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www.ildialogo.org Oggi siamo contenti.,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Oggi siamo contenti.

di Giovanni Sarubbi

La sconfitta delle coalizioni di centro-destra in quasi tutte le città dove si è votato, sia al primo turno che ai successivi ballottaggi, dice con chiarezza che qualcosa sta cambiando nella coscienza della maggioranza dei cittadini italiani.

La propaganda e i sogni venduti a piene mani e da anni dal centro-destra si sono scontrate con una realtà fatta di disoccupazione dilagante, soprattutto giovanile; con continue vittime e feriti nelle guerre imperialiste in cui il governo della destra ci ha portato, ultima quella di Libia; con tagli feroci alla spesa sociale e alla scuola; con una politica energetica folle e subordinata alla lobby nucleare; con privatizzazioni continue, ultima quella dell'acqua, mirate esclusivamente a garantire immensi profitti ai soliti noti ed aumenti dei costi alla stragrande maggioranza dei cittadini (vedi ciò che è successo per la telefonia, le poste, le Ferrovie delle Stato, l'Alitalia, le Autostrade...); con attacchi continui al sistema pensionistico e alla sanità, con riduzione violenta delle prestazioni sanitarie e chiusure di decine e decine di ospedali in tutta Italia, soprattutto al sud; con una politica ambientale devastante per la volontà di realizzare opere mostruose come il ponte sullo stretto di Messina o la costruzione della TAV sulla tratta Torino-Lione; con l'aumento delle tasse sugli stipendi fatte dagli enti locali, comuni e regioni, moltissimi dei quali sull'orlo del fallimento.

Il calo vertiginoso delle preferenze al presidente del consiglio, che si è presentato alla carica di consigliere comunale a Milano, cosa mai successa in Italia e nel mondo, sono l'indice più evidente che la politica delle chiacchiere non incanta più la maggioranza degli italiani, nonostante le TV controllate in modo ferreo dal sistema di potere che fa capo al sig. Berlusconi.

Qualcosa si è rotto anche nel rapporto fra il centro-destra e la Confindustria e non perché il governo non abbia fatto ciò che la Confindustria chiedeva. La Confindustria, che rappresenta gli interessi dei grandi industriali e delle grandi banche ad essi collegati, si rende conto sia che il presidente del Consiglio opera in proprio sullo scenario internazionale per il suo personale business (vedi rapporti strettissimi con Putin e tutta una serie di dittatori dell'ex Unione Sovietica o del Nord Africa), sia che la sua credibilità sul piano interno ed internazionale è pressoché nulla. Da qui la probabile scelta di occuparsi di politica dell'ex presidente di Confindustria Montezemolo ed il suo avvicinamento ai partiti di opposizione nella convinzione che una politica di destra può essere meglio realizzata, sembra un paradosso, dalle forze di sinistra, come è successo durante il primo centrosinistra dal 1996-2001 e con il secondo governo Prodi dal 2006 al 2008.

Ma i risultati elettorali dicono che gli inciuci non avranno vita facile. Le vittorie di personaggi come De Magistris a Napoli o di Pisapia a Milano segnalano una ripresa di coscienza critica da parte del popolo italiano. Cresce e crescerà ancora di più l'indignazione sociale e le lotte dei lavoratori cacciati dalle fabbriche, come dimostrano le lotte che in queste ultime settimana hanno riguardato La Liguria o la Campania per la chiusura dei cantieri navali della Fincantieri. La speculazione finanziaria è ancora attivamente all'opera e dopo lo scoppio della bolla dovuta ai mutui sub-prime americani, sta per scoppiare quella sulle materie prime che è alla base dei sommovimenti accaduti negli ultimi mesi nei paesi del nord-Africa ridotti alla fame e oppressi da regimi dittatoriali trentennali.

Ciò che è in crisi è un sistema sociale, quello capitalistico, basato sull'egoismo individuale ed i tentativi di mettere insieme capri e cavoli sono destinati al fallimento.

Ci auguriamo allora che cresca sempre di più la consapevolezza dei cittadini italiani della necessità di una politica di solidarietà perchè non si può essere tutti ricchi sfondati. Ancora ci auguriamo che cresca sempre di più la consapevolezza di una politica ambientale che rispetti la Terra, l'unica che abbiamo, e tutti gli esseri viventi, mettendo quindi al bando qualsiasi guerra, qualsiasi esercito e qualsiasi produzione di armamenti, a cominciare da quelli nucleari, orientandosi decisamente verso le energie rinnovabili.

C'è bisogno, infine, di eliminare il personalismo in politica, ritornando ai partiti previsti dalla nostra Costituzione, cioè a organizzazioni di cittadini che mirano al bene comune e non agli interessi di qualche capo-partito, che nella versione oggi imperante, è il vero e proprio proprietario del partito, un dittatore inamovibile e da idolatrare.

Tutti i cittadini, invece “hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, come recita l'art. 3 della nostra Costituzione e tutti hanno il diritto di far sentire la propria voce e nessuno può ergersi a padrone dello Stato o privatizzarlo a suo uso e consumo.

I problemi dunque non mancano. Ma per oggi siamo contenti di ciò che è accaduto. Siamo anche fiduciosi sul risultato della consultazione referendaria del prossimo 12-13 Giugno quando saremo chiamati a votare su tre referendum (acqua pubblica, nucleare, legge ad personam sul legittimo impedimento) per abrogare leggi inique e fortemente volute dal capo del governo e dai partiti che lo appoggiano.

Giovanni Sarubbi



Marted́ 31 Maggio,2011 Ore: 12:36
 
 
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