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www.ildialogo.org LETTERA ALLE DONNE E AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTA’ IN OCCASIONE DELLA DODICESIMA GIORNATA ECUMENICA DEL DIALOGO CRISTIANO-ISLAMICO,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
LETTERA ALLE DONNE E AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTA’ IN OCCASIONE DELLA DODICESIMA GIORNATA ECUMENICA DEL DIALOGO CRISTIANO-ISLAMICO

di Giovanni Sarubbi

Cari amici e amiche, fratelli e sorelle,
è la prima volta, in 12 anni, che mi tocca scrivere questa lettera che è diventata una bella consuetudine della nostra giornata del dialogo cristiano-islamico. Per 11 anni l'ha scritta l'amico carissimo Brunetto Salvarani che della giornata è stato l'artefice indiscusso. Ricordo ancora quando ricevetti da lui, verso la fine di settembre del 2001, la prima email contenente una serie di domande su come impostare quello che poi divenne il primo appello per la realizzazione di una giornata del dialogo cristiano-islamico, lanciato poi a livello nazionale il 4 novembre del 2001.
Dodici anni sono veramente tanti per una iniziativa nata dal basso e senza sponsor di alcun tipo. Una iniziativa che, in definitiva, ci invita a “restare umani”, a non aver paura dell'altro/a, nero bianco giallo o verde che sia, credente o non credente ma “essere umano” e per questo degno di rispetto, amore, accoglienza, fraternità, solidarietà, sorriso, gioia, allegria, vita, cibo, casa, cultura, scuola, luogo di culto, ... Abbiamo bisogno di libertà religiosa, che è la base della convivenza civile, e di diritti umani per tutti e tutte, perché vi è una sola umanità ed un unico Dio, come recita il tema di questa dodicesima edizione. Una iniziativa, la nostra, che ci invita a coniugare parole positive, quelle che consentono la vita e a bandire tutto ciò che provoca guerra, violenza, discriminazione. Una iniziativa che dal basso si è imposta anche a livello istituzionale.
Una iniziativa che è, in definitiva, contro la più pericolosa forma di proprietà privata che oggi esista, quella di chi ritiene di essere “padrone di Dio”, costruito a propria immagine e somiglianza, con le sue leggi, i suoi decreti e la sua volontà imposti a tutti. Da questa pericolosissima forma di proprietà privata, vengono sempre nuovi stimoli per le guerre, gli odi, la miseria per miliardi di persone e il lusso sfrenato per pochi, come la storia dei millenni passati e la cronaca di questi anni ci insegna. Noi invitiamo tutti a condividere la propria immagine di Dio o il proprio non credere con gli altri esseri umani, senza pregiudizi, senza odio, fraternamente.
Credo che tutti noi che abbiamo partecipato e continuiamo a partecipare a questa iniziativa, abbiamo appreso tantissimo, sia sul piano teorico, come conoscenza della religione o della cultura diversa dalla nostra, sia soprattutto sul piano umano. Ed è sicuramente questo l'aspetto che più si sedimenta nel profondo di ognuno che partecipa e si impegna per il dialogo.
Voglio qui ricordare le persone che ho avuto la gioia e la fortuna di conoscere in questo cammino e che ci hanno lasciato fisicamente, ma il cui ricordo è ancora vivo nel mio cuore ed in quello di chi li ha conosciuti. Voglio ricordare innanzitutto il carissimo Yusuf Sarno, musulmano Irpino, con il quale ho condiviso le prime esperienze di dialogo cristiano-islamico in Irpinia e che ebbe l'idea di trasformare in libro la nostra prima esperienza (La rivincita del dialogo edizioni EMI 2002). Insieme a lui ricordo il compianto vescovo di Avellino, mons. Antonio Forte, che è stato uno dei primi firmatari dell'appello del 4 novembre 2001. Un uomo, un francescano, che credeva profondamente al dialogo interreligioso, profondamente ecumenico, che invitava tutti i cristiani a fare “confessione di peccato” per i troppi mali che le chiese avevano fatto all'umanità, con la loro divisione e le loro guerre intestine. E voglio ricordare la carissima sorella Somaye Nerea Lupieri, moglie di Ammar De Martino, direttore responsabile de "Il puro islam", periodico di informazione degli sciiti italiani, con la quale ho avuto modo di confrontarmi spesso e di condividere momenti conviviali, di studio e di preghiera fraterna.
E mentre scrivevo queste note, un po' malinconiche ma necessarie per capire da dove siamo partiti e dove dobbiamo andare, mi è giunta la notizia della morte di un altro amico del dialogo cristiano-islamico, Don Adriano Fornari, Parroco di San Giovanni Battista in Fiorano (MO), che, come ci ha ricordato Ruggero Cavani, ha favorito la nascita e sostenuto la crescita dell’esperienza di Dialogo: "Camminare Insieme", che da più di un decennio vede insieme famiglie cristiane e musulmane.
Ricordare questi amici e amiche, fratelli e sorelle, non è un modo per immalinconirsi, ma è anzi un modo per andare avanti, per riprendere nelle nostre mani il testimone che essi ci hanno lasciato, per dire ai giovani e ai meno giovani che l'unico modo che abbiamo per “restare umani” e preservare la vita e la Terra che ci è stata donata, è quella di dialogare, di aprirsi agli altri, di cercare l'incontro e non lo scontro, di condividere anziché privatizzare. Si ricorda con amore chi ci ha dato amore e giusti insegnamenti, mentre cacciamo via dalla nostra mente tutto ciò che ha provocato lutti e disastri. Per questo dobbiamo ricordare queste persone care. Per trovare forza e motivazioni per andare avanti. Ed ognuno di noi avrà sicuramente qualcuno da ricordare e da indicare ad esempio a chi gli sta affianco.
E dobbiamo ricordarli oggi perché mai come quest'anno sono state tante le iniziative e le adesioni alla nostra giornata, con il coinvolgimento di oltre centocinquanta associazioni in tutta Italia, dalla Sicilia al Trentino alto Adige. Un successo insperato che va molto al di la delle nostre povere forze.
E anche quest'anno hanno aderito tantissime istituzioni locali, principalmente comuni, che hanno promosso iniziative insieme ad associazioni del proprio territorio. E poi c'è stata la grande novità, mai successa prima, del messaggio per la fine del Ramadan firmato direttamente da Papa Francesco e non, come era stato finora, dal responsabile del Pontificio Consiglio per il dialogo religioso. Un segnale preciso che da speranza dopo il gelo degli ultimi anni.
C'è indubbiamente un vento nuovo, o quantomeno c'è un tentativo di cambiare i rapporti tra le religioni che negli ultimi dieci anni erano stati, per così dire, congelati.
E sono proprio queste rinnovate adesioni e questa nuova aria che si respira che mi spingono, a conclusione di questa lettera, a chiedere a tutte le associazioni, le comunità cristiane e musulmane, le riviste promotrici di questa iniziativa, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, di promuovere per la prossima primavera un incontro nazionale fra quanti in questi 12 anni hanno caparbiamente creduto al dialogo e lo hanno sostenuto con la propria iniziativa, mettendoci la faccia, il cuore, la propria passione e intelligenza.
Credo sia un passo necessario che può dare rinnovato impulso al dialogo fra cristiani e musulmani ma anche tra tutte le altre religioni, andando oltre il semplice conoscersi che finora abbiamo praticato fra tante difficoltà. Semplicemente per restare umani, per dare ognuno il proprio contributo, per far si che ognuno porti la propria parte di acqua per fare girare il mulino della vita.
Con i più fraterni auguri di shalom – salaam – pace
Giovanni Sarubbi
Monteforte Irpino, 25 ottobre 2013



Sabato 26 Ottobre,2013 Ore: 09:23
 
 
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