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www.ildialogo.org Desavoizziamo l'Italia,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Desavoizziamo l'Italia

di Giovanni Sarubbi

"Vedere un prete benedire la salma del re Savoia è un vero e proprio cazzotto nello stomaco. Benedire significa dire bene, parlare bene e lodare la persona a cui si rivolge la benedizione. Si può dire bene del Re Savoia? No, né da vivo né da morto. È stato il re del fascismo e delle sue turpitudini, delle leggi razziali e delle guerre. Non si può dire bene di uno che ha avuto le mani macchiate dal sangue di milioni di persone. Vergogna a chi lo ha benedetto e a tutti coloro che hanno consentito questa indegna sceneggiata che rilancia il fascismo e il nazismo nel nostro paese. Questo è tradimento della Costituzione ed una offesa vergognosa a quanti hanno dato la vita per liberarci dal nazifascismo. Vergogna a quella chiesa legata a filo doppio al potere e che tradisce tutti i giorni il messaggio del profeta di Nazareth."
Questo è il commento che ho scritto il 17 dicembre a caldo apprendendo la notizia del ritorno in Italia della salma di Vittorio Emanuele III di Savoia e di sua moglie Elena entrambi seppelliti in una cattedrale cattolica in quel di Mondovì. Poi ho appreso della protesta della Comunità ebraica che sottoscrivo in pieno. E infine ho appreso del volo militare che ha portato la salma dell’ex Re in Italia con tanto di presenza dell’ambasciatore in Egitto al momento della partenza.
Le istituzioni dello Stato hanno parlato di “viaggio pagato dalla famiglia” e se questo fosse vero perché non hanno noleggiato un aereo privato? Hanno parlato poi di “nessun riconoscimento ufficiale” da parte dello Stato e allora perché l’ambasciatore italiano in Egitto era presente al momento della partenza? E infine si è parlato di una “decisione umanitaria”. Questa è l’affermazione più blasfema di tutte quelle dette in questi giorni.
Voglio riportare qui qualche espressione usata da Giorgio Bocca in uno dei suoi libri nei confronti di Vittorio Emanuele III e dei Savoia. Egli parla di “grettezza savoiarda”, di Vittorio Emanuele III “imprevedibile e bilioso”, di un re con “appetito territoriale sempre sveglio”, di “piccolo re bugiardo”, o di “re del doppio gioco”, o di re che confonde il paese con la monarchia[1]. Sul piano politico e storico la monarchia sabauda è stata credo la peggiore monarchia che sia mai esistita a livello mondiale. Una monarchia corrotta, assetata di territori e di ricchezze che non ha esitato a cavalcare il fascismo ed il nazismo pur di potersi fregiare del titolo di imperatore. La stessa unità d’Italia è stata caratterizzata da questa logica di rapina tipica dei Savoia. Una monarchia assassina che ha chiuso gli occhi persino di fronte all’omicidio Matteotti rivendicato da Mussolini. Quale sarebbe l’umanità di cui si ciancia in questi giorni?
Ma quello che è più grave è certamente l’atteggiamento della chiesa cattolica che non ha impedito l’orrenda sceneggiata della benedizione di quello che è stato un criminale che avrebbe dovuto essere processato e condannato a Norimberga, insieme ai gerarchi nazisti, per i tanti crimini da lui avallati in tutti i paesi dove l’esercito italiano ed il fascismo hanno agito per conquistare l’impero e consentirgli di fregiarsi del titolo di “imperatore”.
Il rientro dei cadaveri dei Savoia in Italia è avvenuto in occasione di due fatti uno storico, quello del centenario di Caporetto, ed uno di cronaca, la morte di Totò Riina. Nel caso di Riina la chiesa cattolica ha deciso, giustamente, di non concedere i funerali a quello che è stato il capo di Cosa Nostra. Avere avuto una vita efferata, piena di omicidi, traffici di droga e quant’altro ha caratterizzato la vita criminale di Cosa nostra ha portato ad una svolta, quella della negazione dei funerali al boss dei boss. Cosa c’è di differente con il caso dei Savoia? C’è una differenza che è peggiorativa per i Savoia rispetto ai quali Riina è stato un tenero angioletto. Il Savoia ha contribuito con le sue decisioni a far uccidere svariati milioni di persone, usando gas, torture, campi di concentramento e arricchendosi a più non posso, il Riina ha ucciso o fatto uccidere un numero incommensurabilmente minore di quelli provocati dai Savoia.
Dunque non bisognava concedergli l’onore della benedizione né quello di essere seppellito con tutti gli onori in una cattedrale cattolica.
Evidentemente per il clero cattolico, che anch'esso confonde la “chiesa” con se stessi ed il loro ombelico, i Re hanno uno statuto speciale e se sono stati assassini, bugiardi, ladri o peggio ancora, questi non sono motivi sufficienti per negargli il “posto in prima fila”, la sepoltura privilegiata in bella vista che equivale ad additarli ad esempio per le future generazioni.
Ma parlare di “decisione umanitaria” per un Re che non ha avuto pietà alcuna per tutti i soldati italiani che sono stati uccisi o sono fuggiti nella disfatta di Capretto (vedi link) è veramente una cosa indegna. Quella tragedia, che oramai gli storici attribuiscono univocamente alla responsabilità degli alti comandi militari, fu scaricato sui soldati che furono accusati in toto di codardia e contro cui ancora oggi a distanza di cento anni non è stata scritta alcuna parola di riabilitazione. Ma di quale umanità si parla?
Ed infatti l’arroganza dei Savoia monta, e chiedono persino che la salma dell’ultimo re Savoia abbia un posto al Pantheon fra gli eroi e i padri della patria. Vergognatevi e che il vostro nome venga cancellato per sempre dalla storia.
E concludo con una proposta operativa. Credo sia giunto il momento di desavoizzare la toponomastica delle città italiana. Bisogna cancellare tutti i nomi delle strade che fanno riferimento ai Savoia a cominciare dalle tantissime “Corso Vittorio Emanuele III” che infestano ogni comune italiano. Chiedete ai sindaci di eliminare quelle strade e sostituire i loro nomi con nomi di martiri del fascismo a cominciare da quello di Giacomo Matteotti il cui omicidio fu avvallato proprio da Vittorio Emanuele III che nulla fece contro Mussolini. E se il sindaco rifiuta organizzatevi in proprio. Sotto ad ogni targa con un nome savoiardo mettete un’altra targa con il nome di un martire dei Savoia. Desavoizziamo l’Italia per il bene nostro e dei nostri figli e nipoti.
Giovanni Sarubbi
 
NOTE
1Citazioni tratte da Storia d’Italia nella guerra fascista 1940-1943, Giorgio Bocca, Oscar storia Mondadori


Mercoledì 20 Dicembre,2017 Ore: 14:42
 
 
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