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www.ildialogo.org TAV, welfare ed ecologia,di Lidia Menapace

TAV, welfare ed ecologia

di Lidia Menapace

08.06.2012
I "comunisti " sono capaci di tutto: ci hanno fato credere che ci sia stato un terremoto in Emilia e che la  cementificazione è arrivata a proporzioni pericolose. Non è vero e lo si può documentare.
Due giorni fa da Milano dovevo andare a Roma e per stare negli orari che mi servivano ho trovato che l'unica era prendere  la freccia rossa supersuper, quella che va da Milano a Napoli fermando solo a Roma: è un treno-verità. Costa tanto, è vero: da Milano a Roma, in seconda e con la riduzione della carta d'argento, 86 euro, mica male. Pensavo però che avrei visto almeno in parte il terremoto del quale si parla ogni giorno, dato che S.Felice sul Panaro, citatissimo, è proprio sulla linea, e anche MIrandola.
Invece non è vero, il terremoto non si vede, non c'è. E non perchè il treno sfrecci così veloce  che non si possono leggere i nomi delle stazioni, ma perchè parte da Milano e non passa nè a Piacenza o Parma o Reggio o Modena: viaggia su un altro percorso, e a  Bologna rallenta per attraversare la stazione, e poi si inabissa  in gallerie che non fanno il tracciato che conosciamo, non passa da nessuno dei paesi dove si dice che ci sia stato il terremoto, fino a Firenze e dopo Campo di Marte non passa nè da Prato  o Arezzo o Chiusi o Terontola, Orvieto oppure Orte. Viaggia fortissimo  in mezzo a verdi piane coltivate, colline, declivi, una cerchia di Appennini dalle forme dolci, pendii e pianori e radure intatte, con qualche  casa colonica  ogni tanto: tanta di quella terra da cementificare che i Tav si potrebbero fare a decine. Meno male che chi si intende di opere publiche farà un altro bell'elenco di treni, che la disoccupazione calerà. E francamente per fare dei lavori stradali o ferroviari non servono lauree, e dunque il disegno governativo di riformare la scuola, favorendo le professionali è sacrosanto. Servirà anche a far mettere già la cresta a ragazzi e  ragazze in  cerca di lavoro: e vogliamo mettere, che strumento di pressione sociale e di parità tra impiego pubblico e privato é la parità di licenziamento?  Il sogno  di Brunetta, oltre che della Fornero. E non ascoltiamo i soliti disfattisti che diranno subito che le grandi opere e i lavori pubblici riducono  la disoccupazione solo per essere fatti, non per essere gestiti in seguito, sicché l'occupazione che generano è congiunturale, non strutturale. Non sono mai contenti.


Venerd́ 08 Giugno,2012 Ore: 14:26
 
 
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