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www.ildialogo.org Pace o guerra? Razzismo o civiltà?,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Pace o guerra? Razzismo o civiltà?

di Giovanni Sarubbi

Sui fatti di Parigi


Hanno ucciso 17 persone, ma in realtà ne hanno colpito 60 milioni. Sono il numero dei musulmani europei, 6 quelli francesi, che dal 7 gennaio, giorno dell'aggressione al giornale satirico francese Charlie Hebdo, sono diventati i nemici da combattere, con le loro moschee da bruciare (ne hanno già bruciate tre in Francia, altre in Svezia nelle settimane scorse), con i loro diritti civili da negare, con l'immigrazione da bloccare perché dietro ad ogni immigrato si nasconderebbe un terrorista.
I mass-media hanno descritto i fatti di Parigi come la volontà dei “terroristi islamici”, identificati prima come appartenenti all'ISIS poi ad Al Qaeda, di vendicarsi delle offese subite dall'islam e dal profeta Maometto (cosa strana per un musulmano che chiama il profeta sempre con il suo nome arabo che è Muhammad), per le vignette blasfeme pubblicate dal giornale satirico francese Chrlie Hebdo. I presunti terroristi lo hanno detto addirittura in diretta TV, cosa mai successa prima, e questo poco prima che essi fossero a loro volta uccisi, come se si trovassero sul set di una fiction televisiva. Questi terroristi speravano che le loro azioni portassero alla sollevazione popolare delle comunità musulmane europee a loro sostegno.
Ma il risultato è stato tutt'altro. Nessuna comunità musulmana europea né medio-orientale ha sostenuto la liceità dei loro atti criminali che anzi sono stati duramente condannati proprio alla luce del Corano. L'intera comunità musulmana anziché essere all'offensiva, come da loro agognato, è oggi in Europa, e sono 60 milioni di persone, sotto attacco.
L'azione terroristica è stata così, da un punto di vista militare e politico, un completo fallimento. L'uccisione dei presunti terroristi ha chiuso il cerchio impedendo, fra l'altro, di sapere cosa sia veramente accaduto e di rispondere alla domande tipiche che sorgono in questi casi e cioè chi sono i mandanti, chi i finanziatori, quali scopi avevano, sono schegge impazzite o fanno parte di una struttura organizzata più vasta... E soprattutto di sapere chi siano stati effettivamente gli autori degli atti criminali che dalle immagini sembravano professionisti esperti e non sprovveduti dilettanti.
E' una storia che ricorda, come in fotocopia, il periodo del terrorismo in Italia.
E' significativo il fatto che contemporaneamente è andata sotto attacco anche la comunità ebraica. A Parigi sono stati uccisi anche degli ebrei all'interno di un supermercato ebraico. Le Sinagoghe sono rimaste chiuse nel giorno dello shabbat di ieri 10 gennaio, cosa mai successa dalla fine della seconda guerra mondiale. L'azione terroristica aveva dunque come scopo anche quello di mettere le religioni monoteistiche, islam ed ebraismo, le une contro le altre, risuscitando il mai morto antisemitismo.
In Italia questi fatti hanno ridato fiato alla destra neo-fascista e neo-nazista, alla Lega Nord, a Forza Italia. Il segretario della Lega Nord ha dichiarato che in Italia ci sarebbero “milioni di musulmani pronti a sgozzare in nome dell'islam” ed ha invitato gli italiani ad avere paura del musulmano della porta accanto. Il duce di Forza Nuova dice perentoriamente “fuori l'Islam dall'Italia”. Un assessore di un comune in provincia di Sassari in un post su facebook ha affermato, rivolgendosi ai musulmani, «potete morire ammazzati tutti. Compresi i bambini». Berlusconi, duce di Forza Italia, dice che bisogna fare la guerra all'ISIS.
La stessa cosa sta succedendo in Francia, con Le Pen, e negli altri paesi europei, Pegida in Germania. L'islamofobia cresce e hanno ragione quanti affermano, come l'amico sociologo di origini irachene Adel Jabbar, che «le prime vittime sono i musulmani» (vedi link). In Lombardia il Governatore Maroni, della Lega Nord, per impedire la costruzione di Moschee, sta pensando di proibire la costruzione di qualsiasi altro edificio di culto al di fuori di quelli cattolici, fregandosene della nostra Costituzione e delle intese (concordati) finora realizzati e colpendo indistintamente tutte le religioni, comprese le molte confessioni cristiane esistenti.
Questo è il clima con il quale credenti e non credenti, cristiani, musulmani, ebrei, ortodossi, buddisti e quant'altro esiste oggi in Italia ed Europa debbono confrontarsi ed è lecito chiedersi: Cui prodest? ("a chi giova?"), Cui bono? ("chi ne beneficia?").
C'è chi vuole, partendo dai fatti di Parigi e da ciò che sta accadendo nel mondo, affermare come giusta l'equazione musulmano=terrorista. Lo ha affermato Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio, in una nota trasmissione televisiva. Si vuole negare ad una parte consistente del popolo italiano ed europeo di religione musulmana (circa il 10% degli abitanti dell'Europa) di praticare liberamente la propria religione in nome di non meglio precisate “radici cristiane dell'Europa”. Chi fa riferimento a queste radici, proponendo poi un programma fatto di odio e di violenza, dovrebbe spiegare anche a quale catechismo fa riferimento, visto che le caratteristiche principali dell'essere cristiano sono la bontà d'animo, il porgere l'altra guancia, il non fare agli altri quello che non vorresti che gli altri facessero a te, il pregare per i propri nemici, il non uccidere, visto che il Gesù dei Vangeli ha rinunciato per se persino al diritto alla legittima difesa.
Di più. Si vuole mettere cristiani contro musulmani, musulmani contro ebrei, ebrei e cristiani contro i musulmani.
Ma, e questo lo ha detto chiaramente il duce di Forza Italia, questi fatti verranno usati per rompere tutti gli indugi possibili, oggi esistenti, per l'inizio di una nuova guerra nell'area medio-orientale, ufficialmente contro l'ISIS, o in Europa, a partire dall'Ucraina e contro la Russia. Guerre che sono in itinere già da qualche anno e che ora sono giunte ad una svolta decisiva.
Gli atti terroristici, dunque come nuovo catalizzatore, come nuovo carburante per quella “terza guerra mondiale a pezzi” iniziata nel 2001 subito dopo l'11 settembre. La storia si ripete, la guerra e la violenza continuano ad essere il rumore di sottofondo della vita dell'intera umanità.
Frasi come “je suis charlie”, cariche di ipocrisia e di offese per le stesse vittime, perché la libertà di stampa e di satira in Europa sono una vera barzelletta, servono ad arruolare e irregimentare, sulla base dell'emozione ed in modo irrazionale, l'intero popolo francese e l'intera Europa nell'ennesima guerra, ad aprire l'ennesimo fronte di guerra per definire nuovi scenari strategici a livello mondiale. Cosa c'entra l'islam? Cosa c'entra il cristianesimo? Cosa centrano le religioni e i sentimenti religiosi? Nulla, assolutamente nulla. Non c'è motivo che le religioni appoggino le guerre e che si combattino tra loro.
Ognuno può avere la propria idea sulle responsabilità dell'attuale situazione. Ognuno, leggendo i giornali o guardando la TV, può dire, come diceva Pasolini, “io so ma non ho le prove” e individuare quelli che per lui tirano le fila e sono responsabili dei crimini oggi perpetrati. Spesso ci vogliono decenni per capire compiutamente certi fatti della storia. Molti sono ancora senza risposta e l'Italia e piena di misteri di questo tipo a cominciare dalla strage di Piazza Fontana del 1969. Chi ricorda l'incendio del Reichstag del 1933 che consentì ai nazisti di prendere il potere? Furono accusati i comunisti, ne vestirono uno da comunista e lo arrestarono, poi si scoprì, dopo la guerra, che erano stati gli stessi nazisti ad organizzare il tutto.
Credo sia quindi inutile, ai fini pratici e per rispondere immediatamente alle domande del momento, attardarsi sulle manine o sulle manone che stanno dietro i fatti di Parigi o dietro al terrorismo internazionale. Anche autorevoli commentatori politici, non sospetti di antipatie contro gli USA, hanno sostenuto le loro responsabilità in ciò che sta accadendo, non fosse altro per il ruolo di superpotenza militare che essa ha. Concordo senz'altro con l'amico Agusto Cavadi il quale afferma che «Gli storici sono abbastanza concordi: il fondamentalismo islamico è frutto, reattivo, del colonialismo imperialistico occidentale». (vedi link).
Ma non è questo il punto e non ci interessa la polemica sul complottistismo che in queste ore sta montando sui mass-media.
Il problema oggi per i cristiani, i musulmani, gli ebrei, gli appartenenti a qualsiasi altra religione o per chi non ha alcuna fede religiosa, riguarda l'atteggiamento che ognuno deve assumere rispetto a due questioni: il razzismo religioso, islamofobia antisemintismo o quant'altro oggi esiste, e la guerra dentro la quale ci troviamo.
La prima domanda è: stiamo con i neo-fascisti e i neo-nazisti, con la Lega nord, o con Pegida in Germania, con Le Pen in Francia, con chi brucia le moschee in Svezia o in Francia, con chi assalta le sinagoghe o aggredisce gli immigrati, o siamo contro queste forze e questi fenomeni razzistici e violenti che sono altrettanto delinquenziali di quelli messi in atto dai terroristi?
L'altra domanda é : siamo per la guerra? Sosterremo le azioni dei governi europei, del governo Italiano nell'invio di soldati in guerra sul fronte medio-orientale o su quello Ucraino? Truppe italiane, per chi lo ha dimenticato, sono già in entrambe le aree. Alcune, ai confini con la Russia, sono state dislocate proprio nelle ultime settimane. Daremo al governo Renzi il sostegno popolare ad un nuovo impegno militare dell'Italia come in Iraq o in Afghanistan?
Comunque verrà mascherata e comunque sarà condita, ci troviamo di fronte alla precisa volontà di guerra di una parte consistente delle forze politiche italiane ed europee.
Per chi marceranno oggi a Parigi il milione di cittadini francesi li convenuti al grido di “je suis Charlie”, per la pace o per la guerra? Noi pensiamo per la pace. Ma ciò varrà anche per quei 40 capi di Stato che lì sono convenuti e che marceranno anche essi? Cosa si diranno, parleranno di come realizzare la pace o di come preparare l'ennesimo fronte bellico? Come useranno la volontà di pace dei popoli europei?
Il popolo italiano, quello schiacciato dalla miseria, dalla disoccupazione, dall'assenza dei servizi sociali essenziali, darà il suo appoggio ad una nuova e costosissima, in termini economici e di vite umane, avventura militare?[1]
Noi speriamo di no e ci impegneremo affinché nessuna azione terroristica da chiunque commessa, diretta, orchestrata possa mettere in discussione la pace che il nostro Stato, secondo la Costituzione, deve perseguire ed il dialogo esistente tra le religioni, la convivenza civile fra persone di fedi diverse o di nessuna fede religiosa.
Ci auguriamo che le chiese cristiane al massimo livello tengano ferme le posizioni favorevoli al dialogo e alla pace. Papa Francesco ha detto parole chiare e di questo lo ringraziamo. Alcuni cardinali hanno cercato di marcare, in questi giorni, qualche distinguo anche su tale questione fondamentale. Noi ci auguriamo che i tempi del cardinale Ruini, che sostenne la guerra in Iraq, o del Cardinale Bertone, che benedisse la portaerei italiana Cavour, siano definitamente finiti e che prevalga lo spirito della “Pacem in Terris” di Giovanni XXIII, recentemente santificato, che definì la guerra una follia. Espressione ripresa da papa Francesco nel suo discorso a Redipuglia (vedi link), davanti alle tombe dei centomila morti della Prima guerra mondiale, e a quei militari e a quelle autorità politiche responsabili delle guerre e dell'immondo commercio delle armi contro cui, in quell'occasione, egli disse parole inequivocabili.
Faremo nostro lo spirito di pace o quello di guerra? Ci faremo irreggimentare o rifiuteremo questo ennesimo arruolamento per l'ennesima inutile strage?
Faremo finalmente tesoro degli insegnamenti della storia secolare di tutte le inutili stragi perpetrate dall'umanità? Faremo finalmente tesoro dell'esperienza di questa stessa guerra iniziata nel 2001? Dopo l'aggressione all'Afghanistan, all'Iraq, alla Libia, alla Siria, alle guerre in corso in Africa quali sono i risultati ottenuti per l'umanità? A chi sono giovate queste guerre, agli immondi venditori di armi o all'umanità, alle grandi multinazionali petrolifere e delle materie prime o all'umanità? E che prospettiva abbiamo come umanità se continuiamo sulla via della guerra anche rispetto ai cambiamenti climatici in atto e all'impazzimento della vegetazione di cui già oggi si cominciano a vedere i segni?
Queste le domande da porsi per scelte conseguenti dalla parte dell'umanità.
Con Tolstoj, come ci ricorda l'amica Daniela Zini, diciamo: «E l’idea mia è tutta qui: se le persone corrotte si uniscono tra loro per costituire una forza, le persone oneste debbono fare altrettanto»(vedi link).
Giovanni Sarubbi
NOTE
1 La guerra in Afghanistan nella quale siamo impegnati è costata quasi un miliardo di euro all'anno e sono 14 anni che la stiamo combattendo.



Domenica 11 Gennaio,2015 Ore: 15:11
 
 
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Autore Città Giorno Ora
giulia guzzo San Giovanni in Fiore (CS) 12/1/2015 19.51
Titolo:Bisogna capire
Impegnativo e serio l'articolo del direttore Sarubbi. Non è facile commentare quello che è accaduto a Parigi. Difronte alla morte di tante persone innocenti non ci resta che riflettere per capire,capire fino in fondo quello che succede nel Mondo e perchè succede. Magnifica la Marcia di Parigi, magnifici i parigini però in testa a loro c'erano anche capi di stati che spendono soldi pubblici per la guerra che per la sete di potere dichiarano e fanno guerre senza pensarci troppo.L'egoismo dell'uomo potente è grande,  è immenso .Saremo capaci di sostituire all'egoismo il dialogo,la cooprerazione.l'intesa tra i popoli? 

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