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www.ildialogo.org L’Italia a pezzi, il popolo con le pezze,di Paolo Farinella, prete

L’Italia a pezzi, il popolo con le pezze

di Paolo Farinella, prete

[pubblicato su la Repubblica/Il Lavoro (locale) domenica 17 ottobre 2010, pp. XV: «Acquasola, un ato di governo, ma ora ripensate anche la gronda»]
Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Ormai la demenza governativa e la vergogna collettiva galoppano a briglie sciolte e sembra che nessuno riesca a metterci un freno. In Liguria (Varazze e Sestri Ponente) basta una pioggia un po’ più decisa che è già alluvione. I danni sono enormi: dietro quei volti infangati che appaiono smarriti alla tv vi è una vita di lavoro e di sacrifici spazzati via in un batter d’ali. Ci si augura che lo Stato e la Regione, senza tante storie, non facciano programmi e progetti, ma diano i soldi direttamente alle singole famiglie o imprese che sapranno spendere meglio, presto e senza sprechi. Oggi in tutte le chiese della diocesi, su iniziativa del cardinale Bagnasco si fa una raccolta straordinaria come segno di partecipazione e di vicinanza. Intanto Bossi affonda sempre più negli scandali di corruzione e di malversazione e non trova di meglio che farsi imboccare a Roma dalla Polverini e da Alemanno. Per mettere una pezza sui «Romani porci» e su «Roma ladrona» è sufficiente fare i cretini con il gioco dell’aereo come si fa con i neonati che non vogliono mangiare: una pajata per i «porci romani» … a-a-a-amh; e una per «Roma ladrona» … a-a-a-mh!; e intanto Bossi mangia a quattro palmenti con figlio incorporato.
Contemporaneamente al magna-magna romano, l’emblema dell’Italia corrotta, il «Cesare» dell’evasione fiscale, l’«Augusto» delle società Off-shore, tale Silvio Berlusconi, esausto per il circuito di Montecarlo, va a riposarsi nella dacia del suo sodale kgb, Vladimir Putin: tra comunisti ci s’intende. L’Italia rotola sempre più in basso, i disoccupati raggiungono la ragguardevole cifra di circa dieci milioni, senza contare precari, cassintegrati e chi ha già rinunciato a cercare lavoro e il «Cesarotto» si diverte insultando non solo gli alluvionati e i terremotati di Abruzzo, ma anche la maggioranza degli Italiani che egli ha impoverito con le sue politiche «liberali»: se dovesse lasciare il governo non saprebbe dove andare visto che di ville ne ha una ventina. Per la cronaca, domenica 10 ottobre a Murta nell’entroterra genovese, la popolazione che verrà segata dalla «gronda» si è riunita con l’orchestra del Teatro Carlo Felice per difendere l’unica casa che hanno ereditato da generazioni perché il progresso e la crescita esigono sempre il sacrificio di chi è sempre sacrificabile.
L’amministrazione comunale di Genova sembra intenzionata (non dire gatto se non l’hai nel sacco!) a revocare l’autorizzazione per la distruzione del parco Acquasola in pieno centro cittadino e quindi no al mega posteggio speculativo. Questo è un atto di vero governo che si mette dalla parte delle ragioni dei cittadini che difendono la qualità della vita e la loro dignità di sovrani. Ci saremmo aspettati che la stessa amministrazione fosse stata dalla parte della popolazione che non vuole «quella» gronda non per capriccio, ma per sopravvivenza. Perché è più importante devastare un territorio e distruggere case e storia che non difendere la terra e la propria abitazione? Chi dice che la gronda è un «bene comune» e le case e gli orti no? Perché è più importante fare transitare camion su gomma e non difendere ferrovie e sentieri per salire la collina a piedi? Ecologismo? Infantilismo? Se anche fosse, sappia l’amministrazione e meditino gli speculatori che chiunque cozza contro il popolo si rompe sempre le corna.
Nessuna politica può reggere contro il popolo: vale per la gronda, vale per il centro storico notturno, ormai prateria di un gruppetto di ubriachi e di cui si è parlato con la sindaco Marta Vincenzi mercoledì 13 ottobre a Castello. Le chiacchiere vuote dipinte di mascara le lasciamo a Berlusconi e alla sua mandria plaudente e corrotta perché gli asini si strigliano con gli asini: «Asinus asinum fricat» dicevano i Romani quando non erano ancora porci.


Giovedì 21 Ottobre,2010 Ore: 12:05
 
 
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