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www.ildialogo.org Giornali, associazioni, comunità religiose, una piattaforma comune per una nuova umanità,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Giornali, associazioni, comunità religiose, una piattaforma comune per una nuova umanità

di Giovanni Sarubbi

Guerra e razzismo religioso i problemi da risolvere. La crisi materiale e spirituale dei giornali e delle associazioni che si impegnano per la giustizia sociale. L'opportunità costituita dalle scelte di Papa Francesco. Riscoprire le differenze come ricchezze da condividere. Una spazio e una piattaforma comune per costruire la nuova società che nascerà dalle macerie di quella attuale.


La guerra ed il razzismo religioso nelle sue varie forme (islamofobia, cristianofobia, antisemitismo) sono diventati oramai un rumore di sottofondo costante della nostra vita quotidiana. Proprio in queste ore giungono notizie contrastanti dalla trattativa in corso sulla Ucraina tra il presidente francese Holland, la cancelliera tedesca Merkel, gli USA e i dirigenti Russi. La guerra è di nuovo un pericolo concreto per l'Europa.
Non c'è grande mezzo di comunicazione da cui non straripino notizie di guerra, razzismo, odio. Le false notizie, come in ogni guerra, sono all'ordine del giorno. Gli estremisti apertamente neonazisti e neofascisti, comunque mascherati, hanno libero accesso ai mass-media stampati, radiotelevisi o su internet. Presidenti o assessori regionali giungono a mettere in discussione e a calpestare i diritti umani fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione, senza che ciò provochi quella sollevazione istituzionale che sarebbe necessaria, trovando anzi ampia udienza nei mass-media.
Solo chi parla di pace, dialogo e giustizia sociale viene emarginato e costretto al silenzio. E anche quando riescono a prendere la parola sono messi sotto accusa, sono chiamati “buonisti”, persone inconcludenti che vivono fuori dalla realtà, li si sottopone ad un fuoco di fila di domande per impedirgli di parlare. Come scriveva Orwell nel suo famoso romanzo “1984”, centinaia di specialisti della disinformazione sono impegnati quotidianamente a stravolgere il significato delle parole. Nessuno deve essere più in grado di capirci nulla.
Tolstoj diceva: «E l’idea mia è tutta qui: se le persone corrotte si uniscono tra loro per costituire una forza, le persone oneste debbono fare altrettanto».
È un dato di fatto che oggi le persone oneste, gli uomini e le donne di buona volontà, quelle che vogliono la pace e la giustizia sociale, quelle che, per dirla con papa Francesco, vogliono risolvere alla radice il problema della povertà che è l'iniquità, sono disorganizzate, frastornate, confuse e spesso disperate. Ci capita spesso, come giornale, di interloquire con persone che si sentono come i sopravvissuti ad un bombardamento a tappeto che abbia distrutto l'intera città in cui hanno vissuto tutta la propria vita. Essi si sentono senza più amici, parenti, luoghi di lavoro, di gioco, di vita sociale. Le istituzioni sociali, politiche religiose sono vissute come nemiche o lontane dalla propria vita quotidiana. L'alienazione e la povertà materiale e spirituale diventano sempre più diffusi e lo dimostrano il sempre più crescente numero di suicidi.
Da tempo sollecitiamo la necessità di una organizzazione dal basso di tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Non ci sono, ma anche se ci fossero non ne avremmo bisogno, supereroi in grado di tirarci fuori dalla situazione sociale, politica, religiosa nella quale ci troviamo.
La situazione attuale dipende dal fatto, come ha scritto Francuccio Gesualdi (vedi link), che siamo stati zitti su tutto, cioè siamo stati o complici di chi si è arricchito con la corruzione, con le guerre, con la distruzione dell'ambiente, o abbiamo pensato esclusivamente al nostro piccolo orticello, chiudendo gli occhi le orecchie e la bocca di fronte alle ingiustizie e alle prepotenze, pensando che se le cose andavano bene personalmente ciò potesse durare all'infinito.
Ma la specie umana è una specie che vive in società e l'egoismo sociale, che si traduce nell'accaparramento delle risorse in poche mani, a lungo andare porta all'esplodere di conflitti, distrugge la società e si può giungere, come nell'attuale contingenza storica, alla messa in discussione della stessa specie umana. Ne è testimonianza, come ci ricorda padre Alex Zanotelli (vedi link), la volontà degli USA di spendere 750 miliardi di dollari nei prossimi anni per l'ammodernamento del loro arsenale nucleare. Una vera follia omicida.
Come giornale ci sentiamo spesso come annichiliti di fronte alla potenza di fuoco mass-mediatico con cui dobbiamo confrontarci tutti i giorni. Riusciamo a resistere grazie al mutuo soccorso che riusciamo ad avere fra i membri della redazione e dei collaboratori e con i lettori che ci aiutano sia materialmente sia soprattutto con idee, suggerimenti, lettere, articoli. Non vogliamo far spegnere neppure uno dei tanti lumicini di speranza rappresentati da ogni persona di questa nostra piccola comunità.
Altri giornali come il nostro navigano anche essi nelle nostre stesse difficoltà economiche e spirituali. Sul piano materiale sono continui gli appelli a sottoscrizioni straordinarie per impedire la loro chiusura. La crisi economica ha consentito ai già ricchi di diventare ricchissimi e agli altri di impoverirsi sempre più. Le spese per l'istruzione, la cultura, le attività sociali sono state le prime ad essere tagliate. I grandi giornali e le TV dominano sul piano culturale solo grazie alla pubblicità che serve anche come strumento di dominio sociale.
Mancano purtroppo appelli per far fronte alla comune crisi spirituale, alla incapacità di far fronte alla cultura egoistica e antisociale che i grandi mass-media rovesciano sui cittadini. Le difficoltà materiali ci hanno fatto perdere di vista le difficoltà ideali, la mancanza di idee per contrastare e sconfiggere i teorici del “pensiero unico dell'egoismo individuale”.
Una decina di anni fa abbiamo partecipato convintamente ad alcuni incontri fra le riviste o i siti internet di informazione religiosa o sociale come il nostro. Si cercava di fare fronte comune sia alla crisi economica che si andava diffondendo sempre più, sia alla necessità di far avanzare nella società le idee necessarie a realizzare una nuova società dove, come dice anche Papa Francesco, non ci sia più lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
La stessa esperienza della Giornata ecumenica del Dialogo cristiano-islamico si è cercato di costruirla mettendo insieme quante più riviste e/o associazioni di area cristiana e musulmana. Anche l'appello lanciato una settimana fa sul tema delle libertà religiose è stato costruito in questo modo.
Sono esempi positivi, cose buone e giuste che possono servire come esperienza per costruire un nuovo mondo.
Ma occorre fare un salto di qualità e questa consapevolezza non è ancora diventata un patrimonio comune di quanti, come noi, si impegnano a dare speranza e a costruirla concretamente tutti i giorni nella società, sia nell'ambito religioso che politico-sociale.
Se vogliamo dare un futuro alla nostra umanità, bisogna sconfiggere il mostro della guerra, del razzismo, della distruzione dell'ambiente che l'accumulazione di immense ricchezze in poche mani produce. E per sconfiggere questo mostro bisogna sconfiggere l'ideologia che la sostiene che oggi è diffusa da potenti strumenti di informazione che si sono trasformati in strumenti di distruzione delle coscienze, della stessa cultura e delle stesse capacità critiche.
Oggi abbiamo anche dalla nostra parte la possibilità di interloquire con un papa come Francesco che sta facendo aperture insperabili fino a solo 2 anni fa. Chi mai avrebbe creduto che un papa potesse parlare di abolizione dello "sfruttamento dell'uomo sull'uomo"? Ma questo papa non ha bisogno di appelli a suo sostegno, ha bisogno di uomini e donne adulti che sappiano suscitare nella società movimenti di massa e di idee che rafforzino le proposte di pace e di giustizia sociale da egli sostenute.
C'è bisogno che la semplice idea di Tolstoi, che prima indicavamo, diventi realtà. Bisogna ricostruire una rete di rapporti fra giornali e associazioni alternative che ridia speranza alle tante persone che non vogliono chinare il capo di fronte alla guerra, all'odio, al razzismo, alla violenza. Può sembrare una frase enfatica, ma noi crediamo fermamente che ognuno da solo non conta nulla ma insieme, riscoprendo la comune umanità e le nostre speranze, possiamo smuovere le montagne.
Bisogna riuscire a passare dalla logica egoistica dell'accaparramento individuale, che pervade tutta la società e che ci trasforma tutti in caini, alla logica della condivisione, quella che i vangeli raccontano nella parabola della cosiddetta moltiplicazione dei pani e dei pesci. Chi riesce a condividere le proprie risorse, le proprie capacità, le idee e le speranze non solo sopravvive ma da la vita a tutta l'umanità.
Per tale motivo, rivolgiamo un appello a tutte le riviste e i siti internet e alle associazioni che condividono la nostra stessa ansia e la nostra stessa aspirazione a promuovere un incontro nazionale, al fine di tracciare un percorso di condivisione di risorse materiali e spirituali per ridare speranza ai tanti che leggono i nostri giornali o che si impegnano nelle nostre associazioni e che vorrebbero poter fare qualcosa, ritrovare la speranza e contribuire al futuro dell'umanità.
Insieme potremo impegnarci di volta in volta a promuovere idee o iniziative comuni attorno a cui aggregare persone, associazioni, comunità religiose o non religiose. Potremmo impegnarci a diffondere congiuntamente articoli e/o documenti sollecitando i tanti intellettuali che ruotano attorno ad ognuna delle nostre testate ad intervenire e a rispondere alle tante mistificazioni che ogni giorno vengono diffuse dai mass-media mainstream. Potremmo provare a creare un comune spazio di discussione, utilizzabile da tutti, che dia il senso anche della ricerca e dell'impegno sulle molte cose ancora non chiare o che sono oggetto di discussione nella società o che sono state sistematicamente distorte dalla ideologia dominante. Uno spazio comune che possa servire a stimolare la partecipazione di ogni persona di buona volontà, perché solo insieme potremo uscire in positivo dalla tragedia nella quale siamo immersi.
Insieme potremmo sollecitare le istituzioni ai vari livelli a rispettare la nostra Costituzione, promuovendo quella mobilitazione istituzionale che è necessaria per difendere ad esempio la libertà religiosa.
Insieme potremo sconfiggere la disinformazione facendo incontrare dal basso le persone di varia religione esistenti nel nostro paese, rilanciando capillarmente tutte quelle iniziative che in questi mesi si stanno facendo in molte parti d'Italia, per scongiurare quella guerra fra le religioni su cui soffiano gli estremisti neonazisti e neofascisti.
Le differenze che pure esistono fra noi, fra i nostri giornali e le varie associazioni che condividono la speranza in una società di pace, dobbiamo riuscire a viverle come una ricchezza comune e non come motivo di divisione e di lotta intestina. Chi utilizza le differenze per provocare conflitti, da cui poter trarre effimeri vantaggi personali, viene indicato in tantissime religioni col termine “diavolo”, colui che divide, cioè una cosa negativa da cui prendere le distanze e rifiutare decisamente. Sapremo tutti insieme riuscire a mettere ai margini i tanti diavoli che ci vogliono divisi, conflittuali tra noi, incapaci di promuovere quelle idee che possano sconfiggere l'ideologia dell'egoismo?
Chi all'interno della varie religioni o delle organizzazioni sociali è animato da buona volontà potrà così trovare al suo fianco persone adulte, che rifiutano il culto della personalità o le pretese messianiche di chicchessia, costruendo la nuova società, che dopo tanto sfracelo dovrà necessariamente nascere, sul contributo e la partecipazione di tutti. Nessun capo, ma tutti capi, nessun padrone ma tutti servitori.
Insomma giornali, associazioni, comunità religiose, singoli uomini e donne di buona volontà, costruiamo una piattaforma comune per una nuova umanità
Giovanni Sarubbi



Domenica 08 Febbraio,2015 Ore: 10:49
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
giulia guzzo San Giovanni in Fiore (CS) 09/2/2015 11.00
Titolo:Un'idea strategica
Non molto semplice l'idea di vedere giornali,associazioni e comunità religiose alternative impegnate nella realizzazione di una piattaforma comune.L'idea però è strategica perchè  fa sognare ad occhi aperti. 
"L'unione fa la forza" diceva qualcuno. Uniti si vince soprattutto quando si condividono obiettivi da raggiungere , mezzi e metodi da usare.
 
Autore Città Giorno Ora
Bruno Antonio Prof.Bellerate Rocca di Papa (RM) 09/2/2015 12.41
Titolo:Giusto
Complimenti, caro direttore: "chi la dura la vince"! Purtroppo, io sono troppo vecchio e... dipendente, per cui mi devo accontentare di incoraggiamenti! Perseverando, anche ciò che pare impossibile, può diventare possibile! Avanti dunque, senza mollare: i frutti verranno. Augurissimi.

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