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www.ildialogo.org Per amore di Genova Centro Est non taceremo,di Paolo Farinella

Per amore di Genova Centro Est non taceremo

di Paolo Farinella

[pubblicato su la Repubblica/Il Lavoro (locale) domenica 19 dicembre 2010, p. XVIII con il seguente titolo: «Mugugno libero e decenza urbana: così sopravvive il centro storico»]

Venerdì 10 dicembre 2010, la Sindaco di Genova, Marta Vincenzi, ha presentato il suo libro «38+una», un regalo a Genova in occasione del prossimo Natale. Dice la Sindaco che se avesse voluto fare una dedica, avrebbe scritto: «Genova, ce la farai sempre, però smettila di mugugnare», dimostrando così di conoscere poco e male i Genovesi. Chiedere, infatti, a Genova di smettere di mugugnare, sarebbe come chiedere all’acqua di non essere bagnata, specialmente se il mugugno è ormai l’unica cosa «gratis» che c’è rimasta. La Sindaco si appresta ad aumentare i biglietti dell’autobus penalizzando i tartassati per vocazione: reddito fisso, dove c’è, i precari, i saltuari, i pensionati, i disoccupati, cioè la maggior parte di coloro che trascorrono la giornata a viaggiare per cercare il mercato più conveniente, un lavoro che non si trova, un pezzo di pane che non c’è. Avremmo preferita che la «una» si fosse distinta dai «38» con un colpo di genio, una virata di bordo, magari con una mossa «da sinistra», invece di attestarsi solo al pareggio di bilancio con politiche economiche che qualsiasi destra farebbe allo stesso, identico modo.
                Il Comune sta licenziando gli psicologi consulenti dei distretti e dei consultori, ma mentendo sapendo di mentire, usa la politichetta berlusconista della menzogna, negando sempre, anche l’evidenza. Dice che le consulenze delle famiglie povere e specialmente dei bambini che hanno bisogno di sostegno psicologico non subiranno conseguenze, ma io sfido il Comune a dire come eviterà le conseguenze se si tagliano i consulenti. Ancora una volta, saremo noi privati a doverci fare carico delle inadempienze di legge dell’Amministrazione che si sta scavando la fossa da sola e anche alacremente. Qualche settimana passata, su la Repubblica del 28-11-2010 scrissi un articoletto sulle Associazioni formative e artigianali che non trovano spazi in Centro storico, mentre spopolano le birrerie e le pizzerie. L’assessore Scidone mi telefona per chiedermi un incontro a San Torpete. Fissiamo la data e l’ora, ma l’assessore non si è visto. Passò il pomeriggio, fu sera e fu mattina e nemmeno una telefonata di cortesia. Ancora oggi aspetto un segnale. Se questo è il livello di comunicazione del Comune, beh! credo che fin d’ora ci possiamo augurare una serena buona notte con tanti sogni d’oro e decotto di camomilla o fiori di finocchio.
                In Genova Centro-Est ci stiamo organizzando in un consorzio di associazioni, esercenti, privati e amanti del Centro storico. Raccogliamo firme, un vero referendum che farà versare lacrime e sangue in Comune, in Regione e dove sarà necessario. Non è più tempo delle parole, che ormai galleggiano morte sul mare dell’incapacità di progettare un Centro storico vivibile di giorno e tranquillo di notte. Chi ama il Centro Storico può firmare presso le varie associazioni (Ass. Centro Est, Civ di Sarzano-Sant’Agostino e di San Bernardo, ecc.). In San Torpete la raccolta delle firme è continua dal martedì al venerdì dalle ore 15,30 alle ore 18,00. Chi vuole può mandarci anche una email di adesione. Siamo stanchi di vedere il Comune ricattato e condizionato da due o tre locali ammanigliati e da qualche associazione potente come l’Arci che ha perso per strada il proprio ideale cooperativistico per diventare solo una macchina economica di mercato capitalistico che riesce a condizionare anche la politica. Noi ci stiamo preparando alle prossime elezioni e nel Centro Storico vogliamo giocare direttamente e non più per interposte persone che brancolano nel buio, avendo smarrito la bussola maestra dell’interesse della Città a beneficio di qualche ingrassatore. «38+una» sindaci sono passati e il Centro storico è ancora qui, morente, ma vivo e vincerà, continuando a mugugnare, perché solo il mugugno ci resta come ultimo scampolo di democrazia e di decenza urbana.



Giovedì 23 Dicembre,2010 Ore: 07:37
 
 
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