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www.ildialogo.org Il compleanno di Ruby rubacuori e l’impegno civile dei ragazzi del Klee,di Paolo Farinella

Il compleanno di Ruby rubacuori e l’impegno civile dei ragazzi del Klee

di Paolo Farinella

[pubblicato su la Repubblica/Il Lavoro (locale) domenica 21 novembre 2010, p. XXVI]
Come se niente fosse, la pulzella Ruby, nipote marocchina dell’egiziano Mubarak affidata alle amorevole cure del priapo di risulta, Silvio Berlusconi, pare che abbia eletto Genova come sua patria mondana. Va e viene in «ferrari» rosso fuoco, è circondata da ammiratori e paparazzi, frequenta luoghi da bollitura di cervelli, raggiungendo il suo scopo: essere famosa e al centro di quel mondo che come la sta innalzando, con la stessa fretta la butterà in un vicolo. Nello stesso tempo in cui spegneva le candeline, in salita delle Battistine a Genova, al liceo Paul Klee gli studenti da giorni proclamavano l’autogestione della scuola, cercando di contemperare la didattica con l’impegno civile di opposizione alla dittatura belusconista che, per mezzo della insipiente ministra Gelmini, intende chiudere la scuola pubblica e sviluppare quella privata. Sono stato invitato dagli studenti a passare mezza giornata con loro, discutendo di ideali, costituzione, diritto allo studio e al lavoro. Non ho visto lo straccio di un giornalista che desse voce al meglio della società e della nostra città; tutti erano intendi a fotografare e intervistare Ruby, «il nulla che balla sul vuoto» perché è riuscita ad entrare nel recinto delle prostitute di Berlusconi. Brutto segno!
Al Paul Klee ho visto ragazzi vivi e figli di immigrati che hanno sudato per avere il permesso di soggiorno, indispensabile per fare studiare i figli; a Ruby il ministro degli interni, il leghista Maroni, immagino per rispetto a Mubarak, ha concesso in due più due otto il permesso, nonostante fosse stata colta in flagranza di furto, senza documenti e senza permesso. Non erano i leghisti e Berlusconi che in nome della santa sicurezza urlavano che bisognava rispedire a casa loro gli «extracomunitari» senza permesso di soggiorno, vincendo anche le elezioni? I disgraziati della gru di Brescia, sfruttati e derubati da italiani hanno trovato la polizia pronta a rispedirli al loro paese, mentre per la puttanella nel giro delle prostitute del presidente del consiglio, trova un carabiniere con il timbro già in mano per consegnare l’agognato foglio con tante scuse per il ritardo. Maroni fa gli sciacqui con «il rispetto della legge» che vale solo per i poveri, ma non per la cricca del debosciato Berlusconi e per quella leghista.
Le studentesse e gli studenti del Paul Klee, protestano per i tagli alla scuola e difendono la dignità di uno dello Stato, compromesso e vilipeso da un governo e da una maggioranza senza storia e senza intelligenza. Essi sulla filigrana del discorso del presidente Napolitano mettono a nudo la mancanza di un disegno non solo strategico, ma addirittura tattico. Entrando in scuola ho provato un disgusto misto a rabbia: non è possibile che i nostri figli siano preparati alla vita di domani in un ambiente cadente e derelitto: ciò che dovrebbe essere il «tempio della cultura» è soltanto una topaia, sigillo sulla decadenza di un governo che fa crollare il patrimonio più straordinario che abbiamo come Pompei da un suo rappresentante (Zaia, urca che cultura!!!!) definito «quattro sassi».
La Gelmini, frequentatrice abituale delle ville del padrone e cattolica osservante, risponde aumentando i contributi alle scuole private in maggioranza cattoliche, senza alcuna coerenza logica ed economica perché una ministra che finanzia la concorrenza penalizzando la sua azienda culturale è destinata al manicomio criminale. Anche io ho un sogno: che il presidente della Cei, cardinale Bagnasco, respingesse i finanziamenti che di fatto vanno alle famiglie abbienti e dichiarasse che la Chiesa italiana esige il finanziamento della scuola pubblica, diritto costitutivo delle figlie e dei figli di famiglie non abbienti per le quali la Repubblica è orgogliosa di «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale» (Costituzione, art. 3) per consentire al «futuro» di «salire in cattedra».


Giovedì 25 Novembre,2010 Ore: 15:19
 
 
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