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www.ildialogo.org Qui è a rischio la nostra libertà ed il nostro futuro,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Qui è a rischio la nostra libertà ed il nostro futuro

di Giovanni Sarubbi

PM (pubblico ministero), colui che accusa i delinquenti e li manda sotto processo, è diventato sinonimo di delinquente e nemico pubblico da combattere mentre il Tribunale dei Ministri è diventato un luogo dove i reati non sono più tali. Questo è, in estrema sintesi, il contenuto della campagna mediatica che viene ripetuta ossessivamente da tutti i mass-media da quando è venuta fuori l'inchiesta sulle oramai note “notti di Arcore”, con le accuse di “prostituzione minorile” ai danni del capo del Governo Silvio Berlusconi e di altri suoi fidati collaboratori.

Un così palese stravolgimento della realtà delle cose può significare due cose: da un lato che i difensori a spada tratta di Berlusconi non sanno più cosa inventarsi per difendere l'indifendibile (come fa il reato di “prostituzione minorile” ad essere classificato come “reato ministeriale”?), dall'altro sono il segno che qualcosa di molto grave è dietro l'angolo, come dimostrano i comunicati poi smentiti sulla preparazione di manifestazioni del PDL contro i PM di Milano. Cosa che, tradotta in soldoni, equivarrebbe ad un vero e proprio colpo di stato cioè ad una azione eversiva dell'ordine costituzionale.

Si ha come la sensazione che i partiti di governo stiano giocando una partita definitiva, quella dalla quale si può uscire solo con la propria vittoria e con lo sbaragliamento dei propri avversari e la conquista del potere assoluto.

Gli estremi per gridate al golpe ci sono tutti. Nessuna forza politica che abbia un minimo di rispetto per la legalità costituzionale può pensare di parlare contro i PM ed istigare a manifestazioni contro di essi, cioè contro un organo costituzionalmente garantito. Chi lo fa dice chiaramente che ha superato da tempo i vincoli e i limiti che la Costituzione, legge fondamentale dello Stato, ha stabilito per il corretto esercizio della vita di una comunità nazionale.

Per di più ci troviamo di fronte ad un partito, quello del PDL che non nasconde affatto la sua vocazione dittatoriale e ad appropriarsi del nome stesso dell'Italia che certo non può diventare il nome di una parte politica. (Ricordiamo che il PDL è figlio di un partito che si chiamava “Forza Italia” e che, stando a notizie giornalistiche, pare abbia registrato il nome ed il simbolo di un altro partito denominato semplicemente “Italia”, a seguito dell'uscita da quel partito di FLI- Futuro e Libertà).

La democrazia è dunque a grave rischio e lo è ancora di più quando c'è chi si ritiene al di sopra della legge ed è contemporaneamente al governo del paese.

Facciamo quindi un appello a tutti i nostri lettori a mobilitarsi per la riuscita delle manifestazioni promosse dalle donne per il 13 febbraio prossimo. Invitiamo tutti a promuovere iniziative in tutti i capoluoghi di provincia ed in tutti i comuni davanti alle prefetture e alle sedi istituzionali.

Invitiamo tutti a mettere alle proprie finestre le bandiere della pace o lenzuoli bianchi, in segno di lutto e di pericolo per la democrazia del nostro paese, che certo non ci è stata regalata ma che è il frutto della lotta di liberazione dalla occupazione nazista e fascista del nostro paese durante la Seconda Guerra Mondiale.

Che la mobilitazione sia massima. Non è più tempo di scherzare o di buttare la cosa in satira.

Qui è a rischio la nostra libertà ed il nostro futuro.

Giovanni Sarubbi



Giovedì 03 Febbraio,2011 Ore: 15:35
 
 
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