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www.ildialogo.org Paura e speranza,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Paura e speranza

di Giovanni Sarubbi

 Chi come me ha vissuto il periodo della strategia della tensione degli anni '70 del secolo scorso, di fronte all'attentato ad una scuola avvenuto a Bindisi ieri 19 maggio e che ha provocato la morte ed il ferimento grave di giovani ragazze, non può che andare con i ricordi a quei momenti.

Fu un periodo nerissimo, gli omicidi e gli attentati erano continui. Si cominciò con la strage di Piazza Fontana a Milano il 12 dicembre del 1969 con 17 morti e 88 feriti. Quegli attentati furono preceduti nello stesso anno dalle bombe del 25 aprile 1969 (alla Fiera campionaria di Milano con 6 feriti) e dagli attentati ai treni dell'estate 1969 (l'8 ed il 9 agosto 1969 scoppiano otto bombe su diversi treni, provocando 12 feriti; altre due bombe verranno ritrovate, inesplose, nelle stazioni di Milano Centrale e di Venezia Santa Lucia).

Il 22 luglio 1970 ci fu lo scoppio di una bomba sui binari della ferrovia nei pressi della stazione di Gioia Tauro che provocò un deragliamento: morirono 6 persone e 66 furono ferite.

Il 17 maggio 1973 ci fu la strage della Questura di Milano, in cui morirono 4 persone e altre 46 rimasero ferite. L'attentato fu realizzato da Gianfranco Bertoli, presentato come “anarchico stirneriano” ma in realtà egli era stato un informatore del Sifar prima, e del SID in seguito fin dagli anni 50. Sifar e Sid sono sigle che oggi ai giovani non dicono nulla ma che all'epoca erano a noi tristemente noti. Si trattava di Servizi Segreti, come segreta era la struttura paramilitare della NATO detta Gladio, di cui erano a conoscenza tutti i vertici politici del paese: Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Ministro della Difesa, come pure i vertici militari mentre era sconosciuta al Parlamento. Servizi segreti profondamente invischiati o con responsabilità diretta in tutta la strategia della tensione, come è stata dimostrato nel corso di numerose inchieste giudiziarie.

Il 28 maggio 1974 ci fu la strage di Piazza della Loggia, a Brescia. Durante una manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista, una bomba uccise 8 persone e altre 102 rimasero ferite.

Sempre nello stesso anno, il 4 agosto 1974, ci fu l'attentato al treno Italicus a San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna, in cui morirono 12 persone e altre 105 rimasero ferite.

Alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980 una esplosione gigantesca uccise 85 persone e altre 200 rimasero ferite. Quella strage era stata preceduta il 27 giugno 1980 dalla cosiddetta Strage di Ustica: il volo della compagnia aerea Itavia da Bologna a Palermo cadde in mare e 81persone morirono.

Il 23 dicembre 1984, altro attentato ad un terno di nuovo a San Benedetto Val Di Sambro; sul treno rapido 904 17 persone furono uccise e oltre 260 rimasero ferite.

Alle esplosioni bisogna aggiungere le gambizzazioni, gli omicidi politici fatti usando la sigla “brigate rosse”. Il più famoso di tutti fu l'uccisione di Aldo Moro e della sua scorta che è stato un vero punto di svolta della politica italiana. E poi l'attentato di via dei Georgofili a Firenze del 27 maggio 1993 dove morirono 5 persone e 48 furono i feriti. E poi quelli di Falcone e Borsellino, del generale Dalla Chiesa e di quelli che erano con loro, mogli e agenti di scorta.

Quello che ho qui riportato è solo un elenco parziale di tutto ciò che è avvenuto in Italia dalla nascita della Repubblica ad oggi. Quasi nessuna di queste stragi è stata punita. Siamo un paese fortemente carente di verità ma altrettanto pieni di complicità con gli assassini di migliaia di vittime innocenti.

Oggi l'attentato di Brindisi davanti ad una scuola sembra una cosa diversa. Ma è la stessa storia che continua, la stessa “strategia della tensione”. Certo i particolari sono diversi. Oggi hanno usato bombole di gas, poi hanno colpito una scuola e ucciso e ferito giovani ragazze, ma la ferocia è la stessa di sempre, così la logica che guida queste azioni. Anche la “professionalità” degli attentatori è la stessa. Si perché è chiaro a tutti che maneggiare esplosivi di qualsiasi tipo è cosa da esperti che non può essere fatta dal primo che capita. La stessa “professionalità” di chi ha messo a segno la gambizzazione del dirigente dell'Ansaldo. Tutta gente esperta che mette bombe o spara alle persone con grande tranquillità, come se si trattasse di bere un caffè. E non sono molte le organizzazioni in Italia in grado di fornire quell'addestramento militare necessario a compiere simili azioni criminali.

Oggi come 40anni fa lo scopo è sempre lo stesso: terrorizzare i cittadini di questo paese ed impedire che essi possano finalmente fare piazza pulita della corruzione che ci soffoca, del malaffare che impera negli appalti e nella gestione della cosa pubblica, dell'uso privatistico delle risorse naturali e della loro distruzione, delle speculazioni finanziarie che ci hanno messo sul lastrico, dello sfruttamento selvaggio dei lavoratori, delle guerre a cui il nostro paese partecipa in giro per il mondo.

Con la differenza, non secondaria, che 40anni fa il movimento di massa era imponente in Italia e in tutto il mondo e le bombe ed il terrorismo servirono a stroncarlo. Oggi invece, nonostante la crisi economica galoppante ed i pesantissimi oneri scaricati sui più deboli della società, non ci sono manifestazioni di milioni e milioni e milioni di italiani o europei che facciano cambiare rotta ai liberisti ad oltranza che ci hanno portato nel baratro. C'è una sfiducia generalizzata nei confronti di chiunque abbia un qualche ruolo istituzionale che non risparmia nessuno, come confermano le contestazioni persino del Vescovo di Brindisi durante la manifestazione tenutasi ieri sera a Brindisi. Le istituzioni dello Stato, vista la storia che abbiamo alle spalle, sono considerate colluse, complici e responsabili del brodo di coltura nel quale gli attentati terroristici di ieri e di oggi sono maturati. E le contestazioni al Vescovo ci dicono che anche la stessa Chiesa Cattolica viene considerata parte di questo quadro. Non c'è una autorità morale indiscussa che possa servire da punto di riferimento, da stimolo per una presa di coscienza dei propri diritti e dei propri doveri e per il superamento della cosiddetta “antipolitica”, che è il cancro che sta distruggendo il nostro essere comunità nazionale raccolta attorno alla nostra Costituzione.

La situazione è dunque tragica e, come scrivevo la scorsa settimana, con riferimento al comico milionario sceso in politica, c'è poco da ridere. La democrazia nel nostro paese è sempre più a rischio e per difenderla occorre la mobilitazione di tutte le forze sinceramente democratiche e di tutti i cittadini. C'è, e lo diciamo da tempo, chi opera per la distruzione dello Stato e della Costituzione nati dalla Resistenza al nazi-fascismo. C'è chi è organizzato e capace di produrre attentati o di capeggiare anche movimenti popolari a fini eversivi. Pesa, nella situazione attuale, da un lato la frammentazione politica esasperata a cui siamo giunti, è dall'altro la sfiducia nella democrazia che si manifesta nel non voto e nella antipolitica. Ci vorrebbe, e lo andiamo dicendo da tempo, un blocco politico di sinistra coeso e chiaro e profondamente ancorato ai valori della nostra Costituzione che, facendo pulizia al proprio interno di tutto il marcio che c'è, riesca a dare al paese quella guida autorevole di cui c'è un grande bisogno.
Certo vedere le piazze piene ci da speranza. Non tutto è perduto. Può darsi che questo attentato abbia l'effetto contrario a quello che mandanti ed esecutori si aspettavano. Può darsi che i giovani, così profondamente colpiti, possano essere i catalizzatori di un vasto movimento di massa che sappia recuperare il senso dell'essere comunità nazionale.

A questi giovani diciamo: coraggio ragazzi e ragazze, non abbattetevi e ripigliatevi il vostro futuro che nessun criminale potrà mai togliervi. E' questa la speranza a cui ci aggrappiamo. E' questo l'impegno che vogliamo assumere di fronte all'ennesimo orrore di un sistema sociale che genera violenza e distruzioni. Ce lo chiedono le giovani vittime di Brindisi di fronte alle quali noi ci inchiniamo.

Giovanni Sarubbi



Domenica 20 Maggio,2012 Ore: 08:25
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
Laura Giovannini Laives (BZ) 23/5/2012 21.53
Titolo:grazie per la sua analisi
Buona sera, la ringrazio per la sua dettagliata analisi,
sono la mamma di un anarchico, che sta rischiando per un processo a carico suo e dei compagni.
Questa esperienza , mi ha fatto aprire gli occhi su molte cose, tra le quali la campagna mediatica pesante e diffamatoria su gruppi e persone molto critiche ed attive che vengono in toto criminalizzate nel chiaro intento di dissuadere le persone a partecipare.
I fatti gravi che stanno avvenendo nel nostro paese mi fanno proprio pensare alla vecchia strategia della tensione.
Voglio sperare nella giustizia , ma a volte non è facile.

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