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www.ildialogo.org Buon Natale e buon 2015,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Buon Natale e buon 2015

di Giovanni Sarubbi

Una riflessione sul punto in cui siamo e su cosa fare nell'anno nuovo


Nonostante tutto siamo arrivati a Natale ma in giro non si sente nell'aria un vento di festa e di speranza.
Ci sono i dati materiali che parlano da soli: il 26% della popolazione è povera; i disoccupati, soprattutto giovani, sono circa 5 milioni; il potere di acquisto degli stipendi dei lavoratori è minore di quello dei lavoratori degli anni '70 del secolo scorso; la maggioranza dei pensionati ha pensioni di fame; le tredicesime sono state spese per pagare tasse che vengono poi regolarmente sperperate e usate per ingrassare i soliti corrotti e corruttori.
Ma ci sono anche i dati diciamo così “spirituali” che sono altrettanto gravi ed eloquenti. La società è impregnata di edonismo; il mito della ricchezza individuale a tutti i costi pervade ogni atteggiamento personale e sociale. Pur essendo impossibile che tutti si possa essere straricchi, si continua a sognare il colpo di fortuna in una delle tante lotterie che si possono trovare oramai ad ogni angolo di strada. E nonostante la miseria sia oramai visibile ed evidente, i mass media continuano imperterriti a proporre servizi giornalistici dove si descrivono le vacanze dei super ricchi, a base di stanze di albergo in luoghi esclusivi al prezzo di diecimila e più euro a notte, invitando la gente a non indignarsi ma semplicemente a “riempirsi gli occhi” e ad accettare la propria condizione di miseria in cambio della illusione “di diventare ricchi a propria volta”.
L'ammiraglia di questi mass-media, RAI1, trasmette poi un programma come quello sui Dieci Comandamenti, che suonano come una operazione falsa e ipocrita perché inseriti in un quadro informativo che è la negazione di tutti i dieci comandamenti magistralmente illustrati da Benigni. Come dire i matti, i comici e i sognatori sono una cosa, la realtà sponsorizzata tutti i giorni è tutt'altra.
La “buona notizia” che tutti cercano, non si basa sulla giustizia sociale (quello che il Vangelo definisce “l'anno di grazia del signore, cioè l'anno del giubileo), sul ridare la vista ai ciechi, cioè sul prendere coscienza di una realtà fatta di sfruttamento e violenza, o rendere liberi gli oppressi, o aiutare l'orfano e la vedova. La “buona notizia” che tutti aspettano è aridità del cuore, è egoismo, è sete di arricchimento individuale, è accettazione della sopraffazione dell'uomo sull'uomo, quello che consente a pochissimi individui a livello mondiale di possedere la stessa ricchezza di oltre la metà della popolazione del mondo.
Non c'è gioia in giro, non c'è aria di festa, non c'è a livello materiale ma soprattutto non c'è a livello spirituale.
Chi può passerà qualche giorno a mangiare insieme alla famiglia, con il figlio o la figlia disoccupati, con i nonni che spendono le loro pensioni per mantenere i nipoti.
Ci si scambiano gli auguri ma sono auguri senza gioia, formali, fatti perché li abbiamo sempre fatti. E c'è poi la guerra che incombe ma di cui la grande maggioranza della popolazione non si accorge perché essa viene sia nascosta dai mass-media sia giustificata come ineluttabile, sia sponsorizzata con la diffusione di notizie false atte a creare paura e odio nei confronti del diverso. Ci spingono ad avere paura dei terroristi che starebbero dietro ad ogni angolo di strada o dietro ad ogni appartenente ad una religione diversa da quella maggiormente praticata in Italia. In realtà i primi terroristi sono proprio quei mass-media che diffondono paure, bugie, odio.
Il razzismo religioso imperversa. Imperversa l'islamofobia, l'odio verso gli appartenenti alla religione islamica. Non c'è grande mezzo di comunicazione di massa che non si sia fatto portatore di quest'odio antireligioso. Ed è un razzismo, come è spesso capitato nella storia, che strumentalizza una religione, quella cristiana, per diffondere odio verso un'altra religione il cui nome, Islàm, è collegato strettamente alla parola salām («pace»). Due religioni di pace, perchè il Vangelo è pace, che vengono spinte strumentalmente le une contro le altre in nome di inconfessabili interessi economici e politici che solo chi non vuole vedere non vede.
Ed in questi giorni che precedono il Natale si è giunti a strumentalizzare anche il Presepe, simbolo di pace, pur di istigare all'odio e alla violenza. Lo hanno fatto personaggi politici che soffiano sull'odio per gli immigrati, che strumentalizzano presunte “radici cristiane dell'Europa” di cui essi non sanno nulla, perché le loro parole e le loro azioni non diffondono nessuna idea che abbia la sua origine nell'evangelo.
E anche sul fronte dell'ambiente continuano i segni fortemente negativi. Sono state scoperte negli oceani altre immense “isole di plastica” che stanno mettendo a rischio la vita nei mari.
Un paese immenso come la CINA è prigioniero dell'inquinamento atmosferico prodotto da industrie realizzate senza alcun rispetto per l'ambiente e la vita dei cittadini. Lo sviluppo economico, la competizione con gli altri stati imperialistici viene fatta a scapito della stessa vita, con condizioni di lavoro aberranti e disumane che nulla hanno a che vedere con l'idea di “comunismo” e “socialismo” di cui la CINA si ammanta. E anche la formazione di un blocco di paesi, i cosiddetti BRICS, alternativi al blocco che si raccoglie attorno agli USA, avviene sul piano di uno sfrenato sviluppo economico che sta peggiorando la situazione ambientale e il proliferare di quella "terza guerra mondiale a pezzi" iniziata nel 2001 e di cui non si riesce a vedere la fine.
Aberranti, ancora, le numerose sentenze che quest'anno in Italia hanno mandato assolti potenti industriali straricchi, sicuramente responsabili di migliaia di morti e di vasti inquinamenti ambientali, in Piemonte, in Abruzzo, in Puglia, in Calabria, con un governo del paese proteso non a difendere il bene comune ma gli interessi di una classe sociale, quella dei ricchi e gaudenti, a cui vengono dati incentivi legali e fondi su fondi senza alcun controllo. Aberrante, ancora, la sfrenata ricerca di petrolio anche in luoghi impensabili, come in alta montagna (vedi Basilicata o zone interne della Campania) o nei mari, con conseguente inquinamento delle risorse idriche o dei mari.
Il tutto giustificato come azione tesa a “sbloccare l'Italia” dalle pastoie burocratiche ma in realtà per imprigionarla ancora di più negli interessi di una economia finalizzata alla ricchezza di pochi e alla miseria dei più.
E la “mafia” imperversa, a Roma come nel resto d'Italia, mettendo sempre più in luce un sistema economico putrefatto, dove non c'è più alcuna differenza fra aziende oneste e aziende mafiose, perché se è delinquenziale l'azienda costruita sui favori pubblici, sulla corruzione di funzionari pubblici, è delinquenziale anche l'azienda che sversa veleni illegalmente e trasforma interi territori, come la Campania, in una discarica di rifiuti tossici, producendo migliaia e migliaia di ammalati e morti per cancro.
Ecco vivremo questo Natale, come tanti altri che lo hanno preceduto, in questo quadro e non c'è “pace dell'anima” o misticismo o rifugio in una preghiera, che significa ripetere parole vacue e prive di impegno personale, che possa perdonare le nostre mancanze, il nostro disimpegno o salvarci dalla dannazione eterna. Non saranno concerti di natale o richiami a quadri idilliaci, del resto mai esistiti, che stridono con la realtà nella quale siamo immersi che ci assolveranno dai nostri errori e salveranno l'umanità dall'abisso nel quale essa stessa si è cacciata.
Lo dice il Vangelo, saremo giudicati per le cose che abbiamo fatto, per la giustizia che siamo stati in grado di realizzare su questa terra, per l'amore che siamo stati in grado di diffondere attorno a noi, non certo per le preghiere che abbiamo recitato e per i molti mea culpa che abbiamo ripetuto senza poi essere conseguenti. E se non sarà Dio, di cui nulla conosciamo e nulla possiamo dire, saranno le future generazioni che malediranno in eterno gli uomini e le donne del nostro tempo per lo stato di degrado a cui abbiamo fatto giungere l'umanità.
Ma anche in questo Natale ci sono segni di speranza a cui abbiamo il dovere di aggrapparci con tutte le nostre forze. Ci sono segni di speranza che provengono dall'alto di importanti istituzioni religiose come il Papato, nella persona di Papa Francesco, ma ci sono anche – e per noi, con tutto il rispetto per Papa Francesco, sono molto più significative ed importanti – segni di speranza dal basso, realizzati da persone semplici, da credenti di diverse religioni o da non credenti, da uomini e donne di buona volontà che hanno deciso di prendere il destino della nostra umanità sulle proprie spalle.
Papa Francesco, pur nel quadro di una teologia che ha finora consentito la realizzazione di peccati immensi, quali genocidi, sfruttamento della schiavitù, benedizioni di guerre e di regimi stragisti e disumani, ha messo in pratica iniziative positive sul tema della pace, del dialogo interreligioso e dell'ecumenismo, della giustizia sociale che lasciano ben sperare. Ci auguriamo che siano il segno di una inversione di tendenza, della volontà di percorrere una strada che non preveda ripensamenti o ritorni ad una realtà che ha tristemente segnato la chiesa cattolica ma anche tutte le altre chiese cristiane. Una strada che superi la “chiesa potere”, la chiesa intrisa di ricchezze, scandali, violenze, ritornando al Dio di Gesù, a quella umanità che è stato il centro della sua azione e della sua predicazione.
Dal basso la speranza viene da quanti in questo anno si sono impegnati a respingere il razzismo religioso e l'islamofobia, dando luogo ad iniziative di dialogo che aprono il cuore alla speranza. Ci riferiamo alla giornata del dialogo cristiano-islamico che quest'anno è andata al di là di ogni più ottimistica previsione. Ma ci riferiamo anche alle tante iniziative per la pace sviluppate a livello di base, dagli insegnanti in primo luogo, ma anche da molte associazioni spesso interreligiose. Iniziative che hanno coinvolto spesso interi paesi e hanno fatto sentire alto il grido di pace del popolo italiano che ripudia la guerra.
A questi segni e a queste persone, cristiani, musulmani o appartenenti ad altre religioni, vogliamo legarci. Loro sono il nostro punto di riferimento, per loro vogliamo continuare a tenere in piedi, pur tra mille difficoltà, la nostra piccola realtà informativa che sempre più vorremmo far diventare un luogo di dibattito e, perchè no, di organizzazione di un diverso modo di intendere la nostra vita comunitaria, che sempre più vorremmo impregnata degli insegnamenti positivi di cui sono pieni il Vangelo, il Corano, le scritture ebraiche, e quelle di tutte le altre religioni positive esistenti.
Questo sarà il nostro impegno anche per il 2015.
Aiutateci a continuare, non possiamo fare a meno di voi lettori. Dateci il vostro contributo materiale ma soprattutto di idee, di impegno per risalire la china, sconfiggere le varie “bestie immonde”, per usare il linguaggio del libro dell'Apocalisse (i mass media, la guerra, l'economia finalizzata all'arricchimento di pochi, lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo...) che affliggono la vita di ognuno di noi, le nostre società, la nostra umanità.
Buon Natale e buon 2015.
Giovanni Sarubbi



Domenica 21 Dicembre,2014 Ore: 13:54
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Bruno Antonio Prof.Bellerate Rocca di Papa (RM) 21/12/2014 18.39
Titolo:Più ottimismo non guasta!
Caro direttore, condivido appieno quanto scrivi, ma il tono potrebbe essere più incoraggiante che... deprimente (anche se qualche spiraglio c'è). Oggi ci manca ... quasi tutto e anche spinte efficaci ad agire per il meglio. Mi pare che in questo il vescovo di Roma dia un buon esempio: ci sono le denunce (e molte!), ma non è mai assente l'incoraggiamento, magari fondato su una teologia che sa... di passato. Utile, comunque, il suo sprigionante ottimismo in ogni intervento.

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