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www.ildialogo.org Occorre lo spirito giusto!,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Occorre lo spirito giusto!

di Giovanni Sarubbi

La guerra purtroppo continua, ed è ritornata di moda l'infausta dottrina dello "scontro di civiltà" che è diffusa ad ogni ora da tutti i mass-media mainstream . Una dottrina inventata nel 1993 e sviluppata poi in un libro nel 1996 da Samuel P. Huntington, un politologo USA che era consulente del Pentagono. Un libro finanziato da una fondazione USA promossa da una industria di armamenti che l’autore ringrazia “immensamente per il generoso supporto” economico ricevuto. Le industrie belliche sanno essere generose con gli intellettuali che sostengono i loro traffici e promuovono la guerra. Un libro che, nella sua edizione italiana del 2000, è giunto alla undicesima ristampa del 2015. E cosa potrà mai promuovere una industria di guerra se non una dottrina finalizzata alla guerra? È quello che da oramai un quindicennio stiamo vivendo incessantemente.
Gli omicidi che sono stati commessi nei paesi europei, ed ora per ultimo anche in Italia, dei "presunti terroristi" indicati come responsabili degli attentati compiuti in Europa, senza che nei loro confronti fosse stata completata la raccolta delle prove e si fosse tenuto uno straccio di processo, dice che siamo nella parte forse più buia della notte che come umanità stiamo vivendo. Il terrorismo trionfa, trionfa cioè la guerra perché il terrorismo è guerra. La presunta "civiltà occidentale" dimostra il suo vero volto che è del tutto identico a quello dei terroristi. Siamo alle esecuzioni sommarie, alla abolizione dello stato di diritto, con i mass-media mainstream a diffondere paura insieme a nomi e volti di “presunti terroristi” per giustificare il loro omicidio sommario e provvedimenti liberticidi, che ridurranno ancora di più le già precarie libertà democratiche. Dicono che non bisogna arrendersi al terrorismo e alla sua logica assassina, ma siamo giunti oramai alla negazione dello stato di diritto. In Italia il ministro dell’Interno è giunto a promuovere a “eroi” immediatamente i due poliziotti responsabili dell’omicidio del “presunto terrorista” di Berlino. La sua morte impedirà di fare luce sull’attentato di Berlino. Questo è un dato di fatto su cui non vi è stata alcuna interrogazione parlamentare.
Chi commette attentati come quelli realizzati in Europa o nell’ultima settimana in Turchia, è un militare ben addestrato all’uso delle armi e degli esplosivi. Nessuno oramai lo nega più. Ma i “presunti terroristi” indicati di volta in volta come responsabili delle varie stragi nulla hanno nella loro formazione che li qualifichi come militari. Sono risultati essere invece delle persone sbandate o arrabbiate contro un sistema che li ha ridotti in miseria, ma sicuramente incapaci di fare quello di cui sono stati accusati e poi uccisi. Sono stati capri espiatori, su cui scaricare responsabilità non loro per rendere impossibili il riconoscimento e la condanna dei veri esecutori delle stragi.
I militari, e anche questo è noto, sono addestrati dagli eserciti degli stati sovrani. Da quello che si sa, tutti i cosiddetti foreing-fighters (mercenari) che sono partiti dall’Europa o dagli USA per arruolarsi nelle fila dell’ISIS sono stati sicuramente addestrati negli eserciti dei paesi occidentali. Se così non fosse, nessuno di essi avrebbe potuto andare liberamente dall’Europa o dagli USA verso l’ISIS, e poi altrettanto liberamente fare ritorno alle proprie case. Anche in questi giorni i mass-media hanno dato notizia del ritorno in Italia di un certo numero di italiani andati a combattere con l’ISIS.
Allora l’uccisione dei “presunti terroristi” individuati in persone sbandate e marginali serve a coprire le responsabilità dei governi occidentali nel sostegno che essi hanno dato ai gruppi terroristi quale l’ISIS, con armi e finanziamenti. Ma serve anche a coprire le complicità dei vari governi occidentali con gli attentati che sono stati compiuti nei rispettivi stati. E non si tratta di essere complottisti, si tratta di valutare ciò che sta accadendo oggi partendo dalle esperienze storiche del passato, ma anche valutando chi concretamente sta guadagnando dalla guerra in corso. E indubbiamente chi guadagna dalle guerre sono innanzitutto le industrie belliche. E le guerre oggi in corso nel mondo si stanno combattendo con armi prodotte al 75% dalle industrie degli armamenti occidentali (50% USA 25 % Europa ed Italia in prima fila). E i governi dei vari stati sono impegnati, tutti nessuno escluso e compresa l’Italia, a sostenere le proprie industrie militari. In Italia la principale industria militare è pubblica e viene spacciata come fiore all’occhiello del nostro sistema industriale.
Ma le guerre, con tutti gli orrori di cui esse sono costituite, hanno anche lo scopo di nascondere le crisi economiche e la miseria di vasti strati della popolazione, così come è sempre successo in tutte le guerre e anche in quella attualmente in corso.
La povertà in Italia è arrivata a circa il 30%. Milioni di persone sono alla canna del gas. Questa mattina mi è arrivata una email riguardante il suicidio a Brescia di un ex esule politico argentino in Italia dalla fine degli anni 70. Era una persona impegnata politicamente, ma era giunto ad una situazione di povertà estrema che lo ha portato a porre fine alla sua vita.
In questi giorni di freddo estremo e di neve ad Avellino è morto un senza fissa dimora. La morte è avvenuta in un ex centro commerciale abbandonato che si trova a pochi passi dai palazzi del potere (Prefettura, Palazzo Vescovile, Sede della Provincia, Palazzo Comune di Avellino). E' un luogo che di notte si riempie di persone che non hanno nulla, aiutati solo, di tanto in tanto da qualche volontario della San Vincenzo. Ma la povertà nessuna la vede o la vuol vedere.
La stessa situazione mi è stata raccontata proprio in questi giorni da altri amici in varie parti d’Italia, Milano, Roma, Napoli. Ma la TV dedica a questa realtà poche immagini. Il grosso delle notizie viene dedicato a diffondere identikit di “presunti terroristi” (lo stesso copione si sta ripetendo con l’attentato di capodanno ad Istanbul) e notizie che tendono a giustificare gli omicidi di quelli che forse con la loro testimonianza avrebbero potuto fare chiarezza sulle responsabilità degli stati occidentali nella guerra e nel terrorismo in corso nel mondo.
Che fare? Occorre rilanciare la “lotta per la pace”. Lo diciamo oramai da ben 797 settimane, da quell’11 settembre del 2001 quando iniziò l’attuale “terza guerra mondiale a pezzi”. C’è in questi primi giorni del 2017 l’appello di padre Alex Zanotelli  che il nostro sito ha pubblicato in anteprima. (vedi Link) Lo facciamo nostro. Invitiamo tutti ad impegnarsi per la pace. Basta guerre, basta armamenti, basta bugie, basta terrorismo dei mass-media per spingerci alla guerra e per negare le responsabilità della povertà e della distruzione della Madre Terra.
Certo lo sconforto è grande. Il suicidio di cui parlavo prima né è una prova. Molti gruppi religiosi organizzano momenti di preghiera per la pace. Non sono mai stato uno che ha pregato molto con le parole. Ho preferito sempre la preghiera delle azioni concrete. Ma non nego, per chi è religioso, il valore della preghiera che può aiutare a riprendere la forza di spirito necessaria ad affrontare la terribile realtà che abbiamo di fronte. E questo è un problema che tutti abbiamo, religiosi o meno. Abbiamo bisogno dello spirito giusto per buttare fuori la guerra dalla storia. E insieme possiamo farcela.
Giovanni Sarubbi



Domenica 08 Gennaio,2017 Ore: 18:48
 
 
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