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www.ildialogo.org Una prospettiva che proprio non ci piace,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Una prospettiva che proprio non ci piace

di Giovanni Sarubbi

Secondo alcuni osservatori sarebbero 2000 le persone uccise finora in Afghanistan dai soldati italiani. E' questa la notizia su cui dovremmo discutere ogni giorno e su cui chiamare alla mobilitazione ogni singolo cittadino italiano per manifesta e palese violazione della nostra carta costituzionale. Soldati italiani, sotto la bandiera italiana, pagati dal contribuente italiano, hanno ucciso e sono stati uccisi in nome e per conto di tutto il popolo italiano, anche di chi, come noi, si è strenuamente opposto a qualsiasi avventura militare e a qualsiasi guerra.

Che i soldati italiani presenti in Afghanistan abbiano ucciso afghani è dimostrato dall'episodio accaduto nel 2008 ad alcuni piloti di elicotteri che rifiutarono di sparare su una casa da dove provenivano colpi di arma da fuoco per evitare una strage di civili. Furono rimpatriati e ricoverati in ospedale militare “per sindrome da stress post-traumatico“, furono cioè fatti passare per pazzi (vedi la notizia qui). Quanti altri militari, in situazioni simili, e ce ne sono tutti i giorni, hanno invece fatto fuoco obbedendo agli ordini ricevuti?

Se andate su un qualsiasi motore di ricerca in Internet e cercate di conoscere l'entità dei morti della guerra in Afghanistan, troverete una contabilità dettagliata dei soldati uccisi della coalizione guidata dagli USA: 3000 soldati USA, 44 italiani,...e così via. Degli afgani uccisi, per lo più civili, donne vecchi e bambini, nessuna contabilità, nessuno che tenga il conto, sono vittime inesistenti, sono morti per colpa loro. Non c'è chi dice che si sono suicidati da soli, almeno non ancora, ma la loro morte nel linguaggio militare viene definita “danno collaterale“ (come gli ultimi bambini uccisi a Kabul proprio oggi), mentre bisognerebbe parlare di “crimini di guerra” o meglio ancora del crimine che è la guerra, il più nefando e orrendo crimine che l'umanità possa commettere contro se stessa e la Terra su cui viviamo.

Ed è di questi giorni la notizia che riguarda l'altra faccia della medaglia chiamata guerra, e cioè il mercato degli armamenti. Il servizio di ricerca del Congresso Americano ha reso noto i dati sul mercato delle armi sottolineando come le multinazionali USA delle armi nel 2011 hanno triplicato la vendita di armi rispetto al 2010 con 66,3 miliardi di dollari contro il 21,4 del 2010. Nel settore armamenti gli USA hanno un dominio pressoché incontrastato perché detengono il 77,7% del mercato mondiale. Nello stesso periodo di tempo i concorrenti europei hanno diminuito la loro quota di mercato passando dal 12,2% del 2010 al 7,2% del 2011. (Vedi notizia qui)

E queste armi sono andate in gran parte ai paesi del golfo, Arabia Saudita e Qatar, quei paesi che stanno fomentando la guerra in Siria che viene venduta in occidente come “rivoluzione” anche dopo che la stessa CNN ha riportato la notizia sull'assenso di Obama alla CIA ad intervenire in Siria. (Vedi editoriale del 2 agosto 2012).

Sembra incredibile ma è proprio così: gli sceicchi arabi che comprano armi dagli USA a carrettate con il premio nobel per la pace Obama nel ruolo di piazzista (quando gli toglieranno quel premio?), vengono indicati dai nostri mass-media come i sostenitori o i promotori delle rivoluzioni scoppiate nel mondo arabo da un anno e mezzo a questa parte. E c'è chi sostiene la tesi che i mercenari pagati dai paesi del Golfo per combattere la guerra in Siria siano paragonabili alle Brigate Internazionali che combatterono in Spagna nel 1936 per opporsi al colpo di stato franchista, mettendo sullo stesso piano volontari e mercenari. Gli USA di oggi e la CIA avrebbero lo stesso ruolo che ebbe allora l'ex URSS. Ed il guaio è che c'è chi ci crede, e lo sostiene anche nel mondo cosiddetto pacifista, con la Tavola della pace giunta, il 9 giugno scorso, a far parlare ad un proprio convegno un rappresentante di uno dei gruppi che in Siria sta conducendo la lotta armata. Come si faccia a dichiararsi pacifisti e poi sostenere la lotta armata che è strettamente collegata con la vendita delle armi, è un mistero che credo non abbia paragoni con nessun altro mistero della fede di una qualsiasi religione oggi esistente.

Ma l'adesione ad un tale mistero non è un atto di fede, è tradimento, è bugia sistematica, è mistificazione, è stravolgimento della realtà perché gli strumenti cattivi (e la guerra è uno strumento pessimo) possono produrre solo cattivi risultati, e per la guerra pessimi risultati, i più deleteri e ripugnanti possibili. E scusate se ci ripetiamo. (Vedi qui)

Si sragiona di «ingerenza umanitaria» da attuare «con modalità esclusivamente nonviolente» come se i signori della guerra, le imprese multinazionali degli armamenti, non esistessero e non fossero in grado, come hanno dimostrato di saper fare, di utilizzare qualsiasi movimento di massa esclusivamente a loro favore, anche quello a loro apparentemente più ostile, trasformando ex nemici in amici, come è il caso dei Fratelli Musulmani in Egitto, fino a ieri nemici giurati degli USA e ora invece alleati. Si sragiona di «internazionale dei diritti umani» che esiste solo nella loro fantasia, mentre esiste, quella si, l'internazionale della guerra capeggiata dagli USA e dai paesi ad essi strettamente legati sul piano economico politico e militare come l'Italia.

Oggi, nella situazione in cui siamo, non è possibile alcuna “ingerenza umanitaria” come le varie guerre combattute con tale motivazione hanno dimostrato. Ci si può opporre alla guerra ed eliminare tutte le guerre solo dal basso e solo senz'alcun tipo di arma. E questo perché ogni guerra getta le basi per la successiva ed è così da millenni. Senza andare molto lontano basti dire che la prima guerra mondiale gettò le basi per la seconda. La sconfitta del nazifascismo (Germania, Italia, Giappone) ha gettato le basi per tutte le guerre locali e generali che sono seguite ai bombardamenti nucleari di Hiroshima e Nagasaki, circa 200 in 50 anni, e all'attuale “guerra infinita”, alias “Terza guerra mondiale”, in corso dall'11 settembre del 2001 di cui il prossimo martedì ricorrerà l'undicesimo anniversario.

La sconfitta del nazifascismo ha prodotto la nascita di complessi militare-industriale, quello degli USA e dall'altro lato quello dell'ex URSS, complessi militari che hanno succhiato risorse economiche immense, che hanno distrutto ampiamente l'ecosistema con l'effettuazione di migliaia di test nucleari sia nell'atmosfera che sotterranei, che hanno portato l'economia mondiale al tracollo, prima quello dell'ex URSS e ora quello che fa capo agli USA.

Per fermare le guerre bisogna disarmare, bisogna impedire la produzione di armamenti, bisogna che tutte le forze politiche mettano di nuovo al centro della loro iniziativa la questione fondamentale della pace, come accadde subito dopo la seconda guerra mondiale, con il movimento dei Partigiani della pace, che raccolse oltre 500milioni di adesioni in tutto il mondo.

In Italia i partiti sono molto lontani da tale idea. Il PD, principale partito dell'ex centrosinistra, ha presentato il documento intitolato “Italia. Bene Comune - PER LA RICOSTRUZIONE E IL CAMBIAMENTO - PATTO DEI DEMOCRATICI E DEI PROGRESSISTI. CARTA D’INTENTI” nel quale non c'è una sola parola contro la guerra in corso, che fra l'altro costa all'Italia un paio di miliardi di euro all'anno, senza considerare la spesa esorbitante per gli armamenti previsti nel piano di ristrutturazione delle forze armate. C'è anzi la richiesta, a chi aderirà a tale “Patto”, di «assicurare il pieno sostegno, fino alla loro eventuale rinegoziazione, degli impegni internazionali già assunti dal nostro Paese o che dovranno esserlo in un prossimo futuro», cioè la guerra in Afghanistan va continuata così come tutte le altre missioni militari nelle quali siamo oggi impegnati al seguito e sotto comando USA.

Dobbiamo allora invertire la rotta ed intensificare l'impegno a smascherare le mistificazioni di cui sono pieni i giornali e che hanno infettato larga parte dell'ex movimento pacifista italiano e mondiale. La pace, cioè la vita o la morte dell'umanità è esclusivamente nelle mani degli uomini e delle donne. E' questo l'impegno che vogliamo assumere nell'undicesimo anniversario dell'inizio della "guerra infinita".

E ci scuseranno i fondamentalisti cristiani di varie confessioni: non sarà Dio a porre fine a tutte le guerre e a spazzare il male dall'umanità. Non c'è Armageddon che tenga o che serva a tale scopo. O lo facciamo noi con le nostre mani o non lo farà nessuno e ci autodistruggeremo. E a noi questa prospettiva proprio non piace.




Domenica 09 Settembre,2012 Ore: 00:37
 
 
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