda e anche più. E' una occasione da non perdere, nel quadro di un do ut des che dura da duemila anni, per gente di provata e sicura immoralità come papi, vescovi e cardinali.

Niente di nuovo, dunque, nella storia dei rapporti fra Chiesa e governo italiano, fra Chiesa e potere. C'è solo la conferma del ruolo della Chiesa, come “sponda” essenziale per i regimi autoritari e per le dittature, e del ruolo nevralgico di una battaglia per la laicità dello stato.

Ma i cattolici “buoni”?

Ma sarebbe anche il caso di chiedersi e di cercar di capire anche qual'è, in questa partita, il ruolo dei cattolici “progressisti”, “democratici”, o “buoni”, che dire si voglia.

Hitler, Berlusconi e Bossi sono certo avanzi di galera. Ma chi li ha eletti non è innocente. Ciò vale anche di più nel caso del papa che, come diceva Stalin, non ha “divisioni”. Non ha le squadraccie di Hitler o i media di Berlusconi con cui ingannare o “convincere” gli elettori. Ha soltanto il dogma dell'infallibilità, buono forse per le vecchine analfabete, ma cui certo non crede – specie in materia di politica - un plotone di preti e di laici che potrebbe quindi invitare il “gregge”a rivoltarsi contro le “guide cieche”. Anzi, costringerle a calci in culo alle dimissioni. Potrebbero fare un gran bordello, mettere a soqquadro le parrocchie, predicare o volantinare contro il papa alle Sante messe.

Perché non lo fanno? Perché i cattoli”buoni”, i “famigliacristiana”, i “paxchristi”, i “mosaicidipace” e compagnia cantando (con le isolate e ininfluenti eccezioni di qualche prete o laico che scrive su Miromega, sul Manifesto o su semisconosciuti siti internet), invitano fratelli e sorelle a manifestare contro la guerra il razzismo la mafia, ma mai contro quell'associazione, la Chiesa cattolica, della quale loro stessi fanno parte, magari come ministri del culto? Perché arrivano anche ad attaccare Berlusconi, ma mai la gerarchia e il papa che lo sostengono? Perché non vanno al di là della critica indiretta, una specie di mugugno che non disturba granché il manovratore?

Portatori d'acqua del Vaticano

E' forte il sospetto che si tratti di un osceno gioco delle parti, che i cattolici “buoni” manifestino a favore delle giuste cause proprio per suscitare reazioni di consenso verso la religione cattolica da parte dei non credenti creduloni, cioè per dare una copertura a sinistra al cattolicesimo e di riflesso, piaccia o no, al Vaticano. In ogni caso, quali che siano le intenzioni, il ruolo dei cattolici “buoni” è stato e seguita ad essere quello di portatori d'acqua, messi ai margini fino a quando l'opportunità di mutare casacca non consiglia alla Chiesa di esibirli e usarli come apripista per il “nuovo corso”.

“La Chiesa”, tuonano i laicisti, “è stata contro l'unità d'Italia, reazionaria”. “Ma cosa dite mai, non vi ricordate dei cattolici liberali?” “La Chiesa si è schierata col fascismo”, affermano i rossi. “Ma cosa dite mai, non vi ricordate il contributo alla resistenza delle brigate partigiane cattoliche?” E in effetti, mentre vescovi e parroci erano impegnati a strappare dalla tonaca i compromettenti simboli del fascio, non mancavano i cattolici “buoni” che morivano per preparare il terreno cosicché, caduto il fascismo, la democrazia rinascesse, almeno, come Democrazia cristiana...

Oggi le cose non vanno diversamente. Ruini Bagnasco Ratzinger guidano le danze pro Berlusconi e Bossi. Casini, con mossette pudiche, sta al ballo. La Bindi ci soffre. E gli eroici “progressisti” di frontiera parlano d'altro – di pace, di accoglienza, di mafia, anche di come è brutto Berlusconi. Di quanto serve a far credere che i cattolici amano gli “ultimi”, anche se la “loro” Chiesa banchetta coi “primi”. Così, digiunando oggi al posto di papi, vescovi e cardinali, i cattolici “buoni” assicurano loro lauti banchetti ancora per molti anni a venire.

La morale della favola

In conclusione, la battaglia per la laicità dello stato e per una minor intrusione delle alte gerarchie cattoliche nella vita politica è oggi non solo una battaglia per diritti marginali che interessano solo piccole minoranze (come troppo spesso si crede) ma una battaglia indispensabile per difendere la vacillante democrazia del nostro paese. E il nemico da combattere non è solo la Chiesa ma proprio i cattolici come tali, anche quelli “buoni”, ottusi e servili papisti, vittime ma anche veicolo di una fra le più nefaste e mortifere ideologie della storia.

Walter Peruzzi

http://www.cattolicesimo-reale.it/



Luned́ 03 Gennaio,2011 Ore: 07:06
 
 
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