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www.ildialogo.org Noi crediamo nella PACE, vogliamo la PACE, imploriamo la PACE,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Noi crediamo nella PACE, vogliamo la PACE, imploriamo la PACE

di Giovanni Sarubbi

La guerra è sempre più all'ordine del giorno della vita di tutta l'umanità. Ce lo dice l'ultima bugia di guerra detta sul conto della Corea del Nord diffusa da tutti i mass-media di grande diffusione, radio, tv, gradi giornali (vedi link qui e qui ). Una bugia così grande e così palese che lascia attoniti per la sfrontatezza con la quale essa è stata data, segno della impunità di cui godono i principali mezzi di comunicazione del nostro paese che violano i più elementari principi di rispetto della verità che dovrebbero essere a fondamento di una corretta informazione. Il Presidente della Corea del Nord è stato accusato di aver fucilato il proprio ministro della difesa per essersi assopito durante una manifestazione ufficiale. Ma non si sarebbe trattata di una fucilazione “normale”, bensì di una esecuzione particolarmente crudele, eseguita addirittura con un cannone. E il giorno dopo hanno anche pubblicato le presunte foto satellitari del luogo dove sarebbe avvenuta l'esecuzione e del cannone usato per eseguirla. Avrebbero usato un classico cannone antiaereo, quelli che possono sparare solo verso il cielo. Nessuno, dei tanti pseudo giornalisti, lautamente pagati, che hanno riportato la “notizia”, si è chiesto come hanno fatto a sparare ad altezza d'uomo con un cannone che può sparare solo verso il cielo. La notizia è stata diffusa dai servizi segreti della Corea del Sud che, in quanto ad attendibilità, hanno la stessa attendibilità di un tifoso di una squadra di calcio che da notizie su un'altra squadra con cui c'è un odio sportivo profondo. Poi la Corea del Nord ha pubblicato la foto che ritrae il ministro della difesa vivo e vegeto, ma nessuno dei pseudo giornalisti e nessuno dei giornali ha pensato bene né di chiedere scusa né di pubblicare la foto. Non ho particolari motivi di simpatia per la Corea del nord o il suo governo, ma di fronte a bugie così spudorate credo che d'ora in poi guarderò con occhio diverso a quello che viene definito “il dittatore nord coreano”.
Quando si arriva a questi livelli di bugie, significa che il mondo è sull'orlo dell'abisso.
Le grandi potenze sono impegnate in continue esercitazioni militari. In questi giorni è iniziata una esercitazione militare congiunta fra Cina e Russia nel Mediterraneo. Analoghe esercitazioni militari sono state compiute dalla Nato nei mesi scorsi ai confini con la Russia sul fronte Ucraino e a cui ha partecipato anche l'Italia. L'Italia ha mandato suoi mezzi militari in Turchia nelle scorse settimane per esercitazioni Nato. Continuano i combattimenti in Siria, Iraq, Afghanistan, Yemen, Libia ed in decine di paesi dell'Africa. La guerra dei droni, condotta dal Presidente USA Obama e premio Nobel per la pace, continua a mietere vittime innocenti, fra cui recentemente anche un italiano. Le spese degli armamenti continuano ad aumentare con l'Europa e l'Italia fra i primi posti nell'elenco dei produttori ed esportatori di armi. E queste armi finiscono la dove si combatte e da dove arrivano poi, a centinaia di migliaia, i profughi che cercano in Europa salvezza dalla guerra e dalla fame.
Solo un cieco che sia anche contemporaneamente sordo e muto non può rendersi conto che siamo immersi in una guerra mondiale da cui bisogna assolutamente uscire. Si moltiplicano gli appelli. Noi ne pubblichiamo di continuo, l'ultimo, l'ennesimo, di padre Alex Zanotelli.
Ma nessuno reagisce a questi appelli. Ci sono si persone che li firmano, che esprimono commenti di paura, rabbia, impotenza o richiami all'impegno costante per la pace, ma poi non si riesce a mettere insieme che poche persone per protestare, per esempio, contro la guerra in Yemen o contro le altre decine di guerre che infestano soprattutto l'Africa.
L'Italia, che la pace c'è l'ha nella sua Costituzione, è uno dei primi esportatori di armi al mondo, con la principale industria militare proprietà dello Stato. Nessun leader delle grandi potenze, USA, Russia, Cina, India, Inghilterra, Germania, dice parole di pace. La pace dell'umanità non fa parte del loro orizzonte politico. Usano la parola pace per etichettare missioni di guerra, come quella che vorrebbero fare, Italia in testa, nei prossimi mesi in Libia. Parlano di “missioni di pace” che in realtà sono missioni di guerra, come sono state quelle in Afghanistan o in Iraq. Quando si muovono i soldati con le loro armi è guerra, che consiste in uccisioni e distruzioni di massa. Ma la gente ha oramai perso la capacità di analizzare le notizie che vengono fornite quotidianamente da tutti i mezzi di informazione, e così la parola  pace viene venduta come guerra.
L'unico leader mondiale che ha finora detto cose diverse è stato Papa Francesco. Si è impegnato per la pace in Medio Oriente (ottima cosa il riconoscimento, di queste ore, dello Stato Palestinese) e ha dato vita ad una iniziativa mondiale di preghiera per la pace in Siria, che ottenne il risultato di fermare l'intervento diretto delle potenze guidate dagli USA in quel paese. Ha detto e continua a dire parole dure contro i mercanti di armi. Ci sono vescovi, come quello di Aleppo in Siria (vedi link), che invitano a non strumentalizzare l'uccisione di cristiani in Medio Oriente contro l'islam perché questo favorirebbe proprio la cacciata dei cristiani dalla regione medio-orientale ed il proseguimento della guerra. Serve dialogo e non la demonizzazione dell'islam, serve unità di tutte le religioni contro il mostro della guerra che uccide l'umanità nel suo complesso. Questo è quello che dicono le persone più avvedute e ragionevoli presenti in tutte le religioni. Lo ha detto, ad esempio, il Cardinale Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Ma altri all'interno del Vaticano e nella CEI, proseguendo l'appoggio alla guerra che fu del cardinale Ruini, spingono continuamente sulla triste contabilità dei soli morti cristiani nelle tante guerre in corso in medio-oriente o in Africa, facendo anche appello a che l'occidente “cristiano” non chiuda gli occhi di fronte a tali morti. È, oggettivamente, uno stimolo alla guerra, è un dare il consenso a quell'intervento di terra della coalizione guidata dagli USA (una quarantina di paesi fra cui l'Italia) in Siria ed in Iraq, è il dare l'appoggio ad un'azione che va contro ciò che pensano i cristiani che subiscono la guerra come quelli di Siria.
A questo quadro, va aggiunto il recente incontro degli Ordinari militari d'Europa tenutosi a Parigi l'11 maggio scorso. A questo incontro, presieduto dal card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, è stato inviato un messaggio dal Cardinale Parolin, Segretario di Stato vaticano, che, a nome di Papa Francesco, ha affermato che «La professione militare mostra la sua nobiltà e la sua necessità soprattutto quando è messa a servizio di buone cause come il perseguire la pace, il rispetto del diritto, la protezione dei poveri e dei deboli, l‘opposizione a coloro che vogliono la guerra» (vedi link). Non so cosa possa esserci di nobile nella professione militare, che è un continuo addestramento all'uso della forza e di quelle armi di cui lo stesso Papa Francesco condanna il commercio. Di fronte alle iniziative dei vescovi militari e alla loro "teologia", le domande sono sempre le stesse. L'uso di strumenti immondi può produrre cose buone? Uno strumento, quale quello militare, finalizzato alla guerra e all'uso della forza bruta, può produrre una società giusta e priva di guerre? Si può costruire il bene con il male? Crediamo di no. Non si possono servire due padroni.
Questo intervento di Parolin, insieme all'insistenza sulla contabilità dei morti cristiani, lasciano intravedere divergenze di opinioni profonde all'interno del Vaticano. Quantomeno c'è una continua contraddizione tra piano religioso e piano politico che il Vaticano vive da sempre. Il risultato di queste contraddizioni è, per ora, il blocco di una qualsiasi iniziativa mondiale per la pace, guidata dall'unico leader mondiale che ha detto e fatto qualcosa di importante sulla pace. Così, la maggiore organizzazione religiosa mondiale, che è sicuramente la chiesa cattolica, sul tema della pace è sostanzialmente immobile, incapace di far sentire la propria voce di pace. Solo pochi preti, piccole comunità, singoli religiosi sono costantemente impegnati. Per il resto è tutto fermo.
Che fare? Senza un leader, che abbia un peso mondiale, impegnato attivamente sul tema della pace e della fine dell'attuale “guerra mondiale a pezzi”, iniziata nel 2001, è molto probabile che i generosi appelli che singoli o gruppi fanno continuamente finiscano nel nulla. Noi però non vogliamo demordere e proviamo ad indicare alcune cose che tutti questi gruppi, se riescono a superare la loro frammentazione, potrebbero fare. Si tratta di poche cose su cui si può lavorare per scuotere l'opinione pubblica.
Bisognerebbe avere la capacità organizzativa di mettere su presidi permanenti per la pace davanti a tutte le Prefetture d'Italia, con alcune centinaia di persone per ogni presidio. Diecimila-ventimila persone che costantemente, ogni giorno, ricordino alle autorità di governo diffuse sul territorio e al governo centrale, il rispetto dell'art. 11 della Costituzione ed il rifiuto della guerra in corso di cui si chiede la fine immediata. Si ritirino i soldati italiani da tutte le missioni di guerra all'estero. Si salvino i migranti in fuga dalle guerre che le armi prodotte in Europa ed anche in Italia hanno contributo a fomentare.
Bisognerebbe avere la capacità di mettere su un comitato nazionale che smascheri quotidianamente l'informazione menzognera che ci viene fornita dai grandi mezzi di comunicazione di massa sul tema della guerra, sull'islam, sui migranti, sulle varie religioni messe ad arte l'una contro l'altra.
Bisognerebbe che tutte le religioni avessero la capacità di dialogare fra loro sul tema della guerra, sul razzismo a sfondo religioso, sulle strumentalizzazioni delle religioni a fini bellici, negando ogni qualsiasi avallo alle guerre, al razzismo, alle uccisioni in nome di Dio.
Bisognerebbe sviluppare una iniziativa mondiale di tutte le religioni contro la guerra.
Sono cose che abbiamo già scritto, ma le ripetiamo e le ripeteremo ancora. Ce lo chiedono i tanti morti delle guerre attuali e delle guerre di tutti i tempi. E non ci importa se qualcuno di accuserà di essere utopisti, idealisti o quant'altro dicono contro di noi. Noi crediamo nella PACE, vogliamo la PACE, imploriamo la PACE.
Giovanni Sarubbi



Domenica 17 Maggio,2015 Ore: 15:24
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
giulia guzzo San Giovanni in Fiore (CS) 19/5/2015 22.41
Titolo:Il dominio della crudeltà.
Il mondo è pieno di crudeltà, è amaro dirlo.
-Migranti che, durante il viaggio della speranza vengono torturati;
-donne stuprate,violentate e costrette a scendere a patti ad accettare "proposte indecenti" in cambio della possibilità di proseguire il cammino in mare;
-Rom e Sinti circondati e prigionieri di pregiudizi,di un clima violento e ostile. L'elenco delle ingiustizie  potrebbe continuare a lungo.
In questo Mondo cosi' strutturato si rischia un "nuovo olocausto", si rischiano nuovi campi di concentramento, nuovi Auschwitz.
L'Umanità è in pericolo,la Pace è in pericolo!!!

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