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www.ildialogo.org Auguri a Noi Siamo Chiesa per i suoi primi vent'anni,di Giovanni Sarubbi

Auguri a Noi Siamo Chiesa per i suoi primi vent'anni

di Giovanni Sarubbi

Cari Amici e care amiche di Noi Siamo Chiesa,
in occasione del vostro ventesimo anniversario dalla fondazione, voglio esprimervi la mia vicinanza ed il mio augurio per il prosieguo della vostra iniziativa.
Ricordo ancora oggi quando nel 1996 lessi l’appello che ha dato inizio al vostro movimento. Ricordo il piacere che provai nel verificare che c’era chi nella chiesa cattolica tentasse di percorrere strade diverse da quelle della gerarchia cattolica che, con Papa Giovanni Paolo II, aveva virato decisamente a destra rispetto alle aperture del Vaticano II e agli stessi papati di Paolo VI e Giovanni Paolo I.
Una quindicina di anni fa ho assistito ad una scena che mi ritorna spesso alla mente, soprattutto quando partecipo a riunioni o assemblee di qualsiasi tipo esse siano, di partito, sindacali, associative, religiose. Ero a Roma, era sera ed era un sabato di giugno. Ero insieme ad un gruppo di amici e andammo in giro per la città provenienti da piazza Cavour, la piazza della Cassazione. Quando entrammo nella piazza la trovammo piena della solita umanità che da sempre la popola: giocolieri, artisti, gli uomini statua, turisti, centinaia e centinaia di persone sedute ai tavolini dei molti bar e ristoranti. Insomma quella sera era particolarmente piena. In fondo alla piazza notammo uno spazio recintato. C’era un palco e davanti ad esso un numero consistente di sedie. Proprio mentre arrivammo vedemmo uscire dalla chiesa che è presente nella piazza un corteo religioso. Alla testa del corteo c’era un alto prelato incartapecorito, tutto avvolto nei suoi paramenti sacri, mitria, bastone pastorale, mantello. Era tutto luccicante per le numerose pietre preziose di cui questi paramenti erano pieni ed il luccichio era ancora maggiore sotto le luci che illuminavano la piazza. Riconobbi subito il personaggio, era il cardinale Camillo Ruini, all’epoca presidente della CEI e Vicario del Papa per la diocesi di Roma, insomma l’uomo più potente della chiesa cattolica visto che il Papa, che allora era Giovanni Paolo II, era gravemente malato e tutte le decisioni passavano, in attesa della sua morte, per le mani di un triunvirato composto da tre cardinali che erano Ruini, RE, Ratzinger.
Il corteo si mosse dalla chiesa e raggiunse lo spazio recintato in fondo alla piazza. Sul palco c’era un altare e Ruini venne intronizzato e la funzione religiosa iniziò.
Tutta la piazza continuò nelle sue attività come se nulla fosse. Nessuno si voltò neppure a guardare il corteo che passava. Nessuno si fermò neppure un attimo al sentire le musiche sacre che provenivano dal fondo della piazza. Erano due mondi separati che solo casualmente stavano nello stesso luogo fisico.
Quest’immagine rappresenta bene quella che ancora oggi è la realtà della chiesa cattolica, nonostante Papa Francesco.
Una chiesa che è un vero e proprio corpo separato rispetto alla società. Una chiesa che è la negazione dell’idea che la parola ecclesia aveva ai tempi degli apostoli, che significava assemblea, organizzazione laica e niente affatto religiosa che democraticamente decideva sulla vita della comunità. Ecclesia contrapposta al tempio, luogo sacro per eccellenza. Un’idea cancellata completamente dalla vita dei credenti cattolici oggi, che vivono in una struttura farisaica (per l’appunto separata), rigidamente monarchica nella quale, a cominciare dal semplice prete, è tutto nelle mani dei chierici e dove non vive affatto lo spirito evangelico del servizio (“chi vuol essere primo serva” Mt 20,26-27), ma quello della oppressione sotto una pila enorme di peccati che solo la chiesa e i suoi funzionari possono rimettere.
Oggi abbiamo una chiesa prigioniera dei propri statuti, delle proprie teologie, dei propri ministri di culto, dei propri “funzionari di Dio”, che sfruttano il bisogno di accoglienza, di misericordia, di aiuto che, soprattutto i poveri e gli oppressi hanno, per impinguare se stessi. E i casi di cronaca continui di preti ladri, di ordini religiosi preda del dio denaro e spesso contigui con associazioni criminali, dicono di quanta distanza c’è fra le cose che pure dice oggi Papa Francesco ed il corpo reale della Chiesa di cui egli è ha capo. Una chiesa per di più misogina, ammalata di potere come metteono bene in luce sia gli scandali finanziari che quelli sessuali, entrambi figli del potere, due facce della stessa moneta.
I seguaci di Gesù di Nazareth hanno bisogno di liberarsi delle strutture oppressive che sono state costruite sulla sua figura. Abbiamo bisogno di far ripartire una teologia della liberazione che ci faccia riscoprire la sequela di Gesù e non la sua adorazione.
Vi auguro così di poter essere quella associazione che sempre più metta in pratica e faccia vivere questa necessità all’interno della Chiesa Cattolica ma anche in tutte le altre tante confessioni cristiane esistenti. Chiese cristiane divise ma che, sulle cose negative, hanno tutte gli stessi comportamenti in una sorta di “ecumenismo del male” che ha portato il nostro mondo sull’orlo del baratro.
E mi auguro che voi possiate essere strumenti di pace, stimolatori dell’impegno alla pace e alla ricerca costante del dialogo con altre religioni che sono anch’esse per lo più vittime dello stesso “ecumenismo del male” che esiste nell’ambito delle confessioni cristiane.
Auguri dunque e che ci si possa ritrovare sempre più spesso, uomini e donne di volontà buona, a difendere la nostra umanità, a ritrovarsi uniti nella lotta contro l’oppressione dell’uomo sull’uomo.
“Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. (Gv 1,18)”. Questo passo del vangelo di Giovanni è sempre stato interpretato in modo spiritualista mentre invece esso ci invita a guardare al povero, all’oppresso, all’umanità che è sotto i nostri occhi così come sono sotto i nostri occhi gli sfruttatori, coloro che opprimono gli uomini e le donne per trarne vantaggio materiale, distruggendo la comunità umana e la Madre Terra su cui viviamo. Il Dio di Gesù è l’umanità e dall’umanità dobbiamo ripartire.
Auguri cari fratelli e care sorelle sulla via di Gesù.
Giovanni Sarubbi



Lunedì 30 Maggio,2016 Ore: 17:36
 
 
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