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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org Auguri,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Auguri

di Giovanni Sarubbi

Il 21 dicembre è passato, la fine del mondo pronosticata non c'è stata, Gesù non è tornato sulla Terra a cavalcioni di una nuvoletta. Nessun pianeta dal nome strano, abitato da esseri dal nome altrettanto strano è stato avvistato in avvicinamento al nostro sistema solare. Nessun asteroide gigantesco ha colpito la Terra distruggendola. L'Armagheddon non si è verificata.

L'umanità continua ad essere l'unica responsabile della situazione di degrado in cui vive e nessun Dio irato dall'alto dei cieli si appresta a punire i cattivi e a salvare i buoni che gli sono stati fedeli. I bambini dei paesi del sud del mondo continuano a morire di fame perché una minoranza della popolazione mondiale ha deciso di assorbire l'80% e più delle risorse naturali esistenti. Malattie devastanti, provocate dall'inquinamento ambientale che questa piccola minoranza di popolazione mondiale sta diffondendo con il suo dissennato stile di vita, si stanno diffondendo sempre più fra la popolazione. La devastazione della guerra continua in tutti i continenti, soprattutto in quelli più poveri e i sacerdoti di un Dio iroso e sanguinario continuano a benedirle e a benedire i mercanti d'arme e i padroni di schiavi salariati che le producono e che producono tutte quelle cose inutili che inquinano l'ambiente ma che fanno aumentare il PIL e la ricchezza di una sempre più ristretta cerchia di multimiliardari a livello mondiale. Se la carta moneta o l'oro o i diamanti si potessero mangiare, queste poche centinaia di famiglie avrebbero di che sfamarsi per alcune centinaia di migliaia di anni.

Questa situazione, che non ha paragoni con nessun altra epoca precedente sia in termini di potenza distruttiva degli armamenti e degli eserciti, sia in termini di ricchezza economica prodotta, non si è sviluppata all'improvviso ma è il frutto di un lungo processo di trasformazione dell'umanità che va avanti da alcune migliaia di anni attraversando varie fasi. Si è cominciato con piccoli gruppi di persone che, all'interno della primitiva comunità umana, si sono organizzati e hanno via via sviluppato le propria capacità organizzative finalizzate ad opprimere e schiavizzare la restante parte della comunità. Gli esseri umani non sono stati più uguali, non hanno più condiviso le risorse naturali, si sono differenziati, alcuni gruppi hanno preso il sopravvento, l'accaparramento delle risorse naturali e l'arricchimento di piccoli gruppi è diventata la regola diffusa ad ogni latitudine. Gruppi di uomini hanno reso schiavo altri uomini sfruttandone le capacità lavorative. Si sono formati regni ed imperi, si sono costituiti eserciti e l'umanità ha praticato “l'arte della guerra”, l'uccidersi vicendevolmente per conquistare territori, schiavi e ricchezze, oggi come duemila o cinquemila anni fa.

Duemila anni fa nacque un movimento che contestava alla radice questo modo di intendere i rapporti sociali che allora era incarnato nell'Impero romano che presentava la propria politica come “vangelo”, cioè come “buona notizie”, ed il proprio “imperium” come l'unico potere possibile. Questo movimento cominciò a dire che il vangelo era quello che liberava gli schiavi e non quello che li opprimeva, che l'impero romano era destinato alla morte perché avrebbe trionfato “l'impero di Dio” ed i suoi seguaci, incarnato in quello che essi definivano “il figlio dell'uomo”, cioè la stessa umanità riunita non attorno al tempio dove offrire sacrifici al dio iroso e sanguinario, ma nelle “ekklesiai”, cioè nelle comunità laiche che si riunivano per condividere tutto ciò che avevano e nel prestarsi servizio vicendevolmente e nel decidere comunitariamente le scelte per tutta la comunità. Il Dio di questo movimento, o per meglio dire il punto di riferimento o meglio ancora l'ispirazione profonda, era “l'umanità” nel suo complesso, era il prendersi cura gli uni degli altri, era il rifiutare l'uccisione di altri esseri viventi e la loro oppressione, era il rifiutare la ricchezza per proclamre il beati i poveri, era il vivere l'amore fraterno a cominciare dalla condivisione del cibo di cui tutti dovevano poter godere, nessuno escluso. Si riconoscevano dallo spezzare insieme il pane, dal dividere quello che avevano e dal metterlo in comune.

Dopo qualche secolo il potere imperiale trasformò in una religione essa stessa oppressiva l'originario movimento che rifiutava i templi e i sacrifici e che aveva in Gesù di Nazarteh il suo profeta. Nacque il cristianesimo, nacquero i dogmi, ritornarono i sacerdoti e le “ekklesiai” da luoghi di amore si trasformarono di nuovo in templi dove imperava il terrore religioso, ed il Dio iroso e sanguinario riprese il sopravvento. Si ricominciò ad uccidere in nome di Dio, l'umanità fu di nuovo schiavizzata utilizzando gli stessi testi che il primitivo movimento aveva tramandato cambiandone le interpretazioni. Il Gesù di Nazareth, che aveva messo l'uomo al centro delle proprie attenzioni e di tutta la propria predicazione, divenne un “dio”, fu posto sugli altari e ogni giorno scannato, seppure virtualmente, per consentire alla casta sacerdotale di continuare nella sua funzione di oppressione dell'umanità e di sostegno alla casta dei ricchi e degli imperi.

Il 25 dicembre si celebra il Natale, cioè la nascita proprio di quel Gesù che ha proclamato un vangelo di liberazione dell'umanità. Ma il natale che viene celebrato da duemila anni circa a questa parte, e che anche in questi giorni ci viene servito con celebrazioni maestose, è però il natale di un nuovo dio oppressivo, non più quello che, come cantava sua madre Maria,

“Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote”.
(Lc 1,51-53)

L'impero che opprime l'umanità, che impedisce che tutti gli uomini e le donne possano essere fratelli e sorelle, liberi ed eguali, ha stravolto il messaggio di Gesù. Di questo dobbiamo oggi prendere coscienza e dobbiamo farlo al più presto.

Spetta a tutti gli uomini e alle donne che vogliono mettersi nella sequela del Gesù liberatore dell'umanità, liberare la figura di Gesù ed il suo messaggio, da tutti i fardelli e le aberrazioni che hanno costruito su di lui. Solo così potrà di nuovo essere Natale e la buona notizia della liberazione degli schiavi potrà risuonare di nuovo forte nel mondo e spingere l'umanità a ritrovare se stessa, emarginando quanti l'hanno condotta nel vicolo cieco della violenza e della distruzione della Madre Terra.

Auguro a tutti e a tutte di riscoprire il vangelo liberatore di Gesù.

Buon Natale e Buon anno di pace

Giovanni Sarubbi - direttore www.ildialogo.org




Domenica 23 Dicembre,2012 Ore: 22:29
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
Dante Mantovani Brescia 24/12/2012 22.20
Titolo:Che liberazione!
Leggendo l'editoriale di Giovanni Sarubbi mi sono sentito liberare dentro, nel profondo; ho trovato parole e concetti che condivido in pienezza. E mi chiedo: perchè nella Chiesa, dalla base, non riesce a partire un movimento di "ritorno al Vangelo", alla buona notizia?
Autore Città Giorno Ora
filippo angileri trapani 31/12/2012 15.48
Titolo:Buon Natale.Auguri
Vorrei dire al giornalista e caro amico Giovanni, nonchè a tutti gli altri, che Gesù è ritornato nel secolo scorso, cioè lo stesso Spirito Santo è ritornato al mondo nella figura di Bahà'ù'llàh(letteralmente: La Gloria di Dio)-1817-1892 (nato Iran- trapassato-Palestina).Ha fondato la "Fede Baha'i, che attualmente ha nel mondo circa 6 milioni di seguaci.
saluti cari
filippo
Autore Città Giorno Ora
Giovanni Dotti VARESE 31/12/2012 23.26
Titolo:le contraddizioni del Cattolicesimo
Forse il Papa attuale all'inizio del suo Pontificato ha cercato di intavolare un discorso sullo spirito del Cristianesimo delle origini, ma poi ne è stato distolto perché imbrigliato nelle maglie dell'apparato che lo costringe quotidianamente ad occuparsi degli affari terrestri dimenticando quelli celesti (relegati alle celebrazioni ufficiali).
Solo se la Chiesa riuscirà a disfarsi del "potere temporale" (il che sarà quasi impossibile) ed a correggere la rotta attuale che l'ha portata ad occuparsi più di affari e finanza che di governo delle anime il mondo Occidentale potrà col suo aiuto risollevarsi e uscire dal mare tempestoso in cui ora si trova. Grazie al dr Sarubbi che ha tracciato così egregiamente in poche righe i due millenni di Cattolicesimo evidenziandone le contraddizioni tra insegnamento Cristiano e la triste realtà attuale. EYEMmb
Autore Città Giorno Ora
Florestana Piccoli Sfredda Rovereto TN 07/1/2013 19.30
Titolo:Chiesa e Chiese
Seguo sempre con interesse quanto scrive Sarubbi che, pur non conoscendolo di persona, mi permetto di considerare un Amico. I suoi articoli provocano e fanno riflettere. Premesso che chi scrive è nata il Natale del 1927 ed è di confessione Cristiana Evangelica Valdese, condivido certamente quanto scritto da Sarubbi: vorrei solo aggiungere brevi interrogativi. 1)Perchè è diffuso sulla stampa italiana l'uso di chiamare "CHIESA" quasi esclusivamente la Chiesa Romana Cattolica? Con il massimo rispetto per tutte le Confessioni,già fra le principali Chiese cristiane corre l'obbligo di riconoscere almeno tre ceppi:Romana Cattolica - Ortodossa - Chiese nate dalla Riforma di Lutero (1517), che si moltiplicarono in libertà di pensiero e di coscienza, ma tutte riconoscendosi nel Dio Trinitario (Padre, Figlio, Spirito Santo)e riponendo la loro fiducia in Cristo Gesù, il Figlio.La salvezza noi la riceviamo per grazia, invocando il nostro Salvatore Cristo Gesù. 2) Perchè è ancora poco noto il movimento ecumenico, che mira a costruire l'ecumene universale dei credenti? 3)Perchè pochi sembrano sapere che la Chiesa Anglicana, pur avendo qualche analogia con la Chiesa Cattolica Romana,è comunque riconosciuta come Chiesa Protestante (aggettivo poco felice, nato soprattutto dal concetto di "protesta" di Lutero, che si oppose fermamente a Papa Leone X)?
Concludo, affermando che nel mondo odierno non possiamo dimenticare come l'interculturalità abbia esteso il dialogo interconfessionale, oggi divenuto dialogo interreligioso. Ci sarebbe da dire ben di più...ma spazio e tempo a disposizione lo impediscono. Un saluto fraterno a quanti hanno avuto la pazienza di leggermi!

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