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www.ildialogo.org Altro pacifismo noi non ne conosciamo,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Altro pacifismo noi non ne conosciamo

di Giovanni Sarubbi

 La guerra continua. Questo è il dato certo che non è ancora diventato coscienza comune né del popolo italiano né di tutto il cosiddetto mondo occidentale. Lo sanno bene invece i popoli, soprattutto dell'Africa e del Medio Oriente, che la guerra la stanno vivendo sulla propria pelle.

Dopo il Kossovo, le rivoluzioni “colorate”, l'Afghanistan, l'Iraq, Gaza, la Libia, la guerra fra Israele e Palestinesi che dura da 60 anni, ora si aprono altri due scenari bellici in Siria, con una situazione che sembra essere una ripetizione della vicenda Libica, ed il più terribile, quello contro l'Iran.

Sul nostro sito abbiamo ripreso un filmato di pacifisti americani sulla questione Iraniana che dimostra, senza alcun ombra di dubbio, che L'IRAN (Non è il problema) - IRAN (Is not the problem) EN/ITA, Quel filmato, che invitiamo i nostri lettori a guardare, dimostra inconfutabilmente come la guerra in preparazione sempre più vicina e probabile, sia solo una pura follia.

Ma la stupidità umana non si ferma di fronte a nessuna spiegazione razionale ed è facile prevedere che l'assalto all'ambasciata britannica avvenuto a Teheran il 29 dicembre, con sequestro di ostaggi, poi liberati dalla polizia, ed incendio di bandiere inglesi ed israeliane ad opera degli studenti basij, che protestavano contro le politiche ostili all'Iran della Gran Bretagna, sarà il classico cacio sui maccheroni per chi sta preparando la guerra. Quelle immagini, diffuse prontamente su tutte le tv, saranno usate più e più volte per condannare l'Iran e dare il via alla guerra che, ricordiamolo, prevede l'uso di armi atomiche, le cosiddette mini-nuke, bombe atomiche che hanno la potenza equivalente a 700 tonnellate di tritolo, per distruggere i siti nucleari Iraniani.

Altrettanto grave è ciò che sta accadendo in Siria dove si sta ripetendo lo scenario libico, con la diffusione continua di menzogne e notizie non verificate a sostegno di un “Esercito siriano Libero” (ELS) molto ben armato e appoggiato dalla Turchia, che sta dando l'assalto, con una vera e propria guerra e relativa carneficina, al governo attualmente in carica. Un vecchio adagio degli appassionati di gialli dice che se vuoi scoprire l'omicida devi seguire i soldi e lo troverai. Nel caso delle guerre è lo stesso, bisogna sapere chi paga le armi e l'esercito per capire chi dirige le operazioni e che cosa si prefigge. E non sembrano esserci dubbi sul fatto che dietro all'ELS ci siano la NATO e le potenze occidentali, le stesse della guerra in Libia, con gli stessi identici appetiti coloniali, come un secolo fa prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.

E i motivi scatenanti di questi ennesimi fronti di guerre sono sempre gli stessi e sono strettamente legati alla crisi economica che il mondo capitalistico sta vivendo a livello planetario. Ed il regime capitalistico sa uscire dalle sue cristi esclusivamente con due mezzi che sono, per quanto riguarda l'economia. il fallimento generalizzato dei più deboli per acquisirne le proprietà e la guerra per quanto riguarda la politica. L'unica logica che sovraintende a tutto ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi è quella della forza bruta sia sul piano economico che su quello militare con le due cose strettamente legate le une alle altre.

Su entrambe le guerre la nostra posizione è chiara: no alla guerra, a qualsiasi guerra, basta con le carneficine e la distruzione dell'ambiente.

Sulla questione dell'Iran, oltre a modificare la nostra prima pagina con immagini di ciò che ci attende in caso di inizio della guerra, abbiamo pubblicato l'appello alla disobbedienza di Antonio Repetto, storico militante ambientalista e antimilitarista carlofortino (Sardegna) che lo scorso 23 ottobre 2011, insieme ad altri militanti antimilitaristi sardi, ha piantato una bandiera della pace e lasciato dei cartelloni ("RADAR STOP", "SPESE MILITARI STOP - PIU' LAVORO, PIU' OSPEDALI, PIU' SCUOLE") nella zona di Capo Sandalo (Carloforte), dove è prevista l'installazione di un radar militare che servirà, come gli altri in via di installazione, a sostenere quella guerra. “La situazione – scrive Repetto nel suo appello - è molto grave: Israele, Inghilterra, Sati Uniti, vogliono bombardare, è solo questione di tempo, i siti nucleari iraniani. Dalle base aerea della Nato di Decimomannu, in Sardegna, vicino a Cagliari, partiranno, o faranno tappa, gli aerei, anche israeliani, che colpiranno l'Iran”. Aerei israeliani sono andati ad addestrarsi proprio in Sardegna per la prossima guerra contro l'Iran.

Sulla questione della Siria abbiamo sottoscritto una “petizione internazionale urgente per fermare ogni ingerenza esterna in Siria e ristabilire i diritti umani e la legalità” promosso dalla Associazione Peacelink, Italia; U.S. Citizens for Peace & Justice – Rome che ha già raccolto molte adesioni.

Il movimento per la pace si sta dunque muovendo e l'attenzione di un gran numero di cittadini alle questioni della guerra sta crescendo notevolmente rispetto al recente passato, come dimostrano l'aumento esponenziale delle adesioni all'appello di padre Alex Zanotelli contro le spese militari, che stanno superando di gran lunga le 16000 adesioni avviandosi a superare quota 17000, o il numero altrettanto elevato di letture dell'appello sulla Siria prima citato.

Ma questo ancora non basta per far cambiare l'atteggiamento complessivo dei cittadini del mondo occidentale e del nostro paese rispetto alle guerre in corso che ancora oggi nessuno vuol considerare come la “terza guerra mondiale”, che è invece in pieno svolgimento dall'11 settembre del 2001 e di cui non si riesce a vedere ancora la fine se non la più terribile e tremenda possibile, quella legata alla distruzione dell'intera umanità.

Potenza dei mass media e della pubblicità, soprattutto della TV. E' bastato che si cambiasse il modo di descrivere ciò che sta avvenendo sotto i nostri occhi per modificare la percezione che le grandi masse dei nostri concittadini hanno della realtà. E' bastato parlare di “guerra infinita” ed inventare il “terrorismo internazionale”, una sorta di entità astratta come un fantasma o un demone che incombe sull'umanità di cui non è possibile definire i connotati precisi, e la conseguente “guerra al terrorismo”, quindi non guerra contro questo o quel popolo o nazione per la conquista delle loro materie prime o dell'oro, come succedeva nel medio evo, per impedire la presa di coscienza dello stato di guerra mondiale nel quale ci troviamo e che è costata la vita già a svariati milioni di persone, soprattutto civili, vecchi, donne e bambini inermi compresi, di cui hanno la responsabilità politica e morale i presidenti degli USA e i parlamenti di tutti gli stati, compreso l'Italia, che alle guerre hanno partecipato. E dopo oramai ben sei scenari di guerra dal 2001 ad oggi, oltre alle guerre locali ad altra intensità in corso in Africa (se ne contano una quarantina), c'è ancora chi vive queste guerre come scaramucce locali o poco più, e non la temuta “terza guerra mondiale”, di cui tutti hanno terrore perché finora questo evento è stato legato, sempre dai mass media, alla guerra nucleare e quindi alla distruzione totale del pianeta Terra e di tutte le specie viventi che essa ospita. E' famosa la frase attribuita ad Albert Einstein, spesso ripetuta in filmati, su come sarebbe stata combattuta la quarta guerra mondiale, la clava, perché la terza avrebbe distrutto interamente il pianeta e l'umanità intera che, fra molti millenni, avrebbe ricominciato la sua vita dall'età della pietra, con una umanità comunque condannata a fare guerre.

E c'è chi, purtroppo, ritiene che la distruzione totale del pianeta Terra sia un evento ineludibile che lo stesso “DIO” (permettetemi le virgolette per significare la mia più totale distanza da una simile visione) ha previsto nella Bibbia (ma simili ragionamenti esistono anche in ambito islamico) come il momento del ritorno di “Gesù salvatore del mondo”, per i “cristiani”, o “dell'Imam Madhi” per i musulmani sciiti.

E c'è chi pur rendendosi conto della insostenibilità di una situazione di guerra permanente che sta devastando interi continenti ed il mondo intero, non riesce a staccarsi da un modo di intendere la vita dell'umanità se non con lo schema amico-nemico o buoni-cattivi, che ha caratterizzato la vita dell'umanità dal suo sorgere ad oggi e che porta la gente a schierarsi per l'uno o l'altro dei contendenti, come si trattasse di una partita di pallone o di un qualsiasi altro sport e non di distruzione e morte, considerando buone le bombe atomiche che possiedono in grande quantità Stati Uniti, Inghilterra, Francia e Israele, e demoniache quelle che potrebbe costruirsi l'Iran da qui a qualche anno.

E sulla guerra contro l'Iran viene utilizzato ampiamente il tema della cosiddetta “sicurezza di Israele” e tutte le contraddizioni e gli scontri ed il sangue versato dalla nascita di Israele ad oggi, che può considerarsi la più tragica e crudele eredità lasciataci dal nazismo e dall'antisemitismo “cristiano” che ancora non accenna a terminare.

La pace si fa disarmando, tutti, nessuno escluso, ed è assurdo che i paesi i quali spendono in assoluto più di tutti gli altri paesi in armamenti, quali sono Israele e gli USA, chiedano agli altri di disarmare senza che essi rinuncino neppure ad un temperino dei loro mostruosi arsenali. Anzi, come afferma il filmato prima citato, gli USA, mentre condannano l'Iran per il loro programma nucleare, stanno promuovendo il rinnovamento dei loro armamenti nucleari, che al momento consta di oltre diecimila testate, in violazione di tutti i trattati che essi stessi hanno finora firmati.

Ribadiamo cosi un concetto estremamente semplice e che ripetiamo e ripeteremo fino alla nausea. Essere per la pace significa innanzitutto essere contro tutte le guerre sempre e comunque. E' questa una precondizione minima per potersi chiamare pacifisti.
La sicurezza di un popolo la si realizza con il disarmo, anche unilaterale, e non con la guerra, con la chiusura di tutte le industrie di armamenti e non producendo e usando armi micidiali e sempre più sofisticate come è successo nella striscia di Gaza dove sono state sperimentate da Israele armi mai viste prima.

Noi rifiutiamo tutte le guerre non solo perché siamo contro qualsiasi uccisione ma anche e soprattutto perché esse oggi hanno raggiunto un potere distruttivo tale da distruggere l'intero pianeta Terra e non ci sono più guerre giuste da combattere, essendo tutte ingiuste e distruttive.

E allora continuiamo ad impegnarci contro la guerra, organizziamo localmente iniziative per la pace, mettiamo in pratica l'appello di Antonio Repetto, o quelle indicate da padre Alex Zanotelli, quali i girotondi attorno alle caserme, l'installazione della bandiera della pace su tutti i luoghi pubblici e su tutti i balconi, la richiesta a tutti i politici a qualsiasi livello della eliminazione delle dannosissime e diaboliche spese militari.

E a chi ci dirà di non vedere i pericoli di questo o quel paese o la dittatura che in questo o quel paese esisterebbe e che quindi la guerra contro questo o quel paese è giustificabile e da sostenere, rispondiamo che noi siamo contro la guerra che non risolve mai alcun problema e non costruisce mai la sicurezza di alcuno ma solo morte certa e sicura per tutti; rispondiamo che le guerre preparano solo altre guerre; rispondiamo che i figli dei nostri figli e i nipoti dei nostri nipoti malediranno la nostra generazione che con la sua ottusità e ingordigia ha prodotto la distruzione della madre Terra, come ci ha ricordato padre Alex Zanotelli in un suo intervento che vi invitiamo a leggere,

Se ci mobilitiamo ce la possiamo fare. Altro pacifismo noi non ne conosciamo.

Giovanni Sarubbi



Mercoledì 30 Novembre,2011 Ore: 12:10
 
 
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