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www.ildialogo.org «Divide et impera»,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
«Divide et impera»

di Giovanni Sarubbi

Giovanni SarubbiSono anni che ci occupiamo di mass-media denunciando il ruolo nefasto che essi svolgono a supporto di un sistema sociale marcio che condanna la maggioranza della popolazione alla miseria a favore di pochissimi super ricchi. Non siamo molti quelli che parliamo, ad esempio, di “pornografia del dolore” o di “TV fognatura”.
I mass-media hanno oramai una struttura globale, lavorano in sinergia, hanno un unico canovaccio di riferimento. I giornali stampati hanno un ruolo sempre più marginale. Anche fra i giornali tradizionalmente stampati prevale la versione digitale o quella direttamente on-line. Tutti i mass-media, come diciamo da tempo, sono finalizzati alla pubblicità e si spalleggiano a vicenda. TV, Internet, inteso come informazione digitale (i siti dei singoli quotidiani), e soprattutto social-network sono un tutt’uno finalizzato al controllo delle coscienze.
Abbiamo già denunciato come la combinazione tra le varie forme di mass-media produce effetti mostruosi che non sono nuovi nella storia dell’umanità. Con la differenza che ciò che qualche secolo fa poteva capitare in una piccola città oggi ha una amplificazione globale.
Una lettrice ci ha segnalato che nelle settimane scorse sul social-network più diffuso si è scatenato una furibonda battaglia, a colpi di insulti e paragoni assurdi, che sono partiti dal servizio televisivo di una trasmissione che viene spacciata come “trasmissione giornalistica”, pur trattandosi di “un programma televisivo di intrattenimento” a sfondo satirico. Nulla quindi da prendere sul serio, tutto da prendere con le molle e su cui magari farsi qualche risata. E anche sul “satirico” ci sarebbe molto da dire. Ci riferiamo alla trasmissione “Le Iene” prodotta da Mediaset che fa il paio con l’altra trasmissione di Canale 5, “Striscia la notizia” che viene definito anche come “telegiornale satirico”, il che è tutto dire. Anche qui nulla di serio, nulla di giornalistico in senso stretto, nulla da prendere sul serio e per la quale azzuffarsi né virtualmente né tanto meno fisicamente. È "pornografia", punto!
E invece no. Oramai ci sono svariati milioni di persone che hanno come uniche forme di “informazione” queste trasmissioni, il che equivale a considerare “informazioni giornalistiche” anche la pubblicità delle marmellate o dei pannolini o di qualsiasi altra diavoleria ci propina la pubblicità.
Ebbene ultimamente “Le Iene” hanno trasmesso un servizio che ha avuto come oggetto la storia di una persona che avrebbe seviziato dei cani per poi buttarli dalla finestra. Quella del maltrattamento degli animali è diventato un argomento di moda e politicamente molto attraente da quando a capo della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente è finita la deputata Michela Vittoria Brambilla del partito di Berlusconi, con lo stesso padrone di Mediaset che si è fatto riprendere in mezzo a dei poveri  agnellini.
Lo schema delle trasmissioni cosiddette di “denuncia” de "le Iene" hanno sempre lo stesso copione. Si parte da un ipotetico fatto presentato con molti “se”, “forse”, “potrebbe” ed un ipotetico colpevole su cui viene costruita un’accusa anche grazie a presunti “testimoni oculari” la cui "testimonianza" non reggerebbe nemmeno un minuto di fronte a domande formulate in una sede giudiziaria. Le trasmissioni si concludono poi con l’aggressione mediatica al colpevole designato che quasi sempre reagisce in modo giustamente sdegnato ma la sua condanna televisiva è segnata.
È il classico schema del gridare all’untore nei confronti di qualcuno, di manzoniana memoria, per sollevare la popolazione contro di lui e farlo lapidare seduta stante.
È successo così anche con il caso dei cani che sarebbero stati buttati giù dalla finestra e per i quali “Le Iene” chiedono “giustizia”. Guardatevi il filmato e analizzatelo attentamente. Contate quanti “se”, quanti “forse”, quanti “è probabile” vengono ripetuti da colui che con il microfono in mano conduce la trasmissione. E se ne trovate almeno uno cancellate tutto e classificate quel filmato come una bufala, una “fake news” costruita ad arte per deviare la vostra attenzione su fatti inesistenti o inventati di sana pianta o che hanno un’altra spiegazione diversa da quella proposta. Tutte le trasmissioni de "Le iene" cominciano con un "se".
E invece inevitabilmente ci sono milioni di persone che puntualmente ci cascano. Nel caso dei cani prima citato si è scatenata su Facebook la guerra fra gruppi di vegani e gruppi di onnivori, con alcuni vegani che sono giunti ad accusare gli onnivori di essere dei mostri come dei pedofili. Per alcuni “mangiare carne equivarrebbe a stuprare un bambino”. Qualcuno è addirittura giunto ad indicare agli onnivori la figura del pedofilo come un esempio da seguire perché “almeno lui si procura la preda con le sue tecniche” mentre l’onnivoro non si sobbarca tutto l’onere dell’uccisione della preda delegata ai macellai. Siamo alla follia pura.
Ho ripreso queste frasi dagli screen-shoot che mi sono stati inviati e ne parlo per segnalare il livello di degrado e follia che determinate trasmissioni televisive provocano nella testa delle persone, partendo da un fatto non certo, non verificato, che se avvenuto potrebbe avere mille altre spiegazioni diverse da quella data giusto per fare spettacolo e creare il caso.
Come accadeva per gli untori descritti dal Manzoni ne “I promessi sposi”. A tutti quelli che si sono azzannati su Facebook sull’aria fritta consiglierei la lettura de “I promessi sposi” e di non seguire affatto trasmissioni come “Le Iene” e simili che sono velenose, inutili e dannose perché avvelenano la coscienza sociale e diffondono ignoranza e paura.
Un altro libro che consiglio vivamente di leggere, visto che fra pochi giorni verrà celebrata la “Giornata internazionale della tolleranza”, è il molto citato e assai poco o per nulla letto «Trattato sulla tolleranza» di Voltaire. A leggerlo sembra scritto ieri e sembra scritto proprio per raccontare ciò che la trasmissione de “Le Iene” ha scatenato.
Il libro di Voltaire, che si può trovare in PDF anche su internet, racconta un fatto veramente accaduto a Tolosa in Francia nel 1762. Una famiglia appartenente alla religione Calvinista una sera, subito dopo cena, scopre con orrore che uno dei propri figli si era impiccato. Le urla di dolore alla scoperta del figlio morto attirano una grande folla attorno alla casa. La gente comincia a parlare e a raccontare cose senza senso. E come succede quando le parole passano di bocca in bocca esse vengono stravolte e l’ultimo della fila riceve una frase assolutamente diversa da quella pronunciata dal primo che l'ha pronunciata. Nella concitazione qualcuno dice che il ragazzo morto voleva convertirsi al cattolicesimo e che per tale motivo il padre ed il resto della famiglia calvinista, compresa la governante che però era cattolica, lo aveva ucciso per impedire che la conversione potesse avvenire. Questa storia inventata passa di bocca in bocca. Succede un tumulto e il padre dello sventurato ragazzo e la famiglia vengono arrestati. E il padre, solo lui, viene poi condannato a morte attraverso il supplizio della ruota. E questo potette succedere perché a Tolosa ogni anno si celebrava l’anniversario della strage di cinquemila ugonotti francesi da parte dei cattolici della città. Alla base dell’omicidio del povero padre c’era l’intolleranza religiosa.
Quanto raccontato da Voltaire contiene tutti gli elementi che troviamo oggi tutti i giorni nelle trasmissioni che confondono la mente delle persone e lo fanno su larga scala. Le fake new, l’ignoranza diffusa, l’intolleranza verso una minoranza e la paura del diverso. E oggi, come nel 1700, la confusione mentale della grande massa delle persone serve a chi gestisce il potere economico politico religioso per mantenere inalterato il proprio potere. “Divide et impera”, dicevano i romani “(«dividi e conquista»), con cui si vuole significare che la divisione, la rivalità, la discordia dei popoli soggetti giova a chi vuol dominarli”[1]. La grande massa della popolazione viene lasciata nella ignoranza e indotta a farsi la guerra su cose inesistenti, come oggi sta avvenendo ad esempio fra i vegani da un lato e gli onnivori dall’altro, che è diventato uno degli argomenti spesso presenti nelle trasmissioni della "TV fognatura". E intanto, per esempio, nessuno si cura delle evasioni fiscali immense che avvengono tutti i giorni e che coinvolgono spessissimo anche personaggi dello spettacolo o di quelle stesse trasmissioni che fanno “informazione satirica” e per i quali si arriva a scannarsi, anche solo virtualmente. Come pochissimi si impegnano contro la guerra e contro le immonde e immense spese militari che stanno creando milioni di disoccupati. Ci perdiamo dietro i pifferai magici che ci portano nel burrone, ma loro si guardano bene dal finirci dentro.
Abbiamo bisogno di riprendere la lettura dei buoni vecchi classici della cultura, e questo è un appello che rivolgo specialmente ai giovani ingannati e sfruttati e privati di futuro da personaggi televisivi che sulla loro ignoranza hanno costruito i loro conti milionari alle Cayman o nei tanti altri paradisi fiscali esistenti.
Giovanni Sarubbi
NOTE
[1] Definizione da L’enciclopedia Treccani on line http://www.treccani.it/enciclopedia/divide-et-impera/



Domenica 12 Novembre,2017 Ore: 20:04
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Mauro Matteucci Pistoia 13/11/2017 18.09
Titolo:No alla distruzione dello spirito critico
Caro Giovanni,
                       sono "costretto" a condividere parola per parola quanto dici nel tuo editoriale. Solo la cultura e la ricostruzione dello spirito critico potranno dare una svolta alla preoccupante eclissi educativa, cui assistiamo e che ha molti responsabili, non certo i media tra gli ultimi.

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