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www.ildialogo.org Siamo una sola umanità!,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Siamo una sola umanità!

di Giovanni Sarubbi

«Siamo in guerra: lo ha detto anche un pacifista socialista come il presidente francese Hollande, un classico esempio di utopista aggredito all'improvviso dalla realtà. In questa guerra l'Occidente ha le migliori armi e la migliore tecnologia. Ma può perdere, perché gli manca l'essenziale: una spiritualità della guerra. L'Isis non ama Osama bin Laden, ma le sue pubblicazioni ne ripetono il teorema, espresso in una sfida all'Occidente: vinceremo noi, perché voi amate la vita e noi amiamo la morte».
Chi scrive queste parole, che sono un appello alla guerra e all'uso delle armi da parte del cosiddetto Occidente contro l'ISIS, non è un generale di professione ma è uno studioso cattolico di fama internazionale. Si tratta del sociologo delle religioni Massimo Introvigne, direttore del CESNUR - Centro studi sulle nuove religioni – www.cesnur.org, famoso per la sua “Enciclopedia delle religioni”.
L'articolo è stato scritto il 22-11-2015 ed ha per titolo: «La loro forza è nella morte per Allah. E la nostra?» ed è stato pubblicato on-line sul sito lanuovabq.it . Credo sia un articolo da leggere tutto per capire fino in fondo che cosa sia la “teologia della guerra” e su quali idee essa si basi. Idee che sono ancora tutte ben radicate nella tradizione “cattolica” dove è possibile trovare gli inni alla “spiritualità della guerra”, come quello di Introvigne, ma anche “La guerra è follia” di Papa Giovanni XXIII, con la Pacem in Terris, ripreso da Papa Francesco nel suo discorso a Redipuglia del 2013. Quale è la dottrina giusta per i cattolici, quella di Introvigne, che cita Plinio Corrêa de Oliveira, leader cattolico, considerato uno dei più grandi interpreti del pensiero controrivoluzionario che ha ispirato tutte le dittature sud americane, oppure quella di Papa Giovanni XXIII e Papa Francesco? Può un cattolico fare sua una frase come “l'Occidente ha le migliori armi e la migliore tecnologia”? Le armi migliori per che cosa, per chi, per quali obiettivi? In queste migliori armi sono comprese le bombe atomiche, o quelle chimiche o batteriologiche? Come può un cattolico considerare in modo positivo le armi che sono strumenti di morte e distruzione?
Su ogni affermazione di questo testo di Introvigne, credo si possa sviluppare una analisi per realizzare quella “teologia della pace” che è, di fatto, sconosciuta alla grande maggioranza dei cristiani di tutte le confessioni e non solo di quelli cattolici.
Testi come “Tu non uccidere” di don Primo Mazzolari, o “L'obbedienza non è più una virtù”, di don Lorenzo Milani, o la “Pacem in terris” di Giovanni XXIII, sono scompari dall'orizzonte culturale odierno e siamo di nuovo alla magnificazione della “professione militare” giudicata nobilissima, perché, secondo Introvigne, i militari sarebbero disponibili “a sacrificare la propria vita per proteggere le vite degli altri”. Ed Introvigne cita Benedetto XVI, non un papa del medioevo, per aver canonizzato, nel 2009, un generale portoghese morto nel 1431, canonizzato “perché era stato un buon militare, e un militare santo”. Si può uccidere, fare stragi e allo stesso tempo essere considerato “santo” dalla Chiesa Cattolica! È ancora possibile oggi sostenere una tale dottrina che non esito a definire aberrante?
NO! Diciamo NO, tre volte NO! Questa logica è quella che ha sostenuto e giustificato le immani stragi del secolo scorso, quelle delle due guerre mondiali che, insieme, hanno provocato più di cento milioni di morti e altre centinaia di milioni di mutilati, orfani, vedove, distruzioni immani di città e di interi territori ridotti a crateri di bombe, macerie, o zone altamente tossiche. Questi sono i risultati delle “armi migliori” di cui parla Introvigne.
L'appello di Introvigne a favore di un recupero di una “spiritualità dell'eroismo” che consisterebbe nel sapere che ci sono valori per cui vale la pena di combattere e di morire”, fa il paio con la “spiritualità” dei terroristi dell'ISIS o di Al Qaeda che, afferma Introvigne, non hanno “paura di morire per Allah”. Terroristi sono l'ISIS, chi la finanzia e chi la sostiene, e terroristi sono tutti quelli che in occidente fanno appello al recupero della “spiritualità della guerra”. Alla fine di ogni guerra, i reduci hanno dovuto prendere atto, sulla propria pelle, che gli unici “valori” per i quali essi avevano combattuto, erano costituiti dalle ricchezze delle nazioni contro cui era stata dichiarata guerra.
L'articolo di Introvigne costituisce il tentativo di dare un corpo di idee all'estremismo di matrice “cristiana”, quello che è stato incarnato negli USA dalla presidenza di George BUSH o dalle chiese protestanti che lo sostenevano, e che in Europa viene incarnato dalle politiche dei partiti della destra xenofoba e razzista. Un estremismo apparentemente opposto a quello dell'ISIS ma con l'unico obiettivo convergente che è quello della guerra, per far vendere armi, che sono diventate il vero business della realtà attuale, quello che non conosce crisi.
E' dunque sempre più urgente che la “teologia della pace” ritorni a far sentire alta la sua voce e ingaggi uno scontro di idee con la “teologia della guerra” che permea ancora la società e che si nasconde nella vita quotidiana delle religioni strumentalizzandole.
Fino a quando continuerà ad essere sostenuta l'idea che “in guerra non è peccato uccidere”, come è stato insegnato per secoli ai contadini di tutto il mondo chiamati alle armi dai propri Re, principi, imperatori o Presidenti, l'umanità continuerà a combattere, a distruggere se stessa e la Terra che ci ospita.
Importante è stata, dunque, l'iniziativa del 6 dicembre scorso a Monteleone di Puglia, unico comune d'Italia che ha deciso di installare, lo scorso 4 novembre, una lapide sul monumento ai caduti della Prima Guerra mondiale, riportante la frase “La guerra è follia”, pronunciata da Papa Francesco a Redipuglia nel 2013.
Il convegno, al quale ho partecipato con una relazione sul rapporto tra informazione e guerra, è stato riuscitissimo. Circa 400 persone sono state impegnate, dalle 10 di mattina fino alle 18 della sera, ad ascoltare e a partecipare alle due sessioni nelle quali è stata organizzata la giornata.
Scopo del convegno è stato sia quello di far conoscere la storia vera della Prima guerra mondiale, che l'allora Papa Benedetto XV definì “l'inutile strage”, sia di gettare le basi per la realizzazione a Monteleone di una “Scuola di pace”, che contribuisca quindi alla formazione delle coscienze e a dare a tutti gli anticorpi necessari a contrastare la “teologia della guerra”, che prorompe da ogni schermo TV, e a consentire a tutti di contrastare le azioni di guerra quando esse vengono decise dai propri governi, che lo fanno di solito sulla testa dei propri cittadini che si trovano in guerra senza averlo deciso ne voluto.
Le relazioni storiche tenute a Monteleone, nella prima parte del convegno, hanno infatti dimostrato come tutta la propaganda che ancora oggi, a distanza di un secolo, sostiene l'entrata in guerra dell'Italia nella Prima guerra Mondiale, è falsa e ipocrita. La prima guerra mondiale fu un grande imbroglio sotto tutti i punti di vista, sia perché si sarebbe potuto ottenere quello che poi si è ottenuto dall'Austria senza sparare un solo colpo e senza far morire nessuno (e a distanza di un secolo non è certo neppure il numero delle vittime italiane stimato in 700mila), sia perché le spese della guerra hanno prodotto una corruzione senza precedenti, facendo esplodere il debito pubblico dell'Italia dai 13 miliardi di prima della guerra ad oltre 94 miliardi dopo la sua fine. Debito pubblico che la corruzione ha gonfiato a dismisura e che ha pesato sulle casse dello Stato per oltre un cinquantennio, giungendo fin quasi ai nostri giorni.
Anche oggi l'Italia è in guerra ma nessuno lo sa. I mass-media mistificano la realtà. I parlamentari singolarmente o come partiti non pongono, come questione prioritaria della loro attività, l'uscita dell'Italia dalla “terza guerra mondiale a pezzi”, come l'ha definita Papa francesco. La legalità costituzionale è stracciata da chi ha giurato di difendere la Costituzione. Si arriva al punto che la ministra della “difesa” Pinotti giunge a dire che nell'art. 11 della Costituzione ci sarebbe sia “il ripudio della guerra”, sia la possibilità per l'Italia di fare quello che sta attualmente facendo, cioè partecipare con uomini e mezzi alle operazioni militari nel medio oriente, in Afghanistan, e in altre decine di missioni militari in giro per il mondo, in quella che viene definita “coalizione a guida USA”, di cui nessuno ha mai discusso alcunché e nella quale ci troviamo senza che né il parlamento né l'opinione pubblicano sappiano nulla.
Se la ministra Pinotti fosse uno studente di diritto, sarebbe bocciata senza appello. Del resto è proprio vero non si può “cavare sangue da una rapa”.
È dunque necessario oggi più che mai impegnarsi in un opera di informazione corretta, perché non possiamo aspettare cinquant'anni, questi sono i tempi minimi degli storici, per capire di essere stati imbrogliati sulla guerra in corso, su tutti gli avvenimenti legati all'11 settembre 2001 e ai vari attentati in Europa che sono seguiti, fino all'ultimo del 13 novembre a Parigi, su Al Qaeda, sull'ISIS, sulle aggressioni all'Afghanistan alla Libia, alla Siria, allo Yemen, sulle 40 guerre in corso, sull'islamofobia sempre crescente che criminalizza un'intera religione per sostenere la guerra e fare gli interessi dei mercanti d'arme. Dobbiamo fermare la guerra ora!
È giusto quindi sostenere tutte le iniziative, come quella di Monteleone di Puglia, per far crescere la coscienza civica della popolazione. Bisogna impedire che i grandi mass-media continuino a disinformare sulla guerra in corso e a soffiare sulla paura per l'islam per sostenere questa guerra, che è sempre più una follia.
Siamo guidati da una banda di matti che sono però in grado, grazie alla disinformazione realizzata dai mass-media che questi stessi matti posseggono o controllano, di presentarsi come persone di cuore e perbene e anche rispettose delle leggi che però essi allegramente calpestano.
La guerra non è mai la soluzione giusta. MAI, MAI, MAI! Ogni guerra getta le basi per quella successiva, senza soluzione di continuità. Altro che “migliori armi”. La migliore arma è quella che non è mai stata costruita.
Questa è la vera spiritualità che dobbiamo diffondere: quella di chi sa accogliere le differenze, dialogare con tutti, condividere tutto con tutti, promuovere la pace e bandire la guerra. Perché tutti siamo una sola umanità e non ci sono “altezze”, Re, principi, imperatori, presidenti ..., che ci dispensino dall'essere uomini.
Giovanni Sarubbi
Sul convegno di Monteleone di Puglia leggi questi altri interventi:
 



Domenica 13 Dicembre,2015 Ore: 12:37
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Bruno Antonio Prof.Bellerate Rocca di Papa (RM) 15/12/2015 12.22
Titolo:D'accordo
Condivido "sostanzialmente", ma rivedrei il...linguaggio!

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