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www.ildialogo.org MODENA TERRA DI MOTORI,di Beppe Manni

MODENA TERRA DI MOTORI

di Beppe Manni

dalla Gazzetta di Modena domenica 20 giugno 2010
Modena “Terra di Motori”: ha ricordato i 100 anni della nascita di Vittorio Stanguellini grande artigiano della macchina. La facoltà di ingegneria meccanica è stata intitolata il 15 giugno a Enzo Ferrari.
La nostra città con Ferrari, Maserati è la terra della meccanica, dell’artigianato e dell’invenzione. Dietro ad una lucente Ferrari c’è una lunga schiera di anonimi meccanici, tornitori, lamieristi e tappezzieri che dagli anni 50 hanno lavorato, provato, inventato. Non avevano computer né ingeneri che sperimentassero compressioni e tenuta dei materiali. Avevano alle spalle cento anni di maestranze che a partire dal fabbro, tornitore, lamierista, inventando, provando e confrontandosi con i colleghi, costruivano pezzi meccanici e marchingegni, macchine e motori sempre più perfetti.
Ci vorrebbe la penna del poeta per cantare l’epopea della loro intelligenza e delle loro mani magiche che con martello, pinze e forgia; tornio fresa e trapano; compivano miracoli. Se si fosse fatta la radiografia del loro cervello e del loro cuore avresti visto ingranaggi, bielle e pistoni. Sono i nipoti degli artifices che costruirono il duomo con i suoi marmi lavorati, le pulegge e carrucole, inferriate e cancelli. Cassapanche, porte e forzieri.
Artigiani ed artisti erano la stessa cosa. Come Galileo e Leonardo si facevano gli strumenti da lavoro, disegnavano i progetti e inventavano le loro macchine, per esplorare l’insondato. Costruivano gli ingranaggi dei mulini e di una serratura, di un carro agricolo e di una trebbiatrice, di una carriola o di un trattore Landini. Di una Ferrari o di una pompa. A Modena gli artigiani hanno perfezionato o inventato il variatore, la pompa centrifuga, l’oleodinamica, la macchina per imbustare le figurine, il seggiolino delle auto da corsa, la bomboletta spray.
Era il tempo d’oro degli inventori. Il cuore e il cervello di questa rivoluzione furono il Villaggio Artigiano di Modena Ovest e l’Istituto Tecnico  Corni.
Ma le capacità manuale e le abilità tecniche trasmesse per secoli attraverso bravissime maestranze stanno scomparendo.
In “Maestri Artigiani” del 2009 sono state raccontate le storie delle sessanta botteghe artigiane del centro storico di Modena. Solo cinquanta anni fa erano duecentocinquanta: falegnami e fabbri, sarti e tappezzieri, doratori e intagliatori, orologiai e orefici, legatori e liutai. Oggi sono rimasti pochi orefici, tappezzieri, restauratori, rilegatori; un doratore, un ceramista, un liutaio, una sarta. I maestri artigiani non trovano il garzone che continui il mestiere. La macchina che moltiplica all’infinito clonando un disegno nella memoria di un computer, ha ucciso l’opera preziosa delle mani dell’uomo e della donna. Rimane il manufatto dell’artista o dell’hobbista. O il recupero folcloristico degli antichi mestieri nelle fiere paesane.
In che modo ridare alle mani dell’uomo la sua eterna e preziosa funzione di inventore e costruttore di cose belle, affinché possa contemplare la sua opera con gioia come Dio nella fresca alba del settimo giorno dopo la creazione?
Una triste conclusione.
Modena terra ricca di acque e di mulini non ha corsi d’acqua visibili e fontane nelle sue piazze.
La città che insieme a Reggio ha inventato il trattore, la patria del Landini, Raimondi e Fiat; della Ferrari e della Maserati, davanti alla prestigiosa università di ingegneria meccanica in via Campi non ha una Ferrari o un trattore, ma un caccia bombardiere portatore di morte e distruzione.
Stupidità o ignoranza?
Beppe Manni


Mercoledì 23 Giugno,2010 Ore: 16:01
 
 
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