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www.ildialogo.org Il Gasbarri pensiero,di Lidia Menapace

Il Gasbarri pensiero

di Lidia Menapace

05.01.2011
  Generalmente parlando, occuparsi del "pensiero" di Gasbarri è davvero una gran perdita di tempo; ma vivendo, come giustamente  sostiene Majorino, sotto la dittatura dell'ignoranza, capita persino di doverlo fare.

  E si scopre che Fini non è stato sconfitto da Berlusconi, ma dal cardinal Bertone, dalla Cei e  dalla tenace iniziativa neotemporalista di Benedetto XVI.
 
  Infatti di recente Gasbarri attacca Fini come "ateo" e invita i cattolici a non votarlo. Evidentemente la cultura teologica del più fervido sostenitore di Berlusconi(appena accortosi di chi sia  quello che fu  per tutta la sua vita politica punto di riferimento come capo della destra di origine fascista) non è nè molto forte nè molto sottile: ci va giù duro senza pensarci tanto e lo accusa di non darsi da fare per sbloccare in Senato la legge sul testamento biologico. Ed è l'attacco molto forte e determinato che L'Avvenire, il giornale della Cei, rivolse a Fini appena -all'inizio della sua scelta di Futuro e Libertà-  fece dichiarazioni favorevoli appunto al testamento biologico.
  Il papa e conseguentemente la Cei non si sono affatto rassegnati ad avere una minore influenza sugli affari politici italiani e Benedetto XVI si attrezza a riprendere la sua iniziativa neotemporalista, che non ebbe successo immediatamente.  Sicchè fallito il tentativo di far mettere nei trattati costituzionali  europei la citazione delle "radici cristiane dell'Europa" evidente  falso storico, come è anche quello (non attribuibile al papa, ma al papa non discaro, credo) di chiamare Unità d'Italia la proclamazione del Regno d'Italia, adesso si attrezza a superare la cattiva stampa che la Chiesa cattolica ha in questo momento  a motivo della pedofilia tra il clero e  per la finanza  poco  adamantina dello Ior, tenacemente inseguendo una rivalsa politica come rimedio alla secolarizzazione che continua e avanza. Sicchè appoggia e loda la Cisl quando questa sostiene una organizzazione operaia di tipo corporativo con arbitrato obbligatorio, invece del sindacato democratico, cancellando persino la Rerum novarum di Leone XIII (1882), che aveva ammesso il sindacato come organizzazione operaia, pur sottolineando che la corporazione sarebbe meglio. 
  In una contingenza rischiosa e per certi versi parafascista, la gerarchia cattolica sembra prepararsi a fare lo stesso clamoroso e tremendo errore che fece nel '22, cioè di allearsi e sostenere piuttosto la destra eversiva e dittatoriale che misurarsi con le sfide della storia.  Mi sono voluta soffermare su questo episodio perchè di solito manca alle analisi anche di sinistra una adeguata atttenzione al peso politico della Chiesa cattolica con conseguenze pericolose, o di disinteressarsi o di replicare in modo culturalmente del tutto insufficiente o di adeguarsi comunque, perchè si teme non senza fondamento  che il peso della gerarchia cattolica sugli orientamenti  elettorali sia ancora cospicuo. Lo è , ma non abbiamo mai discusso adeguatamente  come si fa a contrastarlo in nome della laicità della politica.


Mercoledì 05 Gennaio,2011 Ore: 20:31
 
 
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