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www.ildialogo.org È bene che ognuno lo tenga a mente, ateo o credente che sia!,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
È bene che ognuno lo tenga a mente, ateo o credente che sia!

di Giovanni Sarubbi

Dal viagra, alla cura di una aiuola, agli angeli. Sono questi i primi atti, di cui non ci stupiamo perché confermano il nostro giudizio iniziale di ritorno al medioevo, del nuovo vescovo di Avellino di cui ci siamo già occupati all’atto del suo insediamento, avvenuto fra imponenti misure di sicurezza[1]. Nei giorni scorsi il giornale della diocesi ha promosso, presente il neo vescovo, un convegno sugli angeli a cui è stato dedicato un intero numero. Il tutto dopo che il neo-vescovo aveva dichiarato alcune settimana fa, nella sua prima uscita pubblica, che ad Avellino c’era bisogno di un po’ di viagra per svegliare la città dal suo torpore[2]. Dichiarazione infelice e paragone assolutamente improprio anche perché, ma forse il vescovo questo non lo sa, il viagra funziona sul piano fisico quando c’è alla base un forte stimolo sessuale senza il quale non ha alcun effetto. Bisogna essere ben svegli per usarlo, altro che torpore. A peggiorare la situazione è venuta fuori anche la sua attenzione per le aiuole della principale piazza della città su cui affaccia il palazzo vescovile. La diocesi, questo il primo atto ufficiale del neo vescovo, ha chiesto alle competenti autorità cittadine di poter curare una delle aiuole della piazza.
Ridere o piangere? Che dire del programma di lavoro del neo-vescovo di Avellino? E perché ne parliamo?
Al di la dei fatti oggettivamente comici, il viagra o l’aiuola che ti portano a dire: «Ma questo vescovo non ha niente di meglio da fare in una città piena di miseria, disoccupazione, emigrazione, carenza di servizi sociale, ...», ciò che succede nella diocesi di Avellino è significativo di quanto sta accadendo oggi nella chiesa cattolica, dove sta crescendo una decisa opposizione a Papa Francesco e alla sua linea.
Se viagra e aiuola si possono derubricare come atti comici, la questione degli angeli è invece significativa di un modo di intendere la chiesa e la cattolicità che definire medioevale è dir poco.
Da un lato la chiesa incarnata da Papa Francesco cerca di scrollarsi di dosso interpretazioni e modi di vivere che con il messaggio evangelico non hanno nulla a che fare, dall’altro preti vescovi e cardinali (che pare siano un terzo del collegio cardinalizio) tenacemente abbarbicati su miti e leggende che hanno il solo scopo di opprimere il cosiddetto “popolo di Dio” con credenze che nel corso dei secoli sono servite ad estorcere denaro ai poveri e ad arricchire le casse di monasteri e cattedrali. Culti simoniaci, quello dei santi o degli angeli, di cui si è parlato ad Avellino, che ancora oggi fanno affluire ingenti risorse finanziarie, ma anche oro e pietre preziose, nella casse di monasteri o cattedrali. Basta andare a san Giovanni Rotondo e visitare la cripta lastricata d’oro dove sono custodite le spoglie di Padre Pio per rendersi conto di che cosa significano questi culti con annesse feste popolari, dove scorrono fiumi di denaro e le cui processioni finiscono spesso al disonore delle cronache per i ripetuti “inchini” di santi e madonne ai capomafia locali. Feste popolari contro cui gli stessi vescovi della Metropolia Beneventana, di cui fa parte la diocesi di Avellino, emisero un documento alla fine degli anni ‘90, dove si parlava della necessità di una loro “evangelizzazione”. Feste dunque non cristiane. Feste che hanno ridotto la chiesa cattolica ad un coacervo di culti pagani che nulla hanno a che fare con il vangelo di Gesù di Nazareth. Chiesa cattolica divenuta arcigna, capace solo di condannare, priva di misericordia e pronta ad emettere condanne solo su questioni di carattere sessuale. Una chiesa “puritana” a parole ma che poi si scopre essere piena di chierici dediti alla pedofilia, alla violenza sessuale, all’uso di prostitute per sfogare le proprie pulsioni sessuali, o che si occupa di fare affari con i soldi donati dai fedeli, vedi gli ultimi casi del monastero benedettino di Cassino o quello che ha visto coinvolto un ex vescovo proprio di Avellino. Di quale puritanesimo si fanno promotori vescovi e preti che ad ogni piè sospinto condannano gli omosessuali (ed è stato fatto anche ad Avellino durante la conferenza sugli angeli), o i divorziati risposati? Di quale misericordia si fanno interprete coloro che attaccano Papa Francesco per ciò che ha scritto nel documento Amoris Laetitia proprio su tali argomenti?
Sono tutti argomenti che impongono al “popolo di dio” norme costruite da uomini che si appropriano del nome di Dio per opprimere le persone. Uomini contro cui Gesù nei vangeli dice cose durissime e precise che preti, vescovi e cardinali, e spesso anche i papi, dimenticano perché essi sono oggi i moderni scribi e farisei, quelli contro cui i vangeli dicono:«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto, ma all'interno sono pieni di avidità e d'intemperanza[3]». Farisei che «Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d'onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati "rabbì" dalla gente»[4]. Farisei che si consideravano “puri” e si sentivano anche “separati e superiori” rispetto al resto della gente normale, come sono oggi quei chierici che si danno da fare per ripristinare “culti di arcangeli”, come impegno prioritario dei cristiani o che sanno solo dire no, no, no a tutto e a tutti.
Ma chi siete voi che vi arrogate il diritto di giudicare la vita delle persone? Siete forse Dio invece che esseri mortali come tutti gli altri? E perché utilizzate le vostre dottrine per fomentare odio contro altre religioni, come è stato fatto ad Avellino da parte di uno degli oratori che aveva come suo chiodo fisso quello di attaccare i musulmani?
Ma ciò che sta succedendo ad Avellino con il neo-vescovo è significativo anche per ciò che sta provocando non solo tra la gente semplice ma ance tra gli stessi preti. Al convegno sugli angeli non c’era neppure un prete della diocesi. Presenti appena una cinquantina di persone tutti anziani, con la stampa provinciale che ha ignorato l’evento nonostante esso si sia svolto nella sede del circolo della stampa.
Queste assenze sono dunque un segnale positivo. C’è ancora speranza per il Vangelo di Gesù di Nazareth anche nella diocesi di Avellino e ovunque nel mondo ci siano due o tre persone che lo praticano “sine glossa” e senza intermediari interessati che ne strumentalizzino e distorcano il contenuto. Saremo giudicati, e non solo da Dio ma dalla storia e da chi verrà dopo di noi, non per la nostra credenza negli angeli o nei dogmi cristiani costruiti a partire dal primo concilio di Nicea 1700 anni fa, ma su ciò che avremo fatto nei confronti dell’umanità[5] e della Madre Terra che tutti ci ospita. Ed è bene che ognuno lo tenga a mente, ateo o credente che sia!
Giovanni Sarubbi
NOTE
[3] Bibbia CEI 2008, Mt 23,25
[4] Bibbia CEI 2008, Mt 23,4-7
[5] Vedi Bibbia CEI 2008, Mt 25,31-46



Domenica 29 Ottobre,2017 Ore: 11:07
 
 
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