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www.ildialogo.org ci sarà un futuro per la giustizia sociale?,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
ci sarà un futuro per la giustizia sociale?

di Giovanni Sarubbi

 Un gruppo di neofascisti del MIS di Rauti ha partecipato ad un corteo sindacale a Napoli lo scorso 2 luglio, con tanto di bandiere, di striscione e saluti romani annessi. “Lo stato sociale non si tocca” era il titolo dello striscione del MIS. Dietro questo striscione altri due striscioni di una “Lista di lotta lavoro e dignità” (con tanto di gladiatore con la spada) legata al MIS di Rauti e all'UGL, il sindacato che è l'erede dell'ex sindacato fascista CISNAL, legato al MSI del fucilatore di partigiani Giorgio Almirante. Della CISNAL, tanto per non dimenticare, faceva parte Ciccio Franco, capopopolo della Rivolta di Reggio Calabria  del 1970 e leader del Comitato D'Azione per Reggio Capoluogo, in cui il sindacato e il movimento missino ebbero una parte rilevante. E sempre per non dimenticare (c'è anche una canzone sull'argomento di Giovanna Marini intitolata  I treni per Reggio Calabria) contro i moti fascisti di Reggio ci fu una imponente manifestazione sindacale organizzata il 22 ottobre del 1972 a Reggio dai metalmeccanici, di cui Bruno Trentin era il segretario generale, e dagli edili che di fatto pose fine a quel movimento noto per il suo slogan “boia chi molla”. Fra sindacati dei lavoratori e fascisti non è mai corso buon sangue dal dopoguerra fino ad una ventina di anni fa. Qualsiasi tentativo di infiltrazione nelle manifestazioni sindacali era impedito dal servizio d'ordine dei sindacati. Spesso i fascisti erano usati dalla aziende come picchiatori dei lavoratori in lotta per stroncare la loro resistenza.

Oggi nel 2012, 40 anni dopo i moti di Reggio, in un corteo sindacale per il lavoro a Napoli può partecipare impunemente un partito apertamente fascista che dovrebbe essere semplicemente sciolto a norma della nostra Costituzione che vieta espressamente la ricostituzione del partito fascista. Nessun servizio d'ordine gli ha impedito di schierarsi in mezzo al corteo, nessun intervento delle forze dell'ordine è stato chiesto dagli organizzatori, nessuna denuncia alla magistratura è stata presentata. E di che stupirsi visto che l'iniziativa del 2 luglio è stata proclamata congiuntamente da CGIL-CISL-UIL e UGL, il sindacato erede della CISNAL di cui sopra? Risulta quindi quanto meno ipocrita la presa di distanza che CGIL-CISL-UIL hanno fatto il giorno dopo. Non sanno chi è l'UGL, qual è la sua storia e da chi è organizzato e diretto?

E' un chiaro segno dei tempi che stiamo vivendo, un tempo di confusione e di perdita della propria storia recente e della propria identità di lavoratore. Oggi è possibile trovare le bandiere dell'UGL dovunque ci sia uno sciopero. Il segretario generale di questa organizzazione è un Irpino ex dipendente della FMA (gruppo FIAT) di Avellino. Ed in Irpinia non c'è fabbrica in lotta dove non è presente una bandiera dell'UGL, e se qualcuno si permette di togliere via quelle bandiere viene apostrofato perché c'è la convinzione fra i lavoratori che “servono tutti i sindacati per risolvere i problemi” soprattutto quando ci sono di mezzo i licenziamenti. Non quindi la lotta dei lavoratori e la loro unità in quanto lavoratori per ribaltare le decisioni padronali, ma l'unità delle sigle sindacali, comprese quelle neo-corporative neo-fasciste ed apertamente filo-padronali, quelli che una volta si chiamavano “sindacati gialli”. Risoluzione delle vertenze quindi legate ai compromessi e ai ricatti del padronato alla Marchionne e non più alle lotte dei lavoratori e al loro desiderio di giustizia sociale ed al rispetto dei principi sanciti nella nostra Costituzione.

Il caldo certo non aiuta a riflettere con calma e a proporre analisi serie e sistematiche di ciò che pensano i lavoratori e di come essi vivono la loro condizione sociale, su quale tipo di società essi vorrebbero e se si sono mai posti il problema della giustizia sociale e di una società dove non ci siano ricchi epuloni da un lato e morti di fame schiavizzati dall'altro. Che un dipendente FIAT guadagni trecento volte di meno dell'amministratore delegato Marchionne sembra non scandalizzi nessuno, neppure gli operai che questa disparità vivono sulla propria pelle. Questo è il dato dell'oggi da cui ripartire.

Viene da chiedersi: ci sarà un futuro per la giustizia sociale? Noi non solo lo speriamo ma ci adoperiamo anche a che questa speranza diventi realtà.

Eccole le foto su cui riflettere: napoli.repubblica.itpolemiche_con_i_sindacati-38457993



Domenica 08 Luglio,2012 Ore: 07:06
 
 
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