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Editoriale
Pensiamoci anche dopo

di Giovanni Sarubbi

Il “cristianesimo leghista” è una realtà, con preti e vescovi che lo sostengono. Ma sono pronto a scommettere che un fenomeno simile esiste anche nelle chiese protestanti. E questo per due motivi. Primo perché, fin dalle origini del cristianesimo, esiste quello che io ho definito “l’ecumenismo del male”, presente in tutte le chiese cristiane che sulle cose cattive sono unite, unite nel fare il male divise sul fare il bene. Secondo perché la radice di questo male è nelle dottrine che da alcuni millenni hanno soffocato e schiacciato l’evangelo di Gesù di Nazareth. Dottrine false, costruite per sostenere il potere di una religione divenuta religione dell’impero romano, distorcendo e strumentalizzando il movimento dei primi seguaci di Gesù di Nazareth. Ricordate il “partito di Pietro, il partito di Paolo”, di cui parla la lettera ai Corinti?
Un amico mi ha fatto sapere che "Nella Chiesa di S.Antonio di Padova al Corso Secondigliano di Napoli c’è un catechista con la maglia di Salvini. Per il Parroco non era un comizio ma una catechesi, per aiutare i fedeli a votare secondo coscienza (sic!). Uno scandalo che non si può tacere". Uno scandalo che meriterebbe una condanna netta da parte della stessa istituzione ecclesiastica che però si guarderà ben dal farlo. Ci saranno, ne sono certo, voci isolte di preti e di qualche vescovo di “spirito profetico” dotati, che però saranno ignorati e vilipesi dalla grande stampa.
Ignorare la propria storia costringe poi i popoli a riviverla perché il male si ripropone, quasi sempre nelle stesse forme, con la stessa sostanza, con la stessa “banalità”. Perché il male è banale, fa leva sulla stupidità e sulla ingordigia delle persone, sulle paure e sulla ignoranza. Più ignoranza c’è più malvagità e cattiveria c’è nella società. Più ignoranza c’è più le bugie possono trovare ampia diffusione e possono essere spacciate per verità.
C’è chi afferma che fascismo e nazismo non possono riproporsi, che sono morti e sepolti e che sarebbero una invenzione degli antifascisti. Ma per fare queste affermazioni devono cancellare ciò che sta succedendo nel mondo o in Europa. Devono cancellare la politica di un certo Trump, presidente degli Stati Uniti, che persegue una politica cosiddetta “suprematista” che ripete gli stessi slogan della Germania Nazista. Trump dice “prima gli americani”, i nazisti dicevano “prima i tedeschi”. Così come oggi in Italia c’è chi ripete “prima gli italiani”. Sono tutti slogan che servono a giustificare la guerra, l’aggressione ad altri popoli e paesi per affermare la propria primazia, che si può ottenere solo con la forza e la violenza della guerra, anche a costo di distruggere l’intera umanità in una guerra nucleare. E si deve nascondere l’appoggio del gruppo razzista statunitense del Ku Klux Klan alla elezione di Trump negli USA, e far dimenticare le leggi razziali volute da fascismo e nazismo e l’antisemitismo, che servì come carburante della seconda guerra mondiale, e le responsabilità delle confessioni cristiane, quali la cattolica o la protestante, nell’appoggio al fascismo e al nazismo. E devono far dimenticare che l’attuale islamofobia è una variante dell’antisemitismo e che, come durante la seconda guerra mondiale, l’ islamofobia è il carburante dell’attuale terza guerra mondiate a pezzi che si combatte dal 2001. E devono far dimenticare le attuali leggi razziale approvate dai governi della destra, che se la prendono con i bambini, impedendo ad esempio la registrazione anagrafica ai bambini nati in italia da migranti privi di permesso di soggiorno.
E devono cancellare dalle notizie, i regimi apertamente nazisti che si sono insediati nell'Europa dell’Est, in Ungheria ad esempio, o la presenza di formazioni apertamente naziste in vari governi europei, come in Austria o di destra come nella stessa Grecia insieme alla pseudo ”sinistra” di Tsipras. O devono far dimenticare, ad esempio, che nella stessa Germania il partito nazista è legale e che esso è tollerato in Italia, nonostante la Costituzione lo dichiari fuorilegge.
E quelli che negano la rinascita del fascismo, come il partito di Fratelli d’Italia che hanno nel proprio simbolo la “fiamma tricolore” del MSI, quel Movimento Sociale Italiano che è stato l’erede del fascismo, vanno in Ungheria in piena campagna elettorale ad omaggiare il capo del fascismo europeo, Orban, che domina attualmente quel paese con gli stessi metodi violenti e antidemocratici che hanno caratterizzato fascismo e nazismo. E che dire di quella Lega di Salvini che durante il suo “giuramento sul vangelo” ha ammesso in piazza duomo a Milano le bandiere del partito neonazista statunitense? Devono derubricare tutto a goliardate, a cose innocue a sciocchezze e ragazzate. Persino di fronte ad un gruppo di neonazisti che, qualche mese fa, entrarono nella sede di una associazione pacifista di Como per leggere il loro proclama di odio e intolleranza, hanno avuto parole di schermo per chi protestava contro quell'azione invece che di ripulsa per l’atto di odiosa intolleranza messa in atto con ostentata sicurezza di impunità.
Chi, da giornalista o da dirigente politico o di associazione o di gruppo religioso, sottovaluta o derubrica ciò che sta accadendo a cose non pericolose o ne minimizza gli effetti nel corpo sociale è complice del fascismo o e lui stesso fascista. Magari è un criptofascista, uno che nasconde i propri pensieri sotto un manto di democraticismo, o è semplicemente un ignorante di ciò che è già successo nella nostra storia. Sono ciechi e guide di ciechi.
Non si può scherzare con i sentimenti di odio, né con l’istigazione al razzismo, né con il militarismo o l’appello all’uso delle armi e la rivendicazione del diritto ad uccidere, mascherato da legittima difesa, come sta facendo chi si è permesso di giurare sul vangelo.
Chi ho compiuto il gesto blasfemo di giurare sul vangelo, senza averne mai letto neppure una parola, senza sapere che proprio nel vangelo di Matteo c’è la condanna di ogni giuramento, e che la storia di Gesù di Nazareth è intrisa di nonviolenza e di tutto ciò che egli nega quotidianamente, vuole semplicemente strumentalizzare a fini politici il “fatto religioso”. Vuole presentarsi come pecora mentre è in realtà un lupo.
Di più. Chi parla di “radici cristiane” dimostra una volta di più di non aver mai letto il vangelo su cui ha giurato, che indica i “frutti buoni” come elementi da valutare per giudicare le azioni di chi si propone come “profeta” o guida di una comunità. “Gli alberi buoni danno frutti buoni e vanno coltivati, gli alberi cattivi danno frutti cattivi e vanno tagliati e bruciati”. E la guerra, l’odio, la violenza, il militarismo, il “diritto di uccidere”, sono il male assoluto.
I seguaci di Gesù si preoccupano dei frutti buoni che essi sono in grado di realizzare. Chi vuole strumentalizzare un nome o un simbolo o l'ignoranza delle persone, parla di radici e tradizioni.
Nel momento in cui scrivo queste note non so, ovviamente, come andranno le elezioni. So che al momento c’è un’alta affluenza alle urne, almeno qui nel paese dove vivo, dove lunghe file di persone stanno attendendo il loro turno per votare. Ma forse questo può dipendere dal fatto che si vota in un solo giorno, anzichè su due, e dal meccanismo di voto che è rallentato dal codice di controllo antitruffa. Vedremo come andrà a finire.
Comunque vadano le elezioni, rimane il problema di una ripresa del protagonismo di quella parte della politica che si richiama alla classe dei soggetti deboli della società, dei poveri, dei lavoratori, dei piccoli artigiani, dei pensionati, schiacciati e vilipesi nei loro diritti dalla classe sociale dei super ricchi, di quelle poche famiglie che, in Italia e a livello mondiale, possiedono la grandissima maggioranza delle ricchezze. Sono queste le persone nemiche dei poveri e non i migranti contro cui si accaniscono i partiti di destra che difendono i ricchi contro i poveri spingendoli a fare la guerra ad altri poveri.
Ricordiamocelo non solo oggi quando andremo a votare, ma anche nei prossimi mesi e anni, riprendendo in mano la nostra vita, impegnandoci nella vita sociale e non delegando a nessuno il nostro destino ed il futuro dei nostri figli e nipoti. Il futuro è nel dialogo, come dice l'appello che abbiamo lanciato nei giorni scorsi, e nel perseguimento di una politica di pace, non certo nel razzismo e nella guerra. È banale, ma è la banalità del male che ci costringe a ripeterlo.
Giovanni Sarubbi



Domenica 04 Marzo,2018 Ore: 12:30
 
 
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