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www.ildialogo.org Appello: costituiamo un comitato nazionale contro le falsità dei mezzi di comunicazione,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Appello: costituiamo un comitato nazionale contro le falsità dei mezzi di comunicazione

di Giovanni Sarubbi

I grandi mass-media italiani dicono bugie. Lo diciamo da tempo. Spesso abbiamo segnalato le bugie più clamorose. Dicono bugie su ciò che sta avvenendo nei paesi dove si stanno svolgendo conflitti armati (e sono ben 27 i conflitti attualmente in corso). Dicono bugie sull'Islàm, descritta come religione “incompatibile con la democrazia”. Danno spazio, soprattutto i media radio-televisivi, agli esponenti politici più estremisti di una destra che sempre più dimostra di aver scelto la via dello scontro fisico e della sovversione politica. Nel nome dell'audience e per fare spettacolo, vengono spacciate per “libertà di pensiero” quelle che sono invece delle vere e proprie istigazioni a delinquere perché, è bene ricordarlo, il razzismo e il fascismo nel nostro paese sono reati.
Un gruppo di giornalisti, blogger, fotografi ed esperti di Medio Oriente, hanno scritto a fine gennaio una lettera per denunciare quella che loro hanno chiamato “cattiva informazione” e “pessimo giornalismo”. Fra gli altri hanno firmato quella lettera (che è possibile leggere on-line qui) giornalisti famosi come Giuliana Sgrena, del Manifesto e Amedeo Ricucci, della RAI, insieme ad alcune centinaia di persone, anche non giornalisti, che rivendicano il proprio diritto ad una informazione corretta. Nell'appello si annuncia anche l'invio di un esposto all’Ordine dei Giornalisti in merito ad un articolo scritto da “il fatto quotidiano” che viene citato nel testo della lettera.
Ci conforta il fatto di non essere soli nell'opera di denuncia della “cattiva informazione”. Ma noi pensiamo che ci sia qualcosa di più grave e organizzato. Ci troviamo di fronte non semplicemente ad una “cattiva informazione”, che può derivare da superficialità o incompetenza di chi viene messo a scrivere articoli, pagato magari pochi euro, su argomenti di cui non conosce nulla, ma di un preciso “piano editoriale”, diciamo così, diretto in modo centralizzato da chi controlla e diffonde le notizie a livello internazionale sui temi della guerra e dell'Islàm. Informazioni che sono nelle mani dei servizi di intelligence dei paesi belligeranti, USA in primo luogo. Si vede chiaramente che c'è un'unica mano dietro alle notizie false che sono oramai una costante della informazione sulle guerre in corso e sull'islàm. Basti guardare alla vicenda siriana. Tutti i mass-media hanno riportato per molti anni le notizie sulla Siria rilanciate da una fantomatica agenzia con sede a Londra. E' come se a livello di cronaca i giornali decidessero di pubblicare come “notizie” le tante lettere anonime che essi spesso ricevono su esponenti politici locali, oppure di pubblicare notizie senza alcuna verifica della loro attendibilità. Chi mai lo farebbe? Nessuno a livello locale, ma viene fatto invece sistematicamente a livello di politica estera. Che sia così lo sanno bene i giornalisti uccisi o rapiti perchè non erano inseriti nelle strutture informative dei servizi di intelligence e cercavano di raccontare ciò che essi vedevano sul campo li dove le guerre si combattono.
È bene ricordare che la diffusione di notizie false su temi quali la guerra o sulla affidabilità democratica di una religione come l'islam, che è praticata da oltre un miliardo e mezzo di persone nel mondo, mette in pericolo la vita di milioni di persone. Non si tratta di notizie innocue e senza conseguenze. Queste notizie false provocano paura, stimolano aggressioni a singoli o a istituzioni religiose. È bene ricordare che la campagna di terrore mediatica oggi in corso in Italia ed in Europa contro l'islàm ha provocato incendi di moschee, ma anche di sinagoghe e chiese cristiane. Sono stati aggrediti e uccisi centinaia di persone di fede musulmana, cristiana ed ebrea. Chi diffonde bugie è quindi lui stesso responsabile di ciò che tali bugie determinano.
Non c'è quindi solo “cattiva informazione”, nel senso di informazione superficiale o mal scritta o priva di contenuti, con parole su parole scritte giusto per riempire uno spazio. Stiamo parlando di aggressioni, di omicidi, di atti di violenza, di provvedimenti di espulsione dal nostro paese a danno di persone che poi sono risultate del tutto innocenti, ma che nel frattempo hanno dovuto subire la separazione dai propri cari o anche atti di violenza.
Dai frutti nocivi della “cattiva informazione”, dobbiamo partire per capire che le falsità mettono a rischio la democrazia e aprono lo spazio per avventure autoritarie, e per la negazione dei diritti fondamentali dell'uomo fra cui c'è la libertà religiosa sancita inequivocabilmente dalla nostra Costituzione.
Lanciamo quindi un appello a tutti i nostri lettori, ai giornalisti democratici, ai giornali liberi come il nostro.
La diffusione di menzogne sistematiche sui temi dell'islam e della guerra è cosa certa. Queste notizie false si diffondo poi in modo virale sulla rete internet. Fra queste notizie false sono poche quelle che si riesce a segnalare perché non c'è, o è molto limitata, una operazione sistematica di controllo e denuncia di tutti i singoli mezzi di informazione.
Chi diffonde le bugie è così quasi certo della sua impunità e così bugie si aggiungo a bugie senza soluzione di continuità.
È dunque importante, per consentire la denuncia alla magistratura o agli organi di autogoverno dei giornalisti, realizzare una opera sistematica di controllo delle bugie diffuse dai mass-media sui temi vitali della guerra e del razzismo religioso.
Chi vuole collaborare ci scriva. Noi crediamo sia possibile organizzare un comitato nazionale contro le bugie diffuse dai mass-media che riesca a risvegliare le coscienze e a difendere la nostra democrazia.

Giovanni Sarubbi




Domenica 29 Marzo,2015 Ore: 17:05
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
vincenza podo terni 31/3/2015 17.24
Titolo:bugie dei media
SONO D'ACCORDO A FORMARE UN COMITATO CHE DENUNCI LE BUGIE DEI MEDIA,COME?

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