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www.ildialogo.org Organizzare il dialogo, l'accoglienza, la convivenza pacifica,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Organizzare il dialogo, l'accoglienza, la convivenza pacifica

di Giovanni Sarubbi

Ancora una volta i mezzi di comunicazione di massa fanno da traino alle iniziative razziste di gruppi politici di stampo neofascista e neonazista. Questi gruppi inscenano proteste in coincidenza col trasferimento in centri di accoglienza di piccoli gruppi di rifugiati. Attaccano le forze di polizia. Si generano scontri violenti sotto l'occhio delle telecamere. Poliziotti e manifestanti rimangono feriti. E subito dopo questi delinquenti vengono intervistati, e si mostrano disperati e rivendicano il loro “diritto” a “difendersi” dall'invasione, come se la Terra fosse di loro esclusiva proprietà e loro gli unici esseri viventi ad avere il diritto di vivere. Vengono fatti passare per “martiri della libertà”. E poi ci sono i “politici” che li coprono e li incitano allo scontro e lo fanno dalla TV di stato e dalle TV private, che coccolano questi leader nel nome della “libertà di opinione”, che è come dare credito a quei capi della camorra che dicevano di essere vittime del complotto di giudici comunisti e quindi nemici della “libertà”. Ancora più grave è quando questi “politici” sono alti rappresentanti istituzionali, presidenti di regione o sindaci, che dimenticano il loro giuramento sulla Costituzione che prevede l'accoglienza dei rifugiati e la condanna netta di ogni forma di razzismo.
Mentre da una lato si dà ampio spazio mediatico alle idee negative, all'odio e alla violenza, nessuno spazio viene dato alle iniziative di tantissimi cittadini che, senza essere organizzati in alcuna struttura partitica o associativa, si stanno dando da fare per aiutare i profughi a sopravvivere, fornendo loro cibo, oggetti di prima necessità, possibilità di dormire o di ricongiungersi con i loro familiari in Italia o in altri paesi.
Succede, per esempio, a Roma dove, nei pressi della stazione Tiburtina, c'è un centro, il centro “Baobab”, che funziona proprio così, con il passa parola dei cittadini, senza alcuna organizzazione politica o di qualsiasi altro tipo che possa metterci su la propria insegna. A queste iniziative non viene dato alcuno spazio.
E i gruppi politici razzisti sanno di poter contare sui mass-media. Sono così arroganti che pur dichiarandosi difensori delle “radici cristiane dell'Europa” (ma su quale catechismo hanno studiato?), si permettono di attaccare apertamente il Papa, la massima autorità della Chiesa Cattolica, per le sue parole e le sue azioni a favore dei profughi e dei poveri. Colpisce che di fronte a tali attacchi, che hanno del vergognoso per il loro contenuto e per il livore con cui vengono fatti, non ci sono dichiarazioni indignate di chicchessia, nè denunce nei confronti di chi le ha pronunciate.
Crediamo sia necessario fare un salto di qualità nell'impegno contro il razzismo da parte di chi ha veramente a cuore il rispetto dei diritti umani ed il rispetto della legalità costituzionale del nostro paese, che da troppi anni viene impunemente calpestata.
C'è, in particolare, la necessità che il diritto alla libertà religiosa, sancito inequivocabilmente dalla nostra Costituzione, venga garantito a tutte le comunità religiose, nessuna esclusa. E sono sempre gli stessi gruppi razzisti, neofascisti e neonazisti, quelli che, ovunque ci sia una comunità musulmana che chiede di poter realizzare un proprio luogo di culto, organizzano manifestazioni di protesta, sobillano la popolazione agitando lo spettro del terrorismo. Ma sono essi stessi gli unici e veri terroristi, perché raccontano bugie su bugie e negano la legalità Costituzionale ed il fondamentale diritto umano alla libertà religiosa.
Da quattordici anni il nostro giornale è il punto di riferimento nazionale della “Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico” che si tiene ogni anno il 27 ottobre. Come oramai facciamo da 14 anni, anche quest'anno, insieme al Comitato promotore nazionale che vede la partecipazione di associazioni e comunità cristiane insieme alle principali organizzazioni musulmane italiane, abbiamo lanciato un appello per la 14a edizione della giornata che si terrà il prossimo 27 ottobre 2015. Anche quest'anno, come gli altri anni, questo appello è stato completamente ignorato dai mass-media nazionali. Non ne siamo stupiti. Nonostante questo silenzio, che dura oramai da 14 anni, le iniziative di dialogo si sono svolte, a centinaia, e continueranno a svolgersi perché la voglia di pace, di accoglienza e solidarietà, di convivenza pacifica è più importante e radicata nel cuore delle persone di tutte le idee di violenza e odio che i mass-media continuano a diffondere con poche lodevoli eccezioni.
Consideriamo estremamente positivo che, nel primo anno del suo pontificato, sia stato lo stesso Papa Francesco ad indirizzare ai musulmani del mondo il tradizionale messaggio di auguri per la fine del Ramadan, che si è chiuso proprio ieri. Quel messaggio ha segnalato al mondo intero l'importanza del dialogo fra cristiani e musulmani e ha chiesto a tutti i cristiani cattolici di cambiare atteggiamento nei confronti dell'Islam, seguendo l'insegnamento del Concilio Vaticano II che, col documento Nostra Aetate, ha invitato i cristiani a rispettare e a dialogare con le religioni non cristiane ed in particolare l'ebraismo e l'islam.
Occorre allora impegnarsi a fondo, checché ne dicano o non ne dicano i mass-media, affinché anche quest'anno si moltiplichino le iniziative di dialogo cristiano-islamico, per rendere sempre più concreto l'appello per la 14a giornata che ci chiede di passare dall'accoglienza alla convivenza pacifica . L'odio e la violenza sono organizzati, occorre che anche la pace, l'amore, la nonviolenza, la solidarietà, l'accoglienza e la convivenza pacifica lo siano altrettanto.
Giovanni Sarubbi



Domenica 19 Luglio,2015 Ore: 17:09
 
 
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