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www.ildialogo.org Tecnici e specialisti,di Lidia Menapace

Tecnici e specialisti

di Lidia Menapace

28.07.2012

I tecnici e - peggio- gli specialisti. Non è detto che chi occupa, anche per vero merito, senza raccomandazioni o favoritismi (e ce ne sono molti e molte) una cattedra universitaria, magari anche una presidenza di facoltà o rettorato di università, capisca tutto. Anzi. La parola techne nel greco antico significava abilità, non comprensione. Se si gioca un po' con le parole, si vedrà che sapienza viene da una esperienza materiale molto comune, cioè dal gusto, sàpere in latino significa aver sapore, non essere insipido, e sapere in fin dei conti avere sale in zucca. Dalla parola ragione sia razionaiità che ragionevolezza; dalla radice aug, che indica grandezza, aumento (Augusto ecc.) viene sia autorità che autorevolezza, da relazione che significa report (dal verbo réfero,riporto sia in senso materiale che simbolico) viene relativo sia legato alla relatività che all'affettività.
Adesso il gioco è sospeso e si continua il discorso a proposito delle cattedre. Il tecnico che occupa legittimamente una cattedra cioé un tavolino che sta sopra, un po' più in alto per essere visto e sentito da chi siede nei banchi davanti e più in basso, deve mostrare abilità specifica. Senza esagerare: se diventa uno specialista, cioè fa diventare l'oggetto della sua abile conoscenza il centro dell'universo e lo assolutizza, rischia di non capire niente altro. Come dice la nota e vecchissima barzelletta del tipo che si regge a fatica il viso tumefatto e dolente, e all'amico che gli chiede: "ma che ti ha fatto il dentista?" risponde "Purtroppo è uno specialista dei molari e io avevo un canino cariato".
Ma perchè capita che tecnici e specialisti non capiscano magari quasi niente fuori delle loro abilità specifiche? alla domanda che non è tecnica, non si può rispondere dall'interno della tecnica :Marx dice che chi ha altro da perdere oltre le sue catene non vede nemmeno dove stanno le catene e per questo non può essere un soggetto rivoluzionario: per essere tale bisogna aver tutto da perdere se non cade il sistema in corso, lavoro salute conoscenze futuro. Per questo, citando un famoso episodio degli anni '70 si sa che quando Agnelli,l'Avvocato una volta andò a visitare Mirafiori (con quel nome "bucolico!") disse sconvolto:"Mirafiori è un inferno"; credo che fosse in buona fede, la sua alienazione di classe non gli faceva ricordare nemmeno che lo aveva fatto lui. Allo stesso modo il lavoro sfruttato "si erge inconoscibile" davanti all'operaio che lo esegue. E' giusto che la Mega di Berlino (MarxEngels Gesellschaft) stia studiando una monumentale edizione critica delle opere di Marx e di Engels, incluso il loro epistolario, come importantissimi uomini di cultura europei, in certo senso liberati dalle letture magari anguste o interessate delle forze politiche
Se Monti non fosse un tecnico, si ricorderebbe di una cosa che certo sa, cioé che l'ultimo comma dell'art. 11 cost. dice che l'Italia può rinunciare a porzioni della sua sovranità a patto di reciprocità. Giustamente questo comma fu detto da subito "europeista" e darebbe al nostro paese uno strumento di discussione dibattito e legittimo potere politico nella controversia su come procedere con la costruzione dell'Europa.
Come si fa a capire quando un tecnico si trasforma in specialista? davanti all'aria inquinata si costruisce una villa in collina, appena i ladri incominciano a frequentare le ville in collina,prende dei cani da guardia feroci, appena quelli hanno addentato un bambino, ripiega sulle guardie del corpo, protestando perchè la sicurezza non è garantita ecc.ecc. Insomma interviene sugli efferti, mai sulle cause. A un certo punto non ci sono più risorse (é finito il riformismo), il sistema vigente ha finito la sua esistenza storica (o la sua spinta propulsiva) si sopravvive e -come dice Rosa Luxemburg- se non viene superato produce solo barbarie. Appunto.


Domenica 29 Luglio,2012 Ore: 08:39
 
 
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