- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (274) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Dalla FRancia all’Italia passando per Genova, la città dei diritti,di don Paolo Farinella

Dalla FRancia all’Italia passando per Genova, la città dei diritti

di don Paolo Farinella

[pubblicato su la Repubblica/Il Lavoro (locale) domenica 5 settembre 2010, pp. I e V con il titolo: «La dignità dei Rom calpestata dalla destra e il buon esempio della Valbisagno»]
Il governo francese, cugino monovulare di quello italiano, ha dichiarato guerra a Rom e Sinti (zingari è nome spregiativo inventato nel secolo scorso) in vista delle elezioni per accaparrarsi una mangiata di destra. A Roma, il sindaco bacia-pantofole pontificie, Alemanno, rade al suolo i campi Rom che sono indecenti e li sposta sempre più in là. Il Vaticano ha fatto capire «in francese», la lingua diplomatica del passato, che certe cose non si fanno. Visto però che si è scomodato il papa ed era già alla finestra, poteva anche dire due parole più forti e non solo «alludere». Avremmo voluto sentire altre parole, come per esempio: «Sono immorali i governi che siedono nella UE e fanno pulizia etnica dei loro stessi popoli. L’Italia ha un governo che un giorno sì e l’altro pure fa i gargarismi con «le radici cristiane», vuole l’Europa cristiana e poi tratta i Rom come topi, appalta le stragi di masse di immigrati alla Libia, accoglie come profeta il dittatore Gheddafi  il capo del governo italiano che si prostra al servile baciamano. Chi fa queste stragi non è diverso da Milosevic & C. accusati di genocidio. Una civiltà cessa nel momento in cui stacca la spina della memoria: 500 mila Rom nei forni crematoi con la complicità dei fascisti, antenati del sindaco di Roma. Dimenticare questa realtà è l’inizio della morte della civiltà occidentale, se mai ne è esistita una».
Poiché non possiamo stare alla finestra e non possiamo solo indignarci, inviterò i Rom di via Adamoli nella mia chiesa dove ascolteremo la loro cultura, le loro voci, i loro cuori, i loro bambini, il loro dolore, la loro speranza, il loro disgusto per una nazione che continua a dichiararci civile e cristiana e invece è solo latitante, berlusconista, leghista, xenofoba e prossima alla dissoluzione. Negare il diritto ad un solo Rom, significa uccidere la civiltà nel suo insieme e condannare i propri figli al sopruso e alla illegalità. I Rom sono sempre i primi della lista colpevoli di ogni evento eversivo e le accuse ingiuste e false cadono come pioggia torrenziale: rubano ovunque, anche i bambini. Se un genovese senza casa, senza lavoro, affamato, con figli da sfamare, rubasse alla grande,  la morale cattolica lo assolverebbe perché «in stato di necessità»: chi ruba per sfamarsi non commette delitto.
La Valbisagno in Genova è un modello esemplare di diritti, civiltà e integrazione, attraverso la presenza civile di Umanità Nuova, Opera Nomadi, Sant’Egidio, il regista Pino Petruzzelli e le Associazioni di Volontariato di Molassana e Prato. Tra loro, eccellono come fari nella notte, Giusy Giani e Giordano Bruschi, veri profeti e tutori degli ultimi: con la loro laicità nutrita di Costituzione, molto hanno da insegnare a cardinali, vescovi e preti. Da questa pagina di Repubblica desidero dire che essi insieme al responsabile del campo Nomadi di via Adamoli, Ismet Cizmic, sono un onore per la Città perché sono il segno che dove l’incontro è privo di pregiudizi e carico di serietà, l’integrazione è acqua fresca che scorre per dissetare chiunque voglia un sorso di vita e di autentica civiltà.
In questa settimana, a Genova, avviene la kermesse di tre giorni «La notte bianca» che a differenza degli altri anni coinvolge tutta la città. Capisco le ragioni di questo evento, anche se mi sento estraneo ad esso. Sabato 11 settembre in piazza delle Vigne per iniziativa del Prof. Nando Dalla Chiesa vi sarà anche un momento dedicato ai diritti, con interventi e spettacoli. Io dedicherò lo spazio a me riservato ai Rom, gli ultimi nella scala sociale, i primi nel cuore di Dio secondo la tradizione di Gesù e del suo Vangelo. La Valbisagno riscatta la nostra città, ma forse la nazione tutta, perché ci apre alla prospettiva che con i Rom si può stare e mangiare insieme. Appuntamento con i Rom a San Torpete in piazza San Giorgio sabato pomeriggio 6 novembre, alle ore 16,30. In nome del Diritto.


Giovedì 09 Settembre,2010 Ore: 12:07
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Politica

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info