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www.ildialogo.org Una Presidente!,di Lidia Menapace

Una Presidente!

di Lidia Menapace

Giusto perchè ormai una candidatura di donna al Quirinale è stata annunciata da Lilli Gruber a 8%, ripeto la mia, sperando che venga presa in considerazione: di una Presidente è ora e tempo che si doti la storia repubblicana, e argomentando quanto ci ha già perso appunto la nostra repubblica a non aver mai preso in considerazione le candidate che già esistevano da subito:  perchè non Gisella Floreanini, ministra della Repubblica dell'Ossola prima ancora  che le donne avessero diritto di voto, perchè non Nilde Jotti che dette poi splendida dimostrazione di essere in grado di reggere la presidenza della Camera con grande competenza autorevolezza ed equanimità? perchè  non Giglia Tedesco, che fu vicepresidente del Senato con Fanfani presidente, della quale voglio citare un  delizioso episodio che metto subito e poi riprendo l'elenco.

Dunque una mattina Fanfani telefona a Giglia e le chiede di  presiedere per favore in sua assenza la riunione dei capigruppo per stabilire il calendario dei lavori del Senato: lui è stato richiesto di andare a Fiumicino ad accogliere non mi ricordo più quale capo di stato in visita. Giglia acconsente, si fa trovare puntualissima alla riunione, della quale illustra l'o.d.g. e poi leva la seduta con la motivazione: "perchè devo andare come di solito a prendere il mio nipotino alla scuola materna, altrimenti crederà di essere stato abbandonato, se non mi vede",  ritenendo giustamente che l'ansia di un piccolo sia motivo non meno importante che uno sbrego all'etichetta, se un capo di stato non viene accolto con tutti  tuttissimi gli "onori" del suo grado.

Dopo di lei si può citare anche Maria Eletta Martini, la Falcucci e e poi senza bisogno di motivazioni Tina Anselmi, coraggiosa e partigiana, ma poi altre come Luisa Morgantini, che è stata anche vicepresidente del Parlamento europeo e fondatrice delle Donne in nero e poi Giancarla Codrignani che se ne tornò a fare le profe al  liceo di Bologna, quando smise di essere parlamentare, e poi la Bonino e l'attivissima Luciana Castellina , e ancora Chiara Saraceno e poi naturalmente Rossana Rossanda e ancora la Bindi e in  lista d'attesa per il futuro la Boldrini.

Per non aver nemmeno elencato queste (e altre che si potrebbero aggiungere)  al posto di presidenti maschi di scarso rilievo e persino ridicoli come Leone o pericolosi come Cossiga, la Repubblica ci ha perso: dunque bisogna - prima di tutto - chiedere che faccia pubblica ammenda e riconosca che non prendere in considerazione candidature di donne (nemmeno femministe - come quasi tutte le citate) è un vero e proprio  segno di patriarcato egemone nel nostro paese. E gli uomini che ogni volta si "dimenticano" di  usare il linguaggio inclusivo e di nominare i due generi "sempre", non fanno solo una scusabile dimenticanza, bensì confermano l'uso maschilista del linguaggio (e quindi del simbolico) che fu stabilito (non so quante volte l'ho detto e scritto invano) nella nostra lingua, dai grammatici dell' Umanesimo, che intendevano proporre la lingua italiana come quella della terza classicità dopo il greco e il latino e si affannavano a cercar di dimostrare che il Thesaurus della nostra lingua era più ricco e per ogni parola greca o latina ce ne erano due o tre italiane. Allora dissero però anche la seguente  regola, rimasta intatta e intangibile nei secoli più del più solenne dogma: "in italiano nelle concordanze prevale il maschile", ma non si fermarono qui, dove già il poco democratico verbo "prevalere" dovrebbe suonare come un campanello d'allarme: aggiunsero  bensì: "come genere più nobile" stabilendo una graduatoria di valore tra i generi che non sono nè uguali nè pari. Perchè le donne non protestarono? perchè erano tenute analfabete. 

Di recente le N.U. hanno emesso una dichiarazione nella quale si dice che le donne sono stabilmente la maggioranza della popolazione sul pianeta e in ciascun paese che lo compone (in Italia dopo l 'ultimo censimento le donne risultano  due milioni e alcune centinaia di migliaia più degli uomini) e che sono per solito stabilite in maggioranza negli strati più oppressi esclusi e maltrattati della popolazione. Non basta ancora?




Martedì 06 Gennaio,2015 Ore: 19:34
 
 
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