- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (1)
Visite totali: (732) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Il senso di una ricerca e una presenza,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Il senso di una ricerca e una presenza

di Giovanni Sarubbi

La povertà aumenta in modo esponenziale: disoccupati, cassintegrati, ma anche chi lavora e ha uno stipendio è povero. Le retribuzioni e le pensioni, non sono sufficienti ad assicurare “una esistenza libera e dignitosa” ai lavoratori e alle loro famiglie, come prescrive l'art. 36 della Costituzione.
E questo perché le diseguaglianze sociali sono diventate insopportabili. Mentre da un lato un piccolo gruppo sociale di ricchi e gaudenti aumenta la propria ricchezza, anche in tempi di crisi come quelli attuali, la stragrande maggioranza della popolazione sprofonda sempre di più nella miseria.
E' un fenomeno antico analizzato da Marx con precisione nel 1848, nel Manifesto del Partito Comunista e successivamente ne «Il Capitale», e che da due secoli si ripete ciclicamente. Per aumentare i propri profitti, le imprese capitalistiche tendono a ridurre il costo del lavoro, ad aumentare le ore lavorate, ad aumentare la produttività, attraverso le innovazioni tecnologiche, e lo sfruttamento dei lavoratori, riducendone i diritti e le tutele sia in termini di assicurazioni sociali, sia riguardo alla sicurezza sul lavoro. Le innovazioni tecnologiche tendono poi a sostituire man mano gli operai dal ciclo produttivo. Tutto ciò produce bassi salari, omicidi sul lavoro, inquinamento ambientale, sfruttamento selvaggio del territorio. Per un po' di tempo il sistema capitalistico riesce a garantire un relativo benessere, ma poi la corsa al massimo profitto produce impoverimento degli operai, che non possono più comprare le stesse merci da loro prodotte. I consumi si riducono e questo produce fallimenti a catena di imprese, con successiva concentrazione e accaparramento del mercato dalle imprese più grandi. E' un meccanismo che negli ultimi due secoli ha prodotto una enorme concentrazione dei capitali e due guerre mondiali. Oggi la guerra è diventata una condizione permanente dell'intera umanità, con decine di guerre in corso ed una recessione che dura oramai da una decina d'anni, prodotta questa volta anche dall'esplodere di una crisi finanziaria senza precedenti nella storia del capitalismo mondiale.
Multinazionali sempre più grandi controllano oramai l'intera economia mondiale. Alcune decine di persone al mondo detengono il potere di vita e di morte sull'intera umanità.
Cinque banche d'affari e cinque istituti di credito al mondo, detengono il 90% dei titoli cosiddetti “derivati”, quelli che sono stati anche ribattezzati “titoli tossici”. Si tratta di Jp Morgan, Bank of America, Citybank, Goldaman Sachs, Hsbc Usa, Deutsche Bank, Ubs, Credit Suisse, Citycorp-Merrill Lync, Bnp-Paribas. Dieci amministratori delegati, alcune altre decine di membri dei rispettivi consigli di amministrazione, sono loro che decidono le sorti dell'economia mondiale,  che stanno dietro alla bancarotta nella quale ci troviamo e che sono più potenti dello stesso presidente degli USA o di quello della Germania. Chi li conosce? Chi fra i disoccupati, i cassintegrati, gli esodati, i disperati che si tolgono la vita perché la loro piccola impresa è fallita o perché disoccupati, ha mai associato la propria condizione di miseria alla smisurata ricchezza e potere di queste poche decine di persone?
Dall'interesse con il quale vengono accolte nelle città le sfilate di Ferrari rosso fiammante, o dal successo di cui godono personaggi che fanno del lusso e della sua ostentazione il proprio tratto distintivo, direi che non solo nessuno li conosce ma che anzi essi godono di una sostanziale impunità. Dovrebbero essere arrestati ed invece sono li a dettare legge. Anche quando gli imbroglioni vengono presi con le mani nel sacco, prevale nella società l'invidia per non essere riusciti a fare altrettanto sulla condanna per le loro azioni, che hanno provocato sicuramente disoccupazione e miseria per milioni di persone. Sono spesso i poveri e i derelitti quelli che difendono i loro aguzzini e sfruttatori.
Questo è possibile, e scusate se lo ripetiamo in continuazione, perché i mezzi di comunicazione di massa (ma è giusto chiamarli mezzi di distrazione o meglio ancora di depistaggio di massa), parlano d'altro, concentrano la loro attenzione su questioni di nessun interesse per la grande maggioranza delle persone finite in miseria, a cui viene negata qualsiasi informazione che possa far prendere loro coscienza del proprio stato e della necessità di opporsi ad un tale stato di cose. Chi detiene il potere dei mezzi di comunicazione, può fare e disfare qualsiasi notizia, può inventare di sana piante notizie false, può diffonderle e orientare la cosiddetta opinione pubblica verso falsi obiettivi e false speranze. La gente povera non deve avere strumenti di conoscenza, deve rimanere nell'ignoranza e soprattutto deve essere cancellata in loro qualsiasi idea di solidarietà. Devono rimanere poveri non solo materialmente ma anche e soprattutto spiritualmente, e rimanere in balia di quelle stesse classi sociali di ricchi e gaudenti responsabili della loro povertà. Classi sociali che, attraverso i mezzi di comunicazione, orientano i poveri verso quelle forze politiche che stanno sotto il dominio della classe capitalistica, come è già successo in Italia e Germania negli anni '20 e '30 del secolo scorso. Ed è una storia che si sta ripetendo sotto i nostri occhi. La crescita di consenso per le formazioni neo naziste in tutta Europa, dimostra l'esistenza di settori ultra reazionari della classe capitalista, pronti a cavalcare la eventuale protesta popolare attraverso formazioni reazionarie che non metteranno mai in discussione il loro potere, come fecero Hitler e Mussolini.
Oggi i mezzi di comunicazione sono impegnati nel sostenere la modifica della legge elettorale. La legge proposta dal duo Renzi-Berlusconi è l'ennesima porcata, e ci scusino i porci a quattro zampe che sono animali pulitissimi rispetto a quelli a due zampe. E' una legge chiaramente incostituzionale, peggiorativa persino di quella precedente bocciata dalla Corte Costituzionale. Eppure non c'è telegiornale che non descriva tale legge come eccezionale, come necessaria ed imprescindibile, bollando chi si oppone come nemico della patria. I problemi veri vengono nascosti e viene ripetuto il mantra sulla necessità delle riforme istituzionali per poter governare meglio. Si tratta, ovviamente, di una falsità costruita ad arte, che viene accreditata di un vasto consenso popolare (oltre il 70% secondo i soliti sondaggi diffusi ad arte). Via i piccoli partiti, che sarebbero egoisti, chi vince prende tutto. Manca la libertà di uccidere seduta stante gli oppositori, ma scommettiamo che c'è chi ci sta pensando.
I sondaggi sono oramai diventati un modo per orientare la gente e costruire il consenso. Fanno tutto loro, creano le leggi porcate, creano anche un finto scontro politico fra i partiti per rendere la pillola amara accettabile, inventano sondaggi che confermino le loro scelte, ed il gioco è fatto. Nani, donne procaci e scollacciate, ballerine e guitti non mancano e si impegnano al massimo a diffondere la volontà del capo. Le TV sono diventate sempre più “Tele Vomito” perché vomitano addosso agli spettatori le peggiori bugie a ritmo continuo. Manca oramai, per completare il quadro, solo l'intervento politico di DUDU', il cane della fidanzatina del quasi ottuagenario capo di «Forza Italia», ma diamo tempo al tempo.
Nessuno informa su ciò che concretamente il governo fa ogni giorno perché, questo è sicuro, ogni giorno i vari ministri assumono decisioni, spendono soldi dandoli ai soliti amici degli amici e si tratta di centinaia e centinaia di miliardi di euro, gestiti nella più assoluta segretezza, perché i mezzi di comunicazione di massa su tali argomenti tacciono o danno informazioni false. Dove vanno a finire, ad esempio, i fondi europei? E gli immensi fondi per le spese militari? Chi sono i personaggi a cui vengono elargiti i fondi per le opere pubbliche faraoniche in corso come la TAV? Si viene informati, solo parzialmente ed in modo distorto, quando i ladri dei fondi pubblici sono scappati con la cassa, lasciando opere incompiute e devastanti. Le stesse poche forze di opposizione nelle istituzioni ai vari livelli, non fanno alcunché per informare sulle cose che i vari sindaci, assessori e quant'altro fanno nell'esercizio delle loro funzioni. Si discute d'altro, è tutta una sceneggiata peraltro pessimamente recitata, ma oramai nessuno ci fa caso, perché ci hanno abituato a considerare la merda come cioccolata.
Quando abbiamo iniziato l'avventura del nostro giornale, che allora era stampato, pubblicavamo le delibere della giunta comunale. Nomi, cognomi, importi spesi. La gente aspettava con ansia il nuovo giornale e le copie andavano a ruba e la rubrica più letta era quella delle delibere. Tutti erano interessati a sapere come venivano spesi i loro soldi. Poi è venuta la legge Bassanini (centro-sinistra) e l'accesso agli atti fu drasticamente ridotto. Nonostante i nostri sforzi abbiamo dovuto interrompere quella pubblicazione. Anche chi stava all'opposizione in consiglio comunale non riusciva a comprendere la necessità di rendere pubblici le decisioni economiche della giunta. Arrivarono, inutile dirlo, minacce di vario tipo.
Oggi chi, nel parlamento italiano, svolge la funzione di rendere noto ai cittadini le decisioni economiche del governo? Il primo ministro è spesso in giro per il mondo in missioni di stato. Di cosa egli discute e quali risvolti economici hanno i suoi incontri? Nessuno lo sa. Perché? Quali interessi vengono coperti anche dalle forze cosiddette di opposizione?
I mezzi di comunicazione, lo diciamo da tempo, oltre a disinformare, sono in grado di stritolare qualsiasi parola d'ordine che abbia l'intenzione di mettere in discussione il sistema di potere oggi esistente. Non si può quindi improvvisare. C'è bisogno di una riflessione sistematica su quelli che sono i temi veri della crisi attuale e su come poterne uscire. Non servono slogan che durano lo spazio di una mezza giornata. Fanno ridere quelli autoreferenziali di piccoli gruppi marginali della opposizione di “sinistra”, che non vogliono fare autocritica degli errori fatti e perseverano a ripetere sempre le stesse cose oramai da oltre vent'anni. Servono invece idee che facciano aumentare il livello di coscienza di quel 99 per cento di popolazione soggiogata oggi dal mostro capitalista, che ha portato il mondo sull'orlo della autodistruzione, e vi prego di credere che non siamo catastrofisti.
C'è bisogno allora di creare una solidarietà nuova fra il restante 99 per cento dell'umanità, che metta finalmente fine all'ingordigia di pochi lussuriosi e rimetta al centro il rispetto degli uomini e delle donne, il rispetto dell'ambiente, i valori della pace e della solidarietà, il prendersi cura gli uni degli altri, l'abolizione di qualsiasi sfruttamento dell'uomo sull'uomo, come diceva il buon vecchio Marx e prima di lui un certo Gesù di Nazareth.
E noi come giornale, nel nostro piccolo, vogliamo contribuire a tale crescita. Proporremo periodicamente, una volta al mese, un tema che non vada a rimorchio dei grandi mezzi di comunicazione. Un tema economico, politico, religioso, ambientale. Inviteremo di volta in volta amici e collaboratori a dare un contributo, per giungere a conclusioni che possano essere condivise da una comunità di persone desiderose di dare una alternativa al disfacimento del sistema capitalistico. Chi dei nostri lettori vorrà partecipare potrà farlo attraverso i commenti agli articoli e le lettere. Non lanceremo slogan, vogliamo agitare idee, denunciare falsità, cercare di tracciare un percorso che dia una speranza a questa nostra umanità.
Giovanni Sarubbi



Domenica 02 Febbraio,2014 Ore: 12:37
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
moreno ceron vicenza 09/2/2014 19.07
Titolo:italiani
Ciao,
Condivido pienamente quello che scrivi ma.........la strada è lunga ed in salita per molti italiani nel cambiare le cose, per avere più solidarietà.
Per altri la strada i è ancora in discesa per ora...........
Siamo italiani

Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (1) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Editoriali

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info