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www.ildialogo.org "...il regime militare che odio con tutto il cuore"!,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
"...il regime militare che odio con tutto il cuore"!

di Giovanni Sarubbi

In tempo di guerra la verità è così preziosa che dovrebbe sempre essere protetta da una guardia del corpo composta da inganni[1]. Questa celebre frase alcuni la attribuiscono a Winston Churchill, per la conduzione di tutta la fase precedente lo sbarco in Normandia durante la seconda guerra mondiale; altri la attribuiscono a Stalin. Chiunque ne sia l’autore, la frase descrive bene il comportamento degli apparati militari sia in tempo di guerra che in tempo di pace.
I giornalisti sanno che quando si ha a che fare con fatti legati ad attività militari, non ci si può mai attendere nulla di corrispondente alla verità, né dai comunicati ufficiali né dalle indiscrezioni che provengono dalle forze armante.
Un mio amico tantissimi anni fa, nel 1976 per la precisione, mi raccontò un episodio capitatogli durante il suo servizio militare che allora era obbligatorio. Si trovò a fare una settimana di guardia ad una polveriera dell’esercito che si trovava nella zona di competenza della caserma dove egli prestava servizio. Quando arrivarono nella polveriera l’ufficiale di servizio radunò tutti i soldati per spiegare loro quale doveva essere il loro comportamento, le cosiddette “regole di ingaggio”. L'ufficiale spiegò la procedura da seguire nel caso qualcuno tentasse di avvicinarsi alla polveriera. «Prima gli dovete intimare altolà chi va là – spiegò l’ufficiale - e glielo dovete intimare tre volte. Se la persona non si ferma e non indietreggia gli dovete intimare per tre volte “Altolà fermo o sparo”; se ancora non si ferma dovete sparare in aria un colpo di avvertimento. Se ancora non si ferma allora potete sparargli addosso». A quel punto l’ufficiale così concluse il suo discorso:«Queste sono le regole scritte. Se però voi vi trovate in questa situazione sparategli direttamente addosso, perché poi tanto si trova sempre la via per giustificare tutto». È la filosofia di Curchill applicata a 360 gradi in ogni campo della vita militare. La verità blindata da inganni.
È quello che, con ogni probabilità, è accaduto con la vicenda dei “due Marò”, che in questi giorni ha portato al rientro in Italia dell’unico marò rimasto ancora in India in attesa del processo.
Nessuno saprà mai la verità, quella vera, su che cosa sia successo al largo del golfo del Kerala in India il 15 febbraio del 2012. Nessuno saprà mai se i due marò arrestati siano o meno stati gli autori materiali dell’omicidio di due pescatori indiani. C’erano altri 4 di marò su quella nave a cui nessuno ha contestato nulla e siamo certi che essi, anche sotto tortura, non diranno mai nulla di diverso di quella che è la versione ufficiale sostenuta dal governo e dalle forze armate. Nella vita militare lo chiamano “onore”, “cameratismo” o “spirito di corpo”. Nella vita civile il nome usato è diverso.
In tutta la vicenda dei “due marò”, quello che risalta sono la strumentalizzazione fattane da parte delle forze politiche di destra, fascisti e neonazisti in prima fila; ma anche la diffusione della idea che i corpi militari vanno comunque sostenuti, a prescindere da quello che fanno, perché rappresenterebbero l’Italia. C’è il riemergere di un militarismo diffuso che ci riporta indietro ai tempi della prima e della seconda guerra mondiale che sta travolgendo quel poco che oramai resta, nella coscienza della gente,  della nostra Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza.
Noi ci permettiamo di affermare che nessuno è superiore alla legge. Ciò succede solo nei regimi dove vige la monarchia assoluta o nelle dittature militari.
Per conto nostro e a prescindere da ciò che la magistratura accerterà, se mai accertamento ci sarà, noi stiamo con i pescatori indiani uccisi, vittime di un sistema economico e politico infame, che non tiene in alcun conto i diritti umani dei singoli e dei popoli. Stiamo dalla parte dei diseredati e degli ultimi della Terra.
E siamo contro marce e parate militari e con Einstein ripetiamo:
«Questo argomento (la guerra) mi induce a parlare della peggiore fra le creazioni, quella delle masse armate, del regime militare voglio dire, che odio con tutto il cuore. Disprezzo profondamente chi è felice di marciare in ranghi e nelle formazioni al seguito di una musica; costui ha ricevuto solo per errore il cervello: un midollo spinale gli sarebbe più che sufficiente. Bisogna sopprimere questa vergogna della civiltà il più rapidamente possibile. L'eroismo comandato, gli stupidi corpo a corpo, il nefasto spirito nazionalista, come odio tutto questo! E quanto la guerra mi appare ignobile e spregevole!
Sarei piuttosto disposto a farmi tagliare a pezzi che partecipare ad un'azione cosi miserabile. Eppure, nonostante tutto, io stimo tanto la umanità da essere persuaso che questo fantasma malefico sarebbe da lungo tempo scomparso se il buon senso dei popoli non fosse sistematicamente corrotto, per mezzo della scuola e della stampa dagli speculatori del mondo politico e del mondo degli affari.
Albert Einstein»[2].
Siamo con i diseredati e vorremmo che a marciare il 2 giugno, nella festa della nostra Repubblica, fossero i diseredati di tutto il mondo e non i militari con al seguito i loro strumenti di morte. A pochi anni dalla fine della seconda guerra mondiale l'Italia ripudiò la guerra, oggi ci risiamo di nuovo dentro con milioni di morti invisibili ai più, accecati dalla propaganda e dal militarismo che i venditori di armi sponsorizzano.
Giovanni Sarubbi

NOTE
[1]  Affermazione tratta dal documentario “Gli inganni del d-day” visibile su Youtube
[2]  Come io vedo il mondo - Newton Compton Editore



Domenica 29 Maggio,2016 Ore: 13:04
 
 
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