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www.ildialogo.org Lo sanno anche i bambini,di Giovanni Sarubbi

Editoriali
Lo sanno anche i bambini

di Giovanni Sarubbi

Non c'è sordo più sordo di chi non vuole sentire. E così questa mattina i soliti giornali islamofobi, xenofobi e razzisti, continuano con la loro campagna di odio. Non chiedono ovviamente scusa per aver detto ieri che l'omicida di Monaco avrebbe gridato “Allahu Akbar”, cosa falsa, né che gli attentatori fossero tre invece del solo giovane di 18 anni poi morto. Insistono, rincarano la dose, scrivono quella che chiamano “L'equazione del terrore” e cioè “Più immigrati = più attentati”. E lo fanno con il solito titolo a otto colonne in prima pagina che non ha alcuna aderenza con la realtà. È il classico titolo attira-gonzi. Ed è vero, la loro equazione è quella del terrore, quello che essi diffondono ogni giorno per spingere alla guerra, all'odio, allo scontro contro i musulmani per sostenere la folle dottrina dello “scontro di civiltà”, inventata nel 1993 da Samuel P. Huntington, che allora era consulente del Pentagono, per giustificare la nuova fase bellica della politica statunitense aperta nel 1991 con la Prima guerra del Golfo . Dottrina che non ha alcuna aderenza con la realtà e che non ha alcunché di scientifico. Pura invenzione e misitificazione.
La loro analisi del Corano è la stessa che viene diffusa dal cosiddetto ISIS. Hanno studiato alla stessa scuola, quella dei corpi speciali, quelli che ogni Stato dotato di un esercito addestra per missioni segrete. Anche l'Italia c'è l'ha. Ieri si chiamava Gladio, oggi si chiama in qualche altro modo che ancora non è assurto al disonore delle cronache. Alcune delle azioni compiute da questi “gladiatori” sono note perché qualcuno di loro ha parlato. Lo ha fatto anni fa un certo Nino Arconte, raccontando ciò che l'Italia ha fatto contro Bourghiba[1].
Si continua a parlare continuamente di “fondamentalismo islamico”, siamo bombardati ogni giorno da questa espressione senza che di essa si provi a dare una spiegazione scientifica che possa essere comprensibile per la grande maggioranza delle persone.
E il motivo è molto semplice. Si usa la formula “fondamentalismo islamico” così come con i bambini ai miei tempi si usava l'espressione “l'uomo nero”. Si tratta di un buco nero che contiene tutto e il contrario di tutto. Serve solo a fare paura non a descrivere un fenomeno religioso o una particolare corrente religiosa e le dottrine da essa sostenuta.
E questo anche perché le correnti religiose candidabili ad essere definite “fondamentaliste” sono molte e sono diffuse in tutte le maggiori religione oggi esistenti. Si tratta anzi di un fenomeno nato in ambito cristiano, negli Stati Uniti dei continui revival religiosi, quei revival che nel 1800 hanno portato alla formazione di 5 nuove religioni ancora oggi esistenti[2] e alla definizione di un corpus di documenti redatti negli anni '20 del secolo scorso noti come “Fundamentals”.
Ma il problema non sono le dottrine. La formazione di nuove dottrine e di nuove religioni è insito nella natura stesse delle religioni. I testi di riferimento di quasi tutte le religioni oggi esistenti sono antichissimi. Le scritture ebraiche risalgono a circa 3000 anni fa, quelle cristiane a circa 2000 anni fa, quelle islamiche a circa 1400 anni, lo stesso dicasi per quelle asiatiche. Reinterpretare tali testi, tradurli e ritradurli è pratica costante, con la formazione di nuovi gruppi e nuove dottrine che sono tante quanti sono i versetti di tali scritture. E questo perché le lingue per loro natura sono ambigue e si prestano ad essere reinterpretate e più passano gli anni e i secoli più incomprensibili sono i testi, soprattutto quelli di carattere religioso.
Il problema vero è chi usa tali dottrine, chi si appropria di elaborazioni che nascono in ambito religioso ma che poi sono trasportate sul piano politico-sociale. Ed è questo che non viene mai tirato fuori. Ed è per questo che si usa la formula buco-nero di “fondamentalismo islamico” come formula del terrore per coprire le forze politiche, economiche, sociali che la manovrano e la usano a propri fini, che non sono mai religiosi ma essenzialmente economico-politico.
Basterebbe questo per capire che le religioni in quanto tali non centrano nulla con la guerra e il terrorismo che, scusatemi se mi ripeto, è una attività propria di tutti gli Stati che possiedono un esercito. E questo perché solo gli Stati e i loro eserciti hanno le strutture e le capacità di addestrare il personale atto a compiere azioni terroristiche, che sono per definizione azioni belliche.
Allora sono terroristi i corpi speciali che commettono attentati, ma sono terroristi allo stesso identico modo tutti quei giornalisti o politici che diffondono la paura o spingono per la guerra. Le azioni terroristiche, come gli attentati, hanno svolto il ruolo di “casus belli”, di eventi che hanno scatenato poi le guerre vere e proprie. È quello che si sta svolgendo sotto i nostri occhi oramai da una ventina d'anni. Gli attentati dell'11 settembre 2001 hanno dato il via alla guerra in Afghanistan e poi a quella contro l'IRAQ e alle altre che si sono succedute. Casus belli ci sono stati per la prima e la seconda guerra mondiale, per quella del Vietnam e per tutte le guerre coloniali in Africa. Oggi si vorrebbe che in Europa scoppi una vera e propria guerra, come la Prima e la Seconda guerra mondiale, che si combatterono essenzialmente sul suolo europeo. E c'è chi sta organizzando scientificamente attentati con l'unico scopo di spingere i vari governi europei a farsi guerra tra loro. E i giornalisti che sostengono il terrore sono parte integrante di tale piano che serve al capitalismo occidentale a risolvere la propria crisi economica come già è successo nel 1914 e nel 1938.
“Fondamentalismo islamico” è dunque lo spauracchio, l'uomo nero, dietro a cui si nascondono le pochissime multinazionali occidentali che detengono il 50% della ricchezza mondiale e che aspirano alla conquista dell'altro 50%.
Allora chi voglia fare informazione seria smetta di parlare di “fondamentalismo islamico” ma parli degli interessi delle grandi multinazionali, quelle che si stanno comprando interi continenti, che si stanno comprando l'acqua, il petrolio e tutte le altre materie prime e che usano colorire le loro guerre di conquista o con rivalità tribali o con dottrine religiose inventate di sana pianta. Ma la religione , con tutto ciò che questa parola significa, non centra nulla. Sono i soldi che fanno la guerra. Lo sanno anche i bambini.
Giovanni Sarubbi

NOTE

1Ne parla Domenico Moro nel suo ultimo libro “La Terza Guerra Mondiale e il fondamentalismo islamico”, edizione Imprimatur. Vedi anche Limes n. 4 luglio 2007.
2Si tratta della religione Mormone, di quella Avventista, di quella dei Testimoni di Geova, del movimento della Cristian Science, del Movimento pentecostale. Vedi per maggiori informazioni il mio “Mormoni Avventisti Cristian Science Testimoni di Geova” edizioni EMI collana FattoreR



Domenica 24 Luglio,2016 Ore: 18:26
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Mauro Matteucci Pistoia 27/7/2016 22.36
Titolo:Studiare, studiare, studiare
Carissimo Giovanni,
                             il tuo articolo, sul quale ho riflettuto a lungo prima di risponderti, pone, come al solito, grosse problematiche che ci interrogano di fronte agli ultimi tragici avvenimenti. Vorrei dare anch'io un modesto contributo alla riflessione. Innanzi tutto, perché ci turbiamo di fronte agli ultimi sanguinosi episodi, che hanno riguardato città della vecchia Europa? Credevamo di essere immuni dall'ondata di guerra e di morte, che tocca vaste aree del Mediterraneo e del Medio-Oriente? Non sappiamo che intere città e interi stati sono stati cancellati da bombardamenti e da conflitti interni su cui molti del buon mondo occidentale lucrano in modo infame? Quante centinaia di migliaia se non milioni di vittime - e non poche centinaia, come in Europa - ha fatto una guerra in essere, anche se non dichiarata? Oggi si mescolano in una miscela esplosiva denaro, religione, tecniche dell'informazione per non parlare della formazione: in pochi mesi avviene la radicalizzazione religiosa dei disperati, che poi organizzano le assurde stragi cui assistiamo.  Ma guardiamo un attimo all'Italia e in particolare alla scuola: vi ho lavorato per quasi 40 anni, credendo sempre alla sua funzione educativa secondo l'obiettivo di formare "cittadini sovrani", come insegnava il grande don Milani. Oggi ne restano brandelli miserevoli, grazie alle continue riforme, dalla Berlinguer alla "nuova scuola" del duo Renzi-Giannini! La Costituzione, baluardo di etica e di civismo, la si vuole stravolgere da politici, la cui arroganza è proporzionale alla loro inettitudine, ignoranza e  corruzione. Siamo da anni immersi in una trasformazione epocale, quella della globalizzazione, ma quanti politici, italiani e stranieri, sono all'altezza del momento storico che viviamo? Concludo ricordando r le parole sempre attuali del vecchio Marx: La politica è studio: guai a chi si perde nei vuoti giri di parole, phraseur-parolaio; odiare a morte i politicanti da strapazzo e la loro ciarlataneria. Pensare con rigore logico ed esprimere chiaramente i pensieri: ciò impone di studiare, studiare, studiare!  Un abbraccio
Mauro Matteucci

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