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www.ildialogo.org Usciamo dal baratro,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Usciamo dal baratro

di Giovanni Sarubbi

 9"Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, 10con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca, con tutti gli animali della terra. 11Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra". (Genesi 9,9-11)
Secondo la tradizione biblica, Dio non distruggerà più l’umanità con un altro diluvio. Il passo del libro della Genesi prima riportato è la parte centrale delle conclusioni del racconto del cosiddetto “diluvio universale”. In tale passo Dio si è impegnato, non distruggerà più l’umanità. Ma l’umanità ha preso analogo impegno a non distruggere essa stessa la Terra sulla quale vive?
Sembra proprio di no.
In questa estate torrida come mai prima d’ora, si sono susseguiti centinaia di incendi che hanno distrutto nella sola Italia circa centomila ettari di boschi. Distrutti parchi naturali antichissimi. Il fuoco ha minacciato la distruzione di città e di antichi monumenti. Nessuna regione è stata risparmiata ma particolarmente colpito è stato il sud del paese, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. Emblematico l’incendio del parco Naturale del Vesuvio e quello di questi giorni in Abruzzo.
Gi incendi sono tutti dolosi. Dietro ad ognuno di essi c’è la mano dell’uomo. E da quello che si è visto in questi due mesi si tratta di un vero e proprio esercito di persone coordinato e organizzato sul piano nazionale. Persone organizzate e addestrate all'uso del fuoco che hanno colpito contemporaneamente su tutto il territorio nazionale.
È da sempre che è così ma mai come quest’anno il coordinamento fra i vari incendiari è stato così evidente. Abbiamo visto davanti ai nostri occhi il dispiegarsi di un piano di battaglia pianificato a tavolino e coordinato ed attuato in modo devastante.
Ma nessuno, che a noi risulti, ha mai fatto notare l’evidente coordinamento e pianificazione degli incendi. Si continua a parlare di “piromani”, cioè di persone affette dalla sindrome psichiatrica della piromania, e non di persone organizzate e addestrate sul piano nazionale che, anche attraverso gli incendi boschivi, stanno realizzando un piano politico di distruzione della nostra società.
C’è chi incendia la società con discorsi e azioni violente aizzando la gente contro i migranti, cioè gli ultimi e più poveri della terra, e c’è chi l’Italia la incendia fisicamente. Tutto serve a creare caos e a favorire l’avvento dell’uomo forte al comando. Si attaccano i poveri per proteggere gli ultraricchi che della miseria sono i primi responsabili. Perchè nessuno pensa che fra i due fenomeni possa esserci contiguità se non diretta dipendenza?
Sia chiaro, lo dico immediatamente, non ho alcuna prova di ciò che sto affermando. Le mie sono considerazioni che partono dall’osservazione di ciò che è accaduto e dal fatto che la piromania, come malattia, è abbastanza rara. Si bruciano i boschi per svariati motivi che con la piromania non hanno alcun rapporto [1]. Lo scoppio di tantissimi incendi in contemporanea in più regioni lascia intravvedere un coordinamento nazionale di tali azioni ed un uso anche politico di tali azioni.
Significative a tale proposito le polemiche scatenatesi sulla questione dell’accorpamento del corpo forestale, che si occupava di antincendio boschivo, nell’arma dei carabinieri. Accorpamento che nell'immaginario collettivo è diventato la causa scatenante degli incendi.
E con l’arrivo delle piogge (mentre scrivo queste note sta piovendo), ora si temono le alluvioni e le frane dei terreni bruciati in una sequenza di disastri che sembra non avere mai fine.
E gli incendi hanno scaricato anidride carbonica nell’atmosfera contribuendo ancora di più a quell’effetto serra che sta producendo cambiamenti climatici che sono sempre più evidenti e drammatici. Basta guardare all’uragano che negli ultimi giorni ha devastato il Texas e che ha provocato distruzioni senza precedenti nella storia degli Stati Uniti. Un uragano figlio diretto dei cambiamenti climatici che il presidente USA Trump nega.
Agli incendi, agli uragani, alle guerre in corso nel mondo, si aggiungono i terremoti che provocano morti e distruzioni la dove l’umanità ha abusato della Madre Terra, devastandola e costruendo in modo improprio e criminale.
E questa mattina, mentre do’ gli ultimi ritocchi, giunge la notizia della sesta esplosione nucleare della Corea del Nord. Siamo già nel baratro e l’impegno di Dio a non distruggere più l’umanità con cui ho aperto questo editoriale suona quasi beffarda. L’umanità se ne frega di Dio, è addirittura più potente di lui.
E siamo tutti nelle mani di un presidente USA che ha definito l’uragano che sta devastando il Texsas e altri stati come un “disastro epico”, un qualcosa da tramandare ai posteri con racconti, poesie e opere d’arte che ne esaltino le “gesta”, perché questo è il significato della parola “epica”.
Le parole sono lo specchio di quello che è il livello di cultura e di coscienza delle società e dell’umanità nel suo complesso. E oggi siamo al punto più basso della cultura e della coscienza di una umanità che si sta auto distruggendo. Ciechi guidano altri ciechi.
E i mass-media amplificano l’ignoranza, la diffondono anziché combatterla. E le frasi del presidente USA vengono diffuse senza alcun commento, neppure ironico. E i mass-media sostengono il razzismo anziché combatterlo. Solo pochi giornalisti hanno il coraggio di parlare delle TV come emanazioni del “Ku Klux Klan”[2]. La “pornografia del dolore” impazza, si specula e si mercifica il dolore delle persone, le TV sono sempre più “TV fognature” e i social network sono sempre più “fogna sociale”. Le idee naziste e fasciste sono di nuovo sdoganate e siamo giunti al punto che partiti apertamente nazisti si pongono come “guardiani della dottrina cattolica” (ricevendo per fortuna dalla gente un netto rifiuto), come è successo nelle ultime settimane in quel di Pistoia ai danni di don Massimo Biancalani.
E le nostre carceri continuano ad essere luoghi di repressione dei soliti poveri che continuano a suicidarsi perché la cosiddetta “giustizia” continua ad essere forte con i deboli e debolissima o inesistente con i ricchi e i potenti.
C’è indubbiamente di che perdere la speranza.
Ma invece abbiamo il dovere di rimanere attivi e continuare ad impegnarci per dare un futuro a questa umanità. Ognuno di noi ha il dovere di essere “speranza” per l’umanità. La speranza dipende da ognuno di noi. Noi, con il nostro impegno, la nostra opposizione al fascismo, al nazismo, al razzismo, alla guerra e alla devastazione della Madre Terra, dobbiamo e possiamo essere la speranza per questa nostra umanità.
E tutti insieme scriveremo quel patto di pace con la Madre Terra di cui abbiamo tanto bisogno. Ricominciamo a tessere speranza e proprio perché siamo nel baratro abbiamo il dovere di tentare il tutto per tutto per venirne fuori.
Giovanni Sarubbi
NOTE



Domenica 03 Settembre,2017 Ore: 11:11
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
Mauro Matteucci Pistoia 03/9/2017 20.42
Titolo:Una società incattivita
Grazie Giovanni,

di questa analisi terribile, ma vera come sempre. I fenomeni di distruzione della Terra, nostra madre,  quelli dell'umanità in ogni senso, sono anche per me collegati. "In quel di Pistoia" come dici, abbiamo assistito domenica scorsa, ma gli squallidi strascichi continuano, a un episodio inaudito: una forza dichiaratamente nazista e fascista si è arrogata il diritto di vigilare sull'ortodossia di un sacerdote - don Biancalani, con il quale collaboro da tempo - suscitando la reazione generosa di molti cittadini, ma con una inadeguata presa di posizione delle autorità compreso lo stesso vescovo. Inoltre una TV locale TVL-Pistoia Libera, per bocca del suo direttore, dichiaratamente cattolico, dietro un'apparente solidarietà, ha preso le distanze dal sacerdote minacciato che non doveva dichiarare  suoi nemici, i fascisti e i razzisti: come se tutti dovessero essere abbracciati in una melassa disgustosa! Siamo davvero nel baratro!
Autore Città Giorno Ora
Bruno Antonio Bellerate Rocca di Papa (RM) 04/9/2017 11.37
Titolo:D'accordo!
Perfettamente d'accordo con i precedenti contributi, ma voglio accentuare la necessità di un più corretto coinvolgimento dei mezzi di comunicazione

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