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www.ildialogo.org Razzismo nemico dell'umanità,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Razzismo nemico dell'umanità

di Giovanni Sarubbi

Chiusura dei luoghi di culto musulmano a Roma: libertà religiosa negata. O noi distruggeremo le armi o le armi distruggeranno noi.


Libertà religiosa, l’attacco continua, più duro che mai. E l'obiettivo è sempre lo stesso, l’islam. Da un lato si colpiscono le cosiddette “moschee abusive”, dall’altro si varano, a livello regionale, norme che ne impediscono di fatto la realizzazione o si propongono “referendum”, assolutamente illegali, la dove si sono maturate le condizioni per realizzarne una. Dopo la Lombardia ed il Veneto, anche la Liguria ha approvato, solo pochi giorni fa, la sua legge anti-moschee. Leggi incostituzionali, che la Corte Costistuzionale ha già sanzionato, come nel caso della Lombardia, ma che nel frattempo provocano danni e, soprattutto, creano un clima sociale perverso, perché danno una sorta di “legittimità giuridica” alle posizioni razziste dei partiti della destra che sono al governo delle regioni Lombardia, Veneto, Liguria. Perché, questo è sicuro, di razzismo si tratta.
Le cosiddette moschee abusive
Quella delle “moschee abusive” è uno degli slogan del ministro degli interni Alfano che ha più volte dichiarato: "Chiuderemo le moschee irregolari"[1]. Certo lui si è affrettato a dichiarare che il suo scopo non è quello di “impedire il culto” islamico, ma di volere che esso “avvenga in luoghi che siano in regola con tutte le autorizzazioni previste dalla legge". Ma se da un lato si chiudono i luoghi di culto cosiddetti abusivi e dall’altro si impedisce la loro realizzazione, o si frappongono mille ostacoli all’utilizzo di edifici esistenti, il risultato è che la libertà di culto per i musulmani è negata.
È ciò che sta succedendo a Roma dallo scorso mese di giugno di quest’anno. Da allora sono stati chiusi 5 luoghi di culto musulmano e sono state emesse altre tre ordinanze nei confronti di luoghi di culto operanti a Roma da oltre vent’anni, come è nel caso della Moschea Al-Huda di Centocelle, contro cui è stata sollevata la questione del mancato ottenimento della “destinazione d’uso” a luogo di culto. Sono state coinvolte in queste chiusure tre luoghi di culto organizzate dai bengalesi. Si tratta di una comunità valutabile in 4-5 mila persone.
Ma da chi è partita l’iniziativa romana? L’avvio delle procedure amministrative che hanno portato all’emissione delle ordinanze di chiusure è stato fatto dal Commissario Prefettizio nominato dopo la caduta della Giunta Marino. Si tratta di quel Francesco Paolo Tronca, già prefetto di Milano, legato, stando alle notizie di stampa, proprio al ministro Alfano.
Coinvolto, finora, il V municipio della Capitale, la cui amministrazione è passata dalla guida PD alla guida M5S. Ma è probabile che verranno coinvolti tutti i municipi di Roma. I 5stelle hanno infatti dichiarato, ai responsabili delle associazioni musulmane coinvolte nelle chiusure, che loro, come amministratori, “non possono bloccare procedure amministrative in corso”. Altre chiusure si annunciano e non sarà quindi un inverno semplice per i musulmani romani.
I luoghi di culto etnici
Quello dei luoghi di culto organizzati su base etnica, come quelli chiusi a Roma, è un fenomeno diffusissimo fra le comunità di migranti che non riguarda solo i musulmani ma anche le comunità cristiane. Ricordiamo che la maggioranza dei migranti che risiedono in Italia è cristiana (53,8%), mentre i musulmani sono solo il 32,2%[2]. In Campania, ad esempio, esistono moltissime comunità cristiane di origine africane o provenienti dall’oriente, soprattutto nell’ambito del protestantesimo, che si sono organizzate su base etnica. Alcune hanno trovato ospitalità in luoghi di culto protestanti; altre si riuniscono in locali che non hanno alcuna destinazione d’uso a luoghi di culto, come fanno i musulmani. Perché l’attenzione del ministro Alfano è rivolto solo ai luoghi di culto musulmano? C’è evidentemente un pregiudizio, quello che vede nei musulmani comunque un pericolo per la “sicurezza nazionale”, secondo la filosofia della “guerra di religione” praticata di fatto dagli USA di cui il nostro paese e vassallo nella guerra che gli USA stanno conducendo a livello mondiale.
La questione della “sicurezza”
Ammesso che esista un problema di sicurezza derivante dal non rispetto di norme urbanistiche, perché, ci domandiamo, ad essere interessati dai controlli sono solo i luoghi di culto musulmano?
Considerato ciò che è successo nel recente terremoto in provincia di Rieti, dove un campanile di una chiesa è crollato su una casa distruggendo una intera famiglia, ma fatti simili sono avvenuti in tutti i terremoti, è molto probabile che problemi di sicurezza, da un punto di vista urbanistico, riguardino soprattutto i luoghi di culto cattolici che sono i più numerosi e antichi. Quanti di essi, ad esempio, sono a norma rispetto agli impianti elettrici? E quando gli italiani erano migranti negli USA dove hanno cominciato a tenere i loro culti cattolici, in grandi cattedrali o in scantinati?
Il risultato della politica del Ministro Alfano, è che ci sono a Roma diverse migliaia di persone che non hanno più un luogo dove poter tenere la celebrazione comunitaria del venerdì. E queste persone hanno cominciato a celebrarla per strada, come è successo lo scorso venerdì 23 settembre a Piazza dei Mirti, Centocelle, quando 500 musulmani, soprattutto bengalesi, hanno pregato in piazza. E continueranno a farlo se non si trova nel frattempo una soluzione. E se ci saranno problemi di ordine pubblico o alla semplice circolazione stradale chi ne sarà responsabile?
Ma la caccia alle “moschee abusive” è contro producente proprio dal punto di vista della “sicurezza” invocato dal ministro che, evidentemente, non riguarda i problemi urbanistici. Per controllare una comunità che si ritiene “pericolosa” perché sarebbe un covo di terroristi, secondo la propaganda razzista della destra, cosa è meglio? Averla tutta in uno stesso luogo o averla dispersa in migliaia di posti diversi? Se prima bastavano poche persone per controllare i luoghi di culto chiusi, quante ce ne vogliono ora per controllare le migliaia di persone che non hanno più un unico luogo di ritrovo? E cosa è meglio fare, stabilire rapporti di amicizia oppure mostrarsi come nemici dei musulmani, al 95% tutti migranti, suscitando in loro ostilità nei confronti delle nostre istituzioni per la negazione di un fondamentale diritto umano, quale è quello della libertà religiosa? E, ammesso che esistano reclutatori dell’ISIS in giro per l’Italia a caccia di adepti, dove potrebbero pescare meglio le loro prede? In una comunità arrabbiata verso le istituzioni o in una comunità amica delle istituzioni?
Non bisogna essere laureati in sociologia o psicologia per capire che la guerra alle moschee è una cosa stupida, da qualsiasi punto di vista la si guardi. Questo almeno se si ritiene che la libertà religiosa sia un diritto umano inalienabile, come garantisce la nostra Costituzione.
Probabilmente le forze politiche che sostengono la guerra alle moschee e all’islam, sia che lo facciano in modo aperto o sotto la copertura dei problemi urbanistici, sono semplicemente contrarie alla libertà religiosa, e non solo vivono con fastidio le norme della Costituzione che la tutelano, ma fanno di tutto per cambiarle o stravolgerle nei fatti.
L’insegnamento della storia
Sembra che la storia non insegni nulla a nessuno. Passi, ma è gravissimo, che un giovane di 15 anni non sappia nulla dell’antisemitismo o di ciò che è successo nella prima parte del secolo scorso. È giovane potrà imparare. Ma che questo venga ignorato da chi ha la guida del paese o che governa le regioni, non solo è gravissimo ma è intollerabile.
I primi 45 anni del secolo scorso sono stati caratterizzati da una feroce campagna antisemita, iniziata con la pubblicazione nel 1903 del libello sui cosiddetti “Protocolli dei savi di Sion”[3], e terminata con i campi di sterminio nazisti. A dimostrazione che quando si immettono bugie su bugie nel corpo sociale le conseguenze possono essere catastrofiche e inimmaginabili. Oggi stiamo vivendo una situazione del tutto simile nei confronti dell’Islam. Il razzismo su base religiosa è sempre lo stesso e si basa su una negazione totale della libertà religiosa, pur nascondendosi di solito dietro un’altra religione. Anche oggi abbiamo un libello simile a quello dei “Protocolli dei savi di Sion”. È stato inventato dal consulente del Pentagono Samuel P. Huntington nel 1993, prima con un articolo, poi nel 1996 con un libro, “Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale”, che ha posto le basi teoriche per la giustificazione alle guerre scaturite dal nuovo ordine mondiale verificatosi dopo la caduta del Muro di Berlino e dell’URSS, fra l’89 ed il ‘91, che rendevano gli USA l’unica superpotenza mondiale.
Il razzismo, perché, lo ripetiamo, di questo si tratta, che oggi viene vissuto dai musulmani italiani e di tutta Europa, è del tutto simile a quello subito dagli ebrei e come per gli ebrei nasce per giustificare la guerra, che è sempre una cosa che riguarda l’economia intesa come rapina delle materie prime di altri popoli, conquista di mercati e ricchezze, riduzione in schiavitù di popoli e nazioni.
Uscire dal razzismo
Occorre allora uscire dal razzismo che stiamo vivendo. Come è stato scritto nell’appello di Assisi del 22 settembre scorso, “la guerra in nome della religione diventa una guerra alla religione stessa”[4]. Ovvero, chi odia una religione, come abbiamo ripetuto fino alla nausea, odia tutte le religioni.
Non c’è libertà nel nostro paese se manca la libertà religiosa che non esiste se essa viene negata anche ad una sola religione, fosse anche la più piccola ed insignificante di tutte, e non è il caso dell’Islam.
Che fare contro il razzismo? Occorre che il governo, ed innanzitutto il ministro dell’Interno, ponga fine con decisione a tutte le iniziative razziste che si svolgono su tutto il territorio nazionale. Non si può lasciare impuniti quanti ogni giorno fanno propaganda ad idee razziste a cui seguono, purtroppo, poi azioni violente, di cui fanno principalmente le spese le donne e i bambini. Il razzismo non è una opinione legittima e chi non vi si oppone con i mezzi della legalità è responsabile di tutte le violenze che poi ne possono derivare.
E c’è bisogno che tutte le religioni siano ferme nel condannare ed isolare i razzisti. C’è ancora poca mobilitazione su tali temi che sono lasciati di solito a piccole comunità di specialisti. No, la storia insegna. Il ventre che ha generato le mostruosità del XX secolo è ancora fecondo, diceva Beltrold Brecht. E dopo l’antisemitismo e la Prima e Seconda guerra mondiale, ha generato la guerra fredda, la corsa agli armamenti, gli oltre 1300 esperimenti nucleari nell’atmosfera e sotterranei, la produzione di armi di distruzione di massa senza precedenti nella storia, e l’attuale guerra mondiale a cui bisogna dire basta. Occorre Disarmare la violenza. O noi distruggeremo le armi o le armi distruggeranno noi.
Per questo invitiamo tutti i musulmani italiani a ritrovare quella unità necessaria per fronteggiare l’ondata di razzismo in corso, e tutte le altre religioni a capire che siamo tutti in pericolo quando i nipotini di Hitler e Mussolini tornano a far sentire e a praticare il loro odio e il loro razzismo.
Giovanni Sarubbi
NOTE
1Vedi link: ilgiornale.it
2 Dossier Statistico Immigrazione curato dal Centro Studi e Ricerche Idos/Immigrazione dossierimmigrazione.it



Domenica 02 Ottobre,2016 Ore: 16:05
 
 
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