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www.ildialogo.org C’è poco da ridere o di che essere felici.,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
C’è poco da ridere o di che essere felici.

di Giovanni Sarubbi

A volte tornano perché, come diceva Bertold Brecht, parlando del nazismo e del fascismo, “il ventre che ha generato il mostro è ancora fecondo”. Parlo di Trump, neo presidente degli USA, dichiaratamente fascista, razzista, sessista, appoggiato dal famigerato Ku Klus Khan[1], che ha rapporti con i gruppi neonazisti europei come i Le Pen in Francia.
E a volte tornano grazie a leggi e sistemi elettorali maggioritarie, come quelle degli USA, dove spesso, come questa volta, vince chi ha preso meno voti del proprio avversario. La Clinton che ha perso ha infatti preso più voti popolari di Trump che però vince grazie al sistema dei grandi elettori che vige negli USA (Vedi articolo di Michael Moore). Con il sistema maggioritario vince una minoranza della popolazione. Ed è così da sempre e le minoranze che vincono sono quelle che hanno grandi risorse economiche e quindi un grande potere corruttivo. È stato così con tutte le dittature del ventesimo secolo, dal fascismo al nazismo a quelle sudamericane o europee.
C’è chi si è stupito del risultato. C’è chi, negli USA, aveva inventato modelli matematici statistici che davano per certa la vittoria della Clinton. Politologi che avevano scommesso sulla Clinton si sono poi stracciate le vesti e hanno dichiarato la morte delle statistiche. C’è chi, in questi primi giorni, parla di Trump come di “un eroe della classe operaia” perché egli avrebbe preso i voti proprio degli operai bianchi. Ma anche questo non è nulla di nuovo.
In realtà il sistema politico nord americano è formato da due grandi bande di speculatori politici che entrano in possesso del potere alternativamente e lo sfruttano con i mezzi più corrotti possibili. Li le leggi le fanno le lobby[2] e i deputati le votano senza neppure leggerle. Ma continuano a chiamarla democrazia.
Che sia così basti guardare a ciò che ha fatto Barack Obama subito dopo il voto. Durante la campagna elettorale aveva detto che Trump era una persona pericolosa e di non aver mai provato tanta paura al pensiero che a lui potesse essere consegnato il potere, cosa che non aveva provato con nessun altro candidato repubblicano con i quali si era confrontato. Il giorno dopo la sua vittoria lo ha invitato alla Casa Bianca e ha avviato il passaggio di consegne come se nulla fosse. Tutto cancellato, tutto sorrisi e strette di mano. L’importante è che “l’America sia grande” e “ora bisogna farlo lavorare”, “il sole continuerà a sorgere”, queste le sue parole. Predone l’uno e l’altro. Entrambi espressione di una politica marcia e corrotta.
L’altra America, quella dei diritti civili o dei cantanti che ci hanno riempito il cuore e delle decine di milioni di poveri, per costoro non esiste. Come non esistono per i politici del PD o del Partito Repubblicano i milioni di persone che in queste ore stanno manifestando in tutto il paese contro l’elezione di Trump. Senza una guida, senza un partito che sappia dirigere questo movimento esso si spegnerà spontaneamente come spontaneamente è nato.
Personalmente non mi sono stupito più di tanto della vittoria di Trump. Mi ero convinto che la Clinton sarebbe stata sconfitta al momento della Convention Democratica che l’ha designata candidato quando scelse di non coinvolgere Sanders, l’altro candidato alle primarie su posizioni più di sinistra, come vicepresidente nella corsa alla Casa Bianca. Scelta folle quella della Clinton da un punto di vista elettorale e politico, ma coerente con la logica delle lobby di potere che hanno pagato la campagna elettorale della Clinton, per le quali anche un modesto socialdemocratico come è Sanders diventa un pericoloso rivoluzionario.
E così, come è successo più volte in Italia, quando l’elettorato si trova di fronte due politiche che si rincorrono a destra, la scelta cade sempre su quelli che la destra ce l’hanno nel DNA come è il caso del Partito Repubblicano americano. E chi recrimina contro i seguaci di Sanders che non si sono impegnati per la Clinton dovrebbe innanzitutto recriminare su se stesso e su un sistema che mira solo ed esclusivamente al potere e che è funzionale solo ed esclusivamente ai multimiliardari in dollari e non certo a chi lavora.
Cosa succederà ora e che fare?
Difficile dire cosa succederà. Dobbiamo solo armarci di pazienza per capire cosa farà in concreto Trump. Credo però che egli non metterà in discussione totalmente la politica di Obama, così come Obama non ha messo in discussione la politica di Bush in particolare sul tema della guerra. Bush ha iniziato la terza guerra mondiale nel 2001, con l’invasione dell’Afghanistan prima e dell’Iraq poi, e Obama l’ha continuata in modo diverso, con i droni, costituendo una coalizione a guida USA, scatenando le guerre in Libia e Siria facendole fare ad altri. L’obiettivo dichiarato di Trump è quello di fare l’America più grande, ovviamente a danno dei popoli del mondo. Come questo si realizzerà lo scopriremo presto sulla nostra pelle. Trump, come Obama, chiederà all’Europa di pagare di più per la guerra di cui vuole continuare comunque ad essere a capo. La guerra continua.
Il “che fare” è quello di sempre. La sinistra butti a mare tutto ciò che anche lontanamente puzza di destra. Si ritorni a fare una politica dalla parte delle classi povere liberandole dalla nefasta influenza che le classi ricche hanno su di esse. Se le classi povere vedono nelle classi ricche il loro punto di riferimento ideale questo è colpa dei partiti di sinistra che hanno anch’essi venduto la loro anima al diavolo. Occorre liberarsi dalla ideologia liberista che ammorba l’aria. Occorre epurare dalla sinistra tutti coloro che si sono venduti alle grandi multinazionali che sono le vere responsabili della povertà di centinaia di milioni di lavoratori italiani, europei e nord-americani. Sono queste multinazionali che hanno distrutto la vita di centinaia di milioni di persone e chi, come la Lega Nord in Italia, cerca di scaricare queste responsabilità sui migranti, è un imbroglione ed è a libro paga delle grandi multinazionali che così non sono chiamate a rispondere della loro politica economica e dei loro ladrocini.
E che tutti guardino con attenzione a chi in questi giorni in Italia ha gioito alla vittoria di Trump. In Italia lo hanno fatto Salvini della Lega Nord e Grillo del Movimento 5 stelle. Significheranno pur qualcosa questi salti di gioia? C’è poco da ridere o di che essere felici. I ladroni banchettano insieme.
Giovanni Sarubbi

NOTE




Domenica 13 Novembre,2016 Ore: 19:17
 
 
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