- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (1)
Visite totali: (393) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org l'ABC della politica,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
l'ABC della politica

di Giovanni Sarubbi

I partiti della destra fascio-leghista-forzaitaliota hanno mostrato fino in fondo, nell’ultima settimana, tutta la loro cattiva coscienza sui fatti di Macerata. Di fronte ad una decina di feriti gravi tutti immigrati neri,vittime della furia cieca di un nazifascista che ha tenuto per due ore sotto scacco un’intera città, se la pigliano con gli immigrati, non sanno far altro che pigliarsela con le vittime di una violenza che corrisponde a ciò che i nazifascisti pensano e hanno teorizzato nei loro “testi sacri”, a cominciare dal Mein Kampf di Hitler. Ingigantiscono l’omicidio di una ragazza, senza sapere chi lo ha eseguito, sol perché sono coinvolti nella vicenda alcuni nigeriani, neri e quindi colpevoli a prescindere. Tacciono invece su omicidi altrettanto efferati compiuti nell’ultima settimana da “italiani”, bianchi e cattolici, quindi innocenti per definizione. E giungono a dichiarare di “vergognarsi come italiani” della manifestazione antifascista svoltasi il 10 febbraio a Macerata.
Non si vergognano del nazifascista, che spara su inermi cittadini di pelle nera, si vergognano di svariate decine di migliaia di persone che manifestano contro la violenza, il razzismo e contro il mai morto fascismo.[1] E continuano a dire che non bisogna manifestare contro il razzismo ma contro gli immigrati. Insomma cattiva coscienza ma anche un preciso programma di destabilizzazione complessivo del nostro paese.
Tutti i fascisti sono razzisti
E allora è bene ribadire un concetto molto semplice che la storia dell’ultimo secolo ha sancito in modo indiscutibile. Tutti i nazifascisti sono razzisti. Sono i fascisti che hanno approvato le leggi razziali nel 1938 che furono poi promulgate dal Re Vittorio Emanuele III. Sono loro che le hanno applicate in Italia e che hanno consentito a che gli ebrei italiani fossero sterminati nei campi nazisti. Sono loro che hanno promosso nel 1938 la rivista “La difesa della razza”, che aveva il compito di dare un supporto “scientifico” alle dottrine fasciste sulla razza. Sono loro che da sempre sobillano il razzismo, ieri contro gli ebrei, oggi contro i musulmani. E, secondo loro, la colpa del loro razzismo è proprio delle loro vittime. Sono razzisti ma dichiarano di non essere responsabili del loro razzismo. «Non siamo noi che siamo razzisti, siete voi che siete napoletani», dicevano in sostanza i Leghisti ai tempi del razzismo della Lega Nord nei confronti dei napoletani, di cui Salvini è stato un campione. È quello che dicono oggi rispetto agli immigrati e ai musulmani. Sono i musulmani , afferma Salvini, ad essere incompatibili con la nostra Costituzione. Ma sono sempre loro che hanno organizzato e diretto tutte le presunte “mobilitazioni popolari contro i migranti”, amplificate dai mass-media compiacenti senza i quali non ci sarebbe oggi alcun razzismo diffuso.
Il fascismo non è morto
Dicono che il fascismo è morto e non può tornare e che il razzismo sia una invenzione della “sinistra”. E parlano di invasione dei migranti e dei musulmani pur sapendo che i dati delle migrazioni nel nostro paese li smentiscono, sia rispetto alla cosiddetta invasione, sia rispetto ai musulmani, che rappresentano una minoranza dei migranti che nella loro grande maggioranza sono cristiani.
Come i mafiosi dicono che la mafia non esiste, così i fascisti e i razzisti dicono che il fascismo ed il razzismo non esistono. E i mass-media amplificano queste affermazioni che negano persino la realtà. Negano che il nazifascista che ha sparato a Macerata sia un nazifascista. Lo definiscono un povero pazzo pur avendolo avuto in una loro lista, la Lega, per una elezione comunale. Negano che Forza Nuova e Casa Pound, che stanno sostenendo esplicitamente il nazifascista di Macerata, siano organizzazioni nazifasciste.
Confondere, confondere, confondere
Ovviamente le organizzazioni fasciste italiane, che ci sono e sono molte e variegate, mirano a creare confusione e a non far capire nulla alla gente, con il supporto dei mass-media.
E la confusione c’è a partire dal fatto che non ci troviamo di fronte ad un’unica organizzazione politica fascista. Ce ne sono diverse, da quelle estreme, quali “Forza Nuova e Casa Pound, a quelle cosiddette “moderate”, come Forza Italia, Fratelli d’Italia e la Lega. Quest’ultima si presenta addirittura come “non violenta”, con un Salvini che da un lato si dichiara “un democratico non violento” e dall’altro chiede la libertà di omicidio spacciandola per “legittima difesa”. Come si possa tenere insieme la “non violenza” e la libertà di uccidere è un “mistero della fede”. Salvini usa in modo mistificatorio il termine “non violenza” per spacciarsi da agnello mentre in realtà è un lupo. Un “non violento” non può essere contemporaneamente anche per la libera detenzione di armi da parte di ogni cittadino come è negli USA. Non sa, o finge di non sapere, che il principio della proporzionalità della difesa era contenuto nello stesso codice Rocco, che lui supera a destra di gran lunga. Più fascista dei fascisti. Un iper fascista, altro che “non violento”.
Hanno cambiato pelle
E il fascismo non è mai morto, così come il nazismo. Fascismo e nazismo hanno cambiato pelle, si sono articolati in molti partiti senza che alcun governo abbia mai attuato nei loro confronti la Costituzione, che prevede espressamente il divieto alla ricostituzione del partito fascista.
Prima c’era il solo MSI che si dichiarava erede della Repubblica Sociale Italiana (RSI). È stato un partito quasi sempre ai margini della vita politica nazionale che il grande capitale e il partito dominante, la DC, hanno tenuto come strumento di riserva per contrastare l’avanzata delle forze lavoratrici e dei partiti della sinistra. Il MSI è stato usato in alcune occasioni, come durante il governo Tambroni agli inizi degli anni ‘60 del secolo scorso. Quel governo fu sostenuto dall’esterno dal MSI e dal Partito Monarchico in rottura con ls linea di Alcide De Gasperi, fondatore della DC, che si era sempre opposto agli accordi con il MSI, anche quando questo gli era stato chiesto direttamente dal Vaticano. Il MSI era un partito di mazzieri, profondamente legato alla destra economica più radicale per la quale ha svolto il ruolo di picchiatore delle proteste operaie. Tantissimi operai e studenti sono stati feriti e uccisi dai missini, a cominciare dai moti di Genova del 1960. Senza dimenticare gli anni di piombo ed il ruolo delle organizzazioni nazifasciste nelle stragi di stato, a cominciare da quelle del 1969, e nella strategia della tensione.
Lo sdoganamento dei fascisti
Negli anni ‘80 del secolo scorso avvenne il loro sdoganamento che si manifestò in un momento di grande impatto emotivo e simbolico. Esso avvenne nel 1984 in occasione dei funerali di Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista Italiano. Durante la camera ardente, che vide sfilare davanti alla bara di Berlinguer molti milioni di comunisti o semplici cittadini, si recò alla sede del PCI anche Giorgio Almirante, fucilatore di partigiani, ex ministro della RSI, ideologo della razza, fondatore e segretario del MSI. Lo accolse Gian Carlo Pajetta, membro della segreteria nazionale, che era stato anche capo di stato maggiore (ovvero vice-comandante nazionale) delle forze militari partigiane. Pajetta, con il beneplacito di tutto lo stato maggiore del PCI, fece entrare Almirante da una porta secondaria e lo portò davanti al feretro di Berlinguer. Fu un fatto gravissimo che io ricordo ancora con grande amarezza. Era la manifestazione di un cambiamento profondo di una politica del PCI che fino a quel momento era ancora formalmente antifascista. Non ci furono molte proteste che furono sommerse dall’emozione per la morte di Berlinguer. Quel gesto fu anzi letto come il segno della grandezza di Enrico Berlinguer per essere stato omaggiato anche dai suoi avversari di sempre.
Negli anni successivi lo sdoganamento continuò ad opera di Bettino Craxi e poi fu sancito definitivamente ad opera di Berlusconi con il suo primo governo del 1994 che diede ben 5 ministeri ad Alleanza Nazionale, partito erede del MSI costituitosi nel 1994 dopo la morte di Giorgio Almirante.
Avere un’analisi politica della realtà
E ciò che è avvenuto in questa ultima settimana mette in luce una diffusa incapacità di analisi del fenomeno nazifascista in Italia e nel mondo. E senza un’analisi politica della realtà sociale è difficile trovare le risposte giuste e indicare la corretta via per affrontare un fenomeno grave come quello del nazifascismo.
Lo smarrimento del PD di oggi e di alcune grandi organizzazioni della ex sinistra, come l’ANPI, di fronte alle iniziative dei fascisti e le loro parole d’ordine confuse e contraddittorie, nascono dallo sdoganamento del fascismo che dura dal 1984, dalla visita di Almirante al feretro di Berlinguer. Nella testa di quel gruppo dirigente dell’ex PCI il fascismo era effettivamente morto, era una categoria superata contro cui non era più necessario ergere alcuna difesa né politica né culturale.
Ed infatti la parola d’ordine dello scioglimento di tutte le organizzazioni fasciste, ampiamente diffusa negli anni ‘70 del secolo scorso, non è mai stata praticata, neppure quando al ministero dell’interno fu nominato l’ex “comunista” Giorgio Napolitano, o quando diventò presidente del Consiglio Massimo D’Alema. Oggi ci ritroviamo con un moltiplicarsi di organizzazioni nazifasciste che non vengono neppure definite come tali ma vengono etichettate come “populiste”, negando la realtà e falsificandola, con grave danno dei cittadini che non riescono a rendersi conto del pericolo che hanno di fronte.
La crisi della sinistra
La crisi dell'antifascismo di oggi è parte della crisi complessiva di ciò che è stata la sinistra e il suo maggiore partito il PCI. Crisi che nacque dalla convinzione che le forze di sinistra si trovavano di fronte ad “un capitalismo dovunque vincente”, con la caduta del muro di Berlino come prova certa di tale vittoria, nei cui confronti non si può che cedere. La capitolazione della cosiddetta sinistra sta proprio in questa idea che ha come conseguenza il non riuscire più a vedere la fine del capitalismo in quello che esso fa, nel non comprendere cioè che le apparenti vittorie del capitalismo sono invece il sintomo evidente della sua morte prossima. Lo scrivevano Marx ed Engels nel 1848 nel loro “Manifesto del Partito Comunista”. È L’abc del marxismo che è stato cancellato dalla coscienza di milioni e milioni di lavoratori sia dal gruppo dirigente che sciolse il PCI, sia da quelli che diedero vita a Rifondazione Comunista, a cominciare da Fausto Bertinotti. Se il capitalismo è trionfante e non c’è alternativa adeguiamoci ad esso, hanno detto all’unisono tutti coloro che sono rimasti succubi dell’idea che il “comunismo è stato sconfitto” e che il capitalismo trionfa. Ma il capitalismo non è trionfante e la sua crisi non è mai stata più grande e devastante. Tanto grande e tanto devastante da mettere in discussione oggi la sopravvivenza stessa del genere umano.
L’ABC della politica
Per ritornare all’attualità è ovvio che non si possono sconfiggere i nazifascisti, comunque camuffati, dando loro ragione o rincorrendoli sulle loro parole d’ordine come sta facendo il PD e il suo governo. Non si possono smascherare le posizioni razziste di Salvini dicendo, come ha fatto Renzi, che non è lui “il responsabile morale della stage del nazifascista di Macerata”, negando la realtà. Non si smonterà il racconto leghista sulla invasione musulmana dell’Italia pagando i regimi dittatoriali della Libia o dell'Africa per fermare i migranti invece di fermare i nazifascisti e tutti i partiti che fomentano l’odio razziale. Partiti che sono organizzati in modo militare secondo gli schemi del disciolto partito fascista. E non si può certo contrastare l’islamofobia dilagante, che è una variante dell’antisemitismo, ripetendo tutti i discorsi leghisti contro l’islam e a favore della chiusura di tutte le moschee.
È L’ABC della politica. O meglio sarebbe l’ABC della politica di un partito che volesse rappresentare gli interessi delle classi sociali diseredate. Il problema è saperle riconoscere queste classi e immedesimarsi in esse e viverne le contraddizioni e i problemi. Ma per la ex sinistra le classi sociali non esistono e non ci sono contraddizioni fra gli operai della FIAT ed i loro padroni. Lo hanno decretato Giovanni Agnelli e la sua famiglia, Marchionne e Briatore, Bill Gates, la Tatcher, Ronald Regan, Nixon, Enry Kissinger, la regina d’Inghilterra e tutti i ricchi e gaudenti che hanno i loro conti nei paradisi fiscali.
Sarebbe il caso di smetterla con queste favole che hanno distrutto la vita a milioni e milioni di persone e cancellato tutti i diritti dei lavoratori costati decenni e decenni di lotte e di martiri. A cominciare da quelli morti durante la Resistenza al nazifascismo.
Giovanni Sarubbi
 
NOTE
1Per le notizie sulle dichiarazioni di Salvini e Meloni, vedi la rassegna stampa al link: ildialogo.org



Domenica 11 Febbraio,2018 Ore: 23:15
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
Bruno Antonio Bellerate Rocca di Papa (RM) 19/2/2018 21.05
Titolo:Complimenti!
Caro Giovanni, dall'alto dei miei quasi 90 anni, approvo e condivido quanto scrivi: peccato che non trovino alcuna risonanza nei "media" "mainstream"!... Si potrebbe ottenerla?                                Bruno.

Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (1) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Editoriali

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info