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www.ildialogo.org Scolaretti per conto terzi,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Scolaretti per conto terzi

di Giovanni Sarubbi

Sullo scontro in atto nella Curia Vaticana e gli attacchi a Papa Francesco


Papa Francesco è sotto attacco. Ad attaccarlo non sono però le truppe dell'ISIS e neppure quelle dell'URSS di staliniana memoria. Nessuna bandiera nera è stata issata sull'obelisco di Piazza San Pietro. Nessun cavallo di un esercito invasore sta stazionando nei giardini Vaticani ed il Papa non è ostaggio dell'esercito dei Savoia o di qualsiasi altro esercito. L'attacco è tutto interno a Santa Romana Chiesa, alla Curia Vaticana, al vertice stesso della Chiesa Cattolica rappresentato dal Collegio Cardinalizio al cui interno la fronda anti-Francesco è oramai visibile.
Sia personalmente sia come giornale guardiamo a questi fatti molto laicamente. Sono anzi personalmente addirittura contento che tali contraddizioni vengano finalmente alla luce e si discuta liberamente di posizioni diverse all'interno della Chiesa Cattolica. Fino a non molti anni fa le contraddizioni inter-curiali, fra il Papa e la Curia, tra il Papa ed il collegio cardinalizio, si risolvevano a colpi di omicidi, o di morti improvvise ed inspiegabili, o di trasferimenti altrettanto inspiegabili, con il tutto avvolto nel mistero e nel segreto più assoluto, cose che hanno contribuito a costruire l'immagine di una curia romana come sede delle cose più turpi e riprovevoli e non certo come sede del rapporto privilegiato con Dio.
Del resto è stato lo stesso Papa Francesco, all'ultimo Sinodo sulla famiglia, a sollecitare tutti i partecipanti alla massima libertà di opinione, mettendo di fatto fine al monolitismo papale e a quella che si può ben definire “la dittatura dello spirito santo” che si è manifestata nella adozione della dottrina della infallibilità del Papa, quella infallibilità che chiude qualsiasi discussione ed impedisce, usando un linguaggio teologico, proprio allo Spirito Santo di spirare dove vuole ed attecchire in chiunque voglia ascoltarlo e mettere in pratica il messaggio di pace insito nel Vangelo/buona notizia annunciato da Gesù di Nazaret[1].
Il dibattito si è fatto più acceso dal 24 dicembre scorso, da quando il giornalista Vittorio Messori ha scritto un articolo contro Papa Francesco sulla prima pagina del Corriere della Sera (vedi Link). Messori ha scritto l'articolo “per conto terzi”. Qualcuno glielo ha commissionato ma i committenti sono anonimi. Una vera e propria “lettera anonima” con lo scopo di dare corpo visibile al dissenso curiale o al dissenso esistente nell'ambito delle diocesi italiane, fra vescovi o semplici preti, fra i quali le aperture di Papa Francesco non sono ben viste.
La “lettera anonima” di Messori, secondo noi, parte dalla paura che le riforme avviate da Papa Francesco siano irreversibili. I committenti della “lettera anonima” probabilmente partono dalla convinzione che la grande maggioranza dei vescovi e dei preti sia formata a tutt'altra scuola di quella messa in mostra dal Papa. Per lo più si tratterebbe di “funzionari di Dio”, come li definisce il teologo Drewerman, buoni a fare battesimi, cresime, prime comunioni, matrimoni e funerali, cioè dispensatori di sacramenti, spesso pagati a caro prezzo da chi li riceve. Funzionari di Dio che non sanno portare alcuna buona notizia a chicchessia, lontani mille miglia dalla capacità di annunciare alle persone accecate dalla religione la liberazione dalla paura che la religione genera, quella religione che ai tempi di Gesù imponeva fardelli immensi sulle spalle dei poveri che nessun sacerdote voleva per sé, come hanno fatto sinora la maggioranza dei Vescovi o dei sacerdoti cattolici o quelli di altre confessioni cristiane.
La “lettera anonima” di Messori ha così il senso del buttare un amo nello stagno per vedere se qualcuno abbocchi all'amo e si renda disponibile ad una contestazione aperta del Papa e delle novità da lui avviate. Hanno abboccato, da quello che leggo, le frange più oltranziste e reazionarie esistenti fra i cosiddetti “movimenti ecclesiali”, quelli che pregano ripetendo rosari su rosari (e non sanno cosa sia la preghiera dei fatti), si interessano delle cosiddette “questioni non negoziabili” (aborto, divorzio, fecondazione assistita) ma che non battono ciglio sulla guerra, benedicendo anzi armi ed eserciti[2], sulla corruzione, sugli scandali finanziari dello IOR, sui preti pedofili, sulla schiavitù, sullo sfruttamento dei lavoratori e che non fanno nulla per sconfiggere alla radice la povertà sempre più dilagante.
Ma i committenti della “lettera anonima” di Messori, ricorrendo a tale metodo che non ha nulla di riferibile alla franchezza e allo spirito di fratellanza insiti nell'evangelo/buona notizia di Gesù, mettono in luce di essere dei perdenti, di non essere in grado di liberarsi delle loro comodità, dei loro averi e non esitano ad ostentare la loro opulenza (vedi appartamento di Bertone).
E che siano dei perdenti lo dice chiaramente il sostegno popolare di Francesco che è evidente e si manifesta in una piazza San Pietro sempre stracolma in tutte le sue apparizioni, all'angelus domenicale come all'udienza del mercoledì. Udienze che con Francesco si sono moltiplicate, non sono cioè più limitate al solo mercoledì, con partecipazioni di popolo sempre crescenti. Partecipazione popolare che il papato di Ratzinger aveva completamente cancellato.
La “lettera anonima” di Messori ha anche fatto allarmare quanti all'interno della Chiesa Cattolica guardano favorevolmente al nuovo corso avviato da Papa Francesco. Don Paolo Farinella, prete di Genova, ha lanciato un appello a sostegno del Papa che è stato firmato tra gli altri da don Luigi Ciotti, Alex Zanotelli, don Aldo Antonelli. Al momento in cui scriviamo questo appello (che anche noi abbiamo pubblicato: vedi link) ha raccolto 3.172 adesioni.
Anche questo appello, secondo noi, mette in evidenza la paura di avere a che fare con una chiesa formata per la sua maggioranza da chi sostiene le posizioni dei committenti della “lettera anonima” di Messori,
Invece di questo appello, lo diciamo con franchezza, ci saremmo aspettati una serie di articoli[3], chiedendo magari ospitalità sullo stesso quotidiano che ha sferrato l'attacco a Papa Francesco, che mettessero in discussione sia il metodo usato, cioè la lettera anonima scritta nascondendosi dietro la firma del giornalista famoso, sia sui contenuti, che mostrano una idea di chiesa ed una idea di cristianesimo che ha prodotto gli orrori di cui le dimissioni di Benedetto XVI sono l'ammissione più plateale possibile.
Benedetto XVI si dimise perché il suo pontificato è stato pieno di gaffe internazionali (vedi discorso di Ratisbona) e di scandali che hanno riguardato il cuore stesso della Curia Vaticana. La guerra fra bande nella Curia Vaticana è stata messa in evidenza con lo scandalo cosiddetto Vatileaks. IOR, preti pedofili, appoggio a governi reazionari e alle guerre americane hanno fatto il resto. Bisogna dare atto a Benedetto XVI di aver tratto le conseguenze, dimettendosi, di una politica ecclesiastica fallimentare su tutta la linea.
Di fronte alle sue dimissioni la Chiesa Cattolica aveva due possibilità: continuare sulla linea Ratzinger, con qualche cardinale con una faccia più credibile, oppure cambiare radicalmente strada.
Io ero fra quelli che pensavano che non sarebbe cambiato nulla, e l'ho scritto. Il Conclave ha invece deciso diversamente eleggendo il cardinale di Buenos Aires Bergoglio che compie il primo gesto di rottura chiamandosi Francesco. Che la lotta all'interno del conclave sia stata durissima fino all'ultimo voto, è stato dimostrato immediatamente dopo la fumata bianca che annunciava l'elezione del Papa. Prima ancora che si sapesse il nome del nuovo Papa, dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) partì un messaggio di felicitazione al Cardinale di Milano Scola per la sua elezione a Papa. Uno schiaffo in piena regola alla parte uscita sconfitta dal Conclave. Quella parte che oggi si schirea contro il Papa.
Il problema vero, secondo noi, è quello di una struttura ecclesiastica (vescovi, cardinali, preti) ancora infarcita di quelle idee e di quella teologia che hanno trasformato il movimento dei primi seguaci del Vangelo di Gesù di Nazareth, in una religione legata ad un potere imperiale, trasformatasi essa stessa a sua volta in un potere imperiale e quindi protagonista di una storia intrisa di sangue, soprusi, violenze, guerre, sfruttamento. Cose lontanissime dal Vangelo.
Ho ascoltato ultimamente un carissimo vescovo emerito affermare che chi detiene il potere economico politico o religioso che sia non lo lascerà mai pacificamente. La storia gli dà ragione.
Chi ritiene di dover sostenere l'impegno di Papa Francesco nella sua opera di riforma e purificazione della Chiesa Cattolica, ha il dovere di porsi il problema di far comprendere che una riforma dall'alto , come quella attualmente messa in atto dal Papa, non andrà lontana senza un forte sostegno dal basso, senza l'impegno che uomini e donne di buona volontà devono mettere nel loro essere cristiani, al di là del loro ruolo all'interno della chiesa. La chiesa è di tutti, e la chiesa non sono i chierici o pastori che dir si voglia. Ci vuole il protagonismo di tutti e tutti debbono far sentire la propria voce. Papa Francesco non ha bisogno di appelli di sostegno ma di cristiani che camminino con le proprie gambe e senza complessi di inferiorità rispetto a qualsiasi autorità ecclesiastica. Questo cambierà la chiesa e riproporrà il Vangelo/buona notizia di Gesù di Nazareth.
Chi come Messori fa lo scolaretto per conto terzi ha già perso. E questo ci consola.
Giovanni Sarubbi

NOTE

1 Vedi GV 3,8: “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito"
2 come hanno fatto il card. Bertone, con la benedizione della portaerei Cavour, o il card. Ruini durante la messa in occazione della strage di Nassiria
3 Un primo articolo, molto significativo, è stato scritto da Leonardo Boff (vedi Link). Altri sarebbero auspicabili.



Domenica 04 Gennaio,2015 Ore: 16:28
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Bruno Antonio Prof.Bellerate Rocca di Papa (RM) 06/1/2015 19.26
Titolo:Un... appuntino!
Caro Direttore: d'accordo, praticamente, su tutto. Un solo rilievo: pensa che il "Corriere", mandatario, secondo Messori, dell'articolo in questione, avrebbe accettato interventi contro il medesimo? Secondo me, no. Inoltre non tutti potrebbero scrivere articoli come quello di Boff, mentre è a tutti possibile una firma su un appello, per quanto non molto significativo ed efficace, ma testimonianza di una posizione chiara. Cordiali saluti ed auguri di Buon Anno (speriamo!).

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