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www.ildialogo.org Abbiamo bisogno di futuro,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Abbiamo bisogno di futuro

di Giovanni Sarubbi

Senza la sinistra non c'è futuro”, questo il titolo di un dibattito che si è svolto domenica scorsa alla Festa dell'Unità tenuta nella villa Comunale di Avellino. Festa organizzata, sotto le bandiere del PD, non da una delle sezioni cittadine del PD bensì dalla componente di “sinistra” di una di esse. “Festa dell'Unità”, dunque, per marcare una differenza, una divisione, una propria presenza organizzata all'interno di un contenitore, che è il PD, nel quale convivono, o meglio si scontrano, diverse anime. Altro che unità!
La mia prima reazione al titolo del dibattito è stata quella di dire, a qualcuno del PD che ho incontrato e che conosco, «sbagliate come al solito prospettiva. Non c'è futuro se manca il pane, se continua la terza guerra mondiale a cui anche l'Italia partecipa, se continua il degrado ambientale, non senza la “sinistra” identificata in voi stessi. Continuate a parlare di voi stessi, delle vostre beghe interne, ma non dite nulla dei contenuti della politica. E quale sarebbe la “sinistra” di cui parlate? Quella che finanzia la missione militare in Afghanistan da 14 anni al costo di un miliardo all'anno? Oppure quella che ha fatto le privatizzazioni che hanno impoverito la grande massa dei lavoratori italiani e arricchito i soliti noti? O quella come SEL, che recentemente ha votato per l'embargo nei confronti della Russia e ha sostenuto i fascisti ucraini di Poroshenko, o che ha salvato il Leghista Calderoli dall'accusa di razzismo, che era stato formulato nei suoi confronti dopo le sue parole indegne nei confronti della ministra Kyenge?». Quando ho saputo che al dibattito avrebbe partecipato Gianni Cuperlo me ne sono andato. Non credo sia utile per nessuno perdere tempo dietro a questi “leader” allevati in batteria, che campano di politica da sempre e che non sanno nulla di quello che vive la gente reale. Per questa gente andrebbe bene la definizione di “boiardi”, o quella di “mandarini”, con riferimento ai "mandarini cinesi", coniata nel biennio 68-69 contro gli allora dirigenti sindacali nazionali per indicare la loro distanza dalla gente comune e dai loro problemi.
Presenti a questo “dibattito”, per celebrare se stessi, nemmeno cento persone, quasi tutti over 65. E intanto la grande massa delle persone passeggiava tranquillamente lungo l'adiacente corso.
Ho provato a parlare con i miei interlocutori di privatizzazioni. Ho fatto esempi concreti che riguardano un settore fondamentale come quello della sanità, che è la privatizzazione più vergognosa realizzata finora, perché i privati che si sono appropriati del bene pubblico della salute dei cittadini, sono al tempo stesso dipendenti del servizio sanitario nazionale. Mi riferisco ai medici che gestiscono oramai la sanità a loro uso e consumo in molti modi perversi. C'è chi si accontenta (si fa per dire) di far sapere in via informale ai pazienti che per ottenere un ricovero urgente nel proprio reparto è meglio prima passare per il suo studio privato, dietro pagamento di laute parcelle. Ci sono primari che decidono, per ottenere il riconoscimento di reparto ad alta specializzazione, di fare solo o prevalentemente determinate prestazioni. Un primario di chirurgia decide, ad esempio, di dedicarsi solo alla “chirurgia oncologia”, mettendo in liste di attesa lunghissime tutte le altre operazioni meno impegnative ma più utili alla collettività. Così chi deve farsi un'appendicite deve andare alla clinica privata. E poi c'è l'intramoenia, che è di fatto diventata l'attività principale negli ospedali. Si tratta di quell'attività fatta nelle strutture ospedaliere, da medici ospedalieri, in orario diverso da quello normale di lavoro, dietro pagamento di una parcella, di cui una parte finisce nelle casse dell'ospedale. È il meccanismo che ha fatto esplodere il fenomeno delle liste d'attesa lunghissime per qualsiasi attività. E quello che per via normale si può ottenere dopo un anno dalla richiesta, in intramoenia si ottiene in pochi giorni, ma il cittadino deve pagare. E c'è la privatizzazione persino nel settore delicatissimo dell'emergenza, il 118. In regioni come il Lazio o la Lombardia, il 118 regionale ha affidato il servizio pubblico nei vari territori a “cooperative” fittizie o ad associazioni ONLUS, anch'esse fittizie, che possiedono ambulanze e che sfruttano, oltre ogni limite, personale infermieristico che lavorano in condizioni di schiavismo, con turni di 24 ore e con retribuzioni ricevute dopo tre o quattro mesi e in quantità assolutamente inadeguate rispetto alla prestazione effettuata. La privatizzazione della sanità ha quindi avuto come risultato lo Stato che favorisce la speculazione privata di propri dipendenti sulla pelle dei cittadini e lo Stato che legittima lo sfruttamento selvaggio, un vero e proprio schiavismo, nei confronti degli operatori infermieristici.
C'è qualcuna delle molte “sinistre” di cui è popolata la politica italiana che dice nulla contro le privatizzazioni, tutte le privatizzazioni nessuna esclusa? C'è qualcuno disponibile a scrivere a caratteri cubitali nel suo programma politico “con le privatizzazioni non c'è futuro”?
I dirigenti dei cosiddetti partiti di sinistra sono oramai una sorta di “clero laico”, che si autoriproduce al di fuori e al di sopra di quelle classi sociali che pretende di rappresentare.  Anche a volerli rianimare uno a uno con una prolungata respirazione bocca a bocca (e la cosa mi desta profondo disgusto) non si riuscirebbe a ricavare un solo dirigente con un minimo di credibilità e di onestà capace di rimettere in piedi un partito in grado di impegnarsi contro il liberismo dilagante, contro la ricchezza concentrata in pochissime mani che provoca povertà e miseria per il 90% della popolazione, contro la guerra, contro la devastazione dell'ambiente, contro il razzismo dilagante. E, si badi bene, il fenomeno riguarda anche i molti partiti e partitini di destra, vista l'enorme massa di coloro che non vanno più a votare.
Questo è, amaramente lo stato dell'arte della cosiddetta “sinistra italiana” che sa parlare di se stessa, che arde dal desiderio di entrare nelle stanze del potere per continuare a fare ciò che si è fatto finora, cioè servire chi tiene molti soldi per fargliene fare sempre di più.
E se questo è stato possibile, se la grande maggioranza del popolo italiano non va più a votare e guarda con disgusto alla politica, ciò è dovuto alla “ignorantizzazione” (passatemi il termine) che da decenni viene realizzata nel nostro paese dalle TV spazzatura, servizio pubblico compreso. Faccio un esempio.
Mi capita spesso di raccontare, quando vado in giro per negozi o quando sto in luoghi pubblici, del degrado ambientale. Parlo a tutti dei “continenti di plastica” che esistono nell'oceano pacifico. Si tratta di due ammassi di plastica di tutti i tipi buttati a mare da tutti i paesi del mondo che le correnti marine hanno concentrato nella parte nord dell'oceano Pacifico fra il Giappone e l'America del nord. Ne sono stati individuati due con un estensione vasta quanto due volte l'India. Ne ho parlato ultimamente con una negoziante che, poveretta, era in evidente difficoltà perché non comprendeva neppure le semplici parole che io usavo. Non comprendeva il termine “continente”, non sapeva cosa fosse l'oceano Pacifico, forse sapeva cos'era l'India ma non aveva idea di quanto fosse estesa. Mi rispose:«Si avete ragione, io preferisco comprare il pesce surgelato!».
Nella politica italiana di surgelato c'è il cuore dei boiardi o clero di sinistra che dir si voglia. Persone abili a saltare sul primo treno in corsa che li porta dritti nelle stanze del potere ma incapaci di mettersi con la gente semplice a intessere rapporti umani, ricostruire solidarietà partendo dal recupero di ciò che “i boiardi di sinistra” hanno svenduto quando sono stati al potere per mantenere le loro rendite, i loro gruppi parlamentari, i loro “partitini” inutili e incapaci di amore per il popolo di cui non si sentono parte, considerandosi essi “classe dirigente”.
Abbiamo bisogno di futuro e perciò occorre ripartire dai contenuti di una politica che sconfigga finalmente quella parte minoritaria della società (poco meno del 10%) che accentrando su di sé tutte le ricchezze e tutto il potere ha ridotto il nostro paese ed il mondo alla miseria, alla guerra, e ad essere una pattumiera globale.
Uomini e donne di pace cercasi!
Giovanni Sarubbi



Domenica 20 Settembre,2015 Ore: 11:29
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
giulia guzzo San Giovanni in Fiore (CS) 28/9/2015 09.21
Titolo:La sinistra è rimorta
Su il Fatto Quotidiano del 23 settembre Andrea Scanzi ,a proposito del Museo di Ghilarza che il PD non finanzia più e che quindi rischia di morire,scrive;"E' rimorto Antonio Gramsci...probabilmente un pensatore cosi' enorme,e cosi' libero,è ancora per molti imbarazzante.."A questo io aggiungo che la sinistra di oggi è una falsa sinistra,quella vera è rimorta con Renzi e i suoi più cari amici che del comunismo,di Gramsci e dell'unità dei lavoratori non conoscono granchè. C'è bisogno più che mai  oggi di una forza di sinistra che faccia gli interessi dei lavoratori e di tutti coloro che in questo nostro Paese non hanno voce e non hanno diritti.

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