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www.ildialogo.org Coniugare speranza e razionalità,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Coniugare speranza e razionalità

di Giovanni Sarubbi

Sinistra, centro, destra: sono parole del lessico politico prive oramai di significato. Lo sperimentiamo tutti i giorni con le scelte concrete che fanno i vari partiti presenti in parlamento o che sono fuori dalle strutture istituzionali. Milioni di persone si sono ritrovate a votare per un partito, il PD, accreditato come appartenente allo schieramento di sinistra, o anche detto di centro-sinistra, che poi però governa stabilmente con un partito che si definisce “nuovo centro destra”. L'alleanza con tale partito, che doveva essere un fatto transitorio, è diventata, nel giro di pochi mesi, una alleanza stabile che dovrebbe durare fino alla fine della legislatura.
Chiacchiere senza alcun senso, quale quello di dire “se questo governo fallisce me ne vado”, vengono lette da una moltitudine di persone come un fatto innovativo e addirittura come un segno di speranza. Che dovrebbe fare un governo che fallisce se non andare via? Fallisce e vorrebbe anche un premio?
E' indubbio, siamo ad un punto molto brutto della nostra storia politica. Un punto frutto di una lunga azione di attacco alla coscienza collettiva, alla capacità di intendere e di volere di centinaia di milioni di persone del mondo cosiddetto occidentale. Un attacco pianificato scientificamente e articolato in quelle che Noam Chomsky ha definito come “Le 10 regole per il controllo sociale” che sono così articolate:
1 – La strategia della distrazione.
2 – Creare il problema e poi offrire la soluzione.
3 – La strategia della gradualità.
4 – La strategia del differire.
5 – Rivolgersi alla gente come a dei bambini.
6 – Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione.
7 – Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità.
8 – Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità.
9 – Rafforzare il senso di colpa.
10 – Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca.
Una strategia che abbia lo scopo di restituire alle persone la sovranità sul proprio cervello e sui propri comportamenti sociali, ridando un senso alle parole “sinistra” “centro” e “destra”, non può prescindere da queste regole e dagli effetti che la loro applicazione ultratrentennale ha avuto a livello di massa.
E si tratta di una analisi sempre più urgente in vista delle elezioni europee a cui saremo chiamati il prossimo 25 maggio. La campagna elettorale è di fatto già iniziata anche se c'è ancora più di un mese alla presentazione delle liste. Si ritorna a parlare di “sinistra” “centro” e “destra” senza che su tali termini si sia fatto chiarezza. La confusione (che è la prima delle 10 regole di Chomsky) regna sovrana e ciò garantisce la vittoria a chi gestisce i mezzi di comunicazione di massa. Sono essi ad imporre gli argomenti da discutere, sono essi che creano i problemi e che propongono le soluzioni che più si confanno alla gestione e alla conservazione del potere nelle mani delle oligarchie finanziarie responsabili dello stato di crisi globale nel quale ci troviamo.
L'idea di “sinistra” “centro” e “destra” è nata ai tempi della rivoluzione francese. Poco prima di quell'evento furono convocati dal Re gli “Stati Generali”, un'assemblea che doveva rappresentare le tre classi sociali allora esistenti, quelle del clero, della nobiltà, del terzo Stato, costituito dagli strati poveri della società. In quell'occasione la parte dell'assemblea che si pose alla sinistra del presidente era costituita dai sostenitori delle idee egualitarie e progressiste, quelle favorevoli al terzo stato, mentre a destra si posero i conservatori dello status quo, i difensori dei ricchi e della monarchia. “Sinistra”, da quegli anni, è stata così sinonimo di idee egualitarie e progressiste.
E' negli anni della Rivoluzione Francese che è nato quello che è passato alla storia come “socialismo utopistico”. Come data di inizio di tale periodo si prende di solito la cosiddetta “congiura degli eguali” organizzata in Francia nel maggio 1796 dalla società degli Eguali contro il Direttorio, che, tuttavia, fallì completamente. Aveva lo scopo di abolire la proprietà privata, sostenendo esplicitamente che i frutti della terra appartengono a tutti, in modo da far scomparire ogni differenza sociale fra gli uomini. Con il 1848 e la nascita della Lega dei Comunisti di Marx ed Engels, nasce il cosiddetto socialismo scientifico il cui programma fu enunciato nel “Manifesto del Partito Comunista”. Da quel momento l'idea di “sinistra” assunse connotati e contenuti molto diversi da quelli propugnati da Gracco Babeuf, ispiratore della Congiura degli Eguali. A supporto del nuovo partito c'è una dottrina filosofica ed economica, il marxismo, che promuove una idea del mondo profondamente diversa da quelle fino a quel momento esistenti. Si tratta di una filosofia basata sul materialismo dialettico e storico, che assume la dialettica egheliana come base, e su un'analisi economica molto dettagliata del sistema sociale capitalistico realizzata da Marx nel suo libro “Il Capitale”.
Dall'altro lato l'idea di destra si è evoluta man mano, fino alla nascita dell'ideologia fascista e nazista che si sono incarnate nei regimi realizzati in Italie a Germania dopo la prima guerra mondiale.
Senza fare tutta la storia del socialismo, delle sue organizzazioni internazionali (Prima, Seconda, Terza, Quarta internazionale) legate allo sviluppo della vera e propria lotta fra le organizzazioni schierate a sostegno delle classi povere e a sostegno delle classi ricche, si può dire che quando le differenze politiche, ideologiche e organizzative fra queste organizzazioni sono state ridotte a zero, come avviene oggi, ciò è avvenuto con uno spostamento di potere a favore delle classi dominanti ricche e gaudenti e a danno di quelle povere. La perdita di senso di parole come “sinistra” “centro” e “destra” si è tradotto nella scomparsa di organizzazioni che sostengano i diritti delle classi povere. Trionfa cioè l'edonismo, l'accaparramento di ricchezza da parte di pochi e a danno di molti, con l'esplodere delle diseguaglianze che oggi hanno raggiunto livelli mai visti prima nella storia dell'umanità (vedi a tale proposito gli articoli su tale questione che stiamo proponendo ai nostri lettori nel nostro argomento del mese).
Sono dunque fondamentali i contenuti delle proposte programmatiche dei vari partiti e schieramenti che si contendono i posti nelle assemblee legislative. Assemblee legislative, nazionali o sovranazionali, come quelle europee che ci apprestiamo a rinnovare, che negli ultimi 40 anni sono state via via svuotate dei loro poteri. Quando trionfa il potere dei soldi e a decidere le scelte di politica economica, ambientale, militare, sociale sono i pochi che siedono nei consigli di amministrazione delle poche banche (10) che tengono nelle loro mani il 90% della ricchezza mondiale, le assemblee elettive non hanno alcun valore e la democrazia è svuotata di contenuto.
Serve allora avere poche e semplici idee che riescano a fare breccia nella marea di stupidità che viene diffusa dai mezzi di comunicazione ad ogni ora del giorno. Ciò che serve a pochi non può portare alcun beneficio alla grande maggioranza della popolazione che si sta impoverendo sempre di più. Sono cioè gli interessi economici dei gruppi di potere che guidano le scelte dei governi e dei partiti ed è di questi interessi che bisogna ritornare a parlare.
E' inutile, inoltre, farsi illusioni sulla possibilità che nell'attuale fase politica, con il controllo ferreo dei mezzi di comunicazione oggi esistente, una qualche idea favorevole alle grandi masse povere e diseredate possa prendere il sopravvento in tempi brevi nelle prossime elezioni europee.
Le organizzazioni politiche italiane, di quella che una volta era “la sinistra”, sono preda delle ideologie e delle scelte del grande capitale internazionale. Nessuna di esse ha una qualche idea su come condurre la popolazione italiana ed europea e meno che mai mondiale fuori dalla crisi che stiamo vivendo. Si oscilla tra un estremismo parolaio ed una subalternità di fatto a scelte economiche finalizzate a mantenere la ricchezza di pochi a danno dei moltissimi. La vicenda dell'ILVA di Taranto, con il rinvio a giudizio del governatore Vendola per concussione aggravata, è emblematica a tale proposito. Questi gruppi, in più, continuano a blaterare di “unità della sinistra” per poi dividersi in gruppi sempre più atomici ed insignificanti e a proporre iniziative elettorali che durano lo spazio del mese di campagna elettorale. Lo diciamo da tempo: con gli infantilismi, i pressapochismi, il cretinismo parlamentare non si va da nessuna parte.
Non abbiamo ovviamente alcuna intenzione di distruggere qualsiasi speranza. E' giusto avere speranza ma è altrettanto giusto avere gli occhi aperti e lo spirito critico che ci aiuti a distinguere quale strada percorrere e a non cadere nella disperazione se la speranza nella quale abbiamo creduto si trasforma poi in una sconfitta. Ecco, questo è il ruolo che come giornale stiamo cercando di realizzare: coniugare speranza e razionalità.
Giovanni Sarubbi



Domenica 16 Marzo,2014 Ore: 18:43
 
 
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