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www.ildialogo.org Polli allo sbaraglio,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Polli allo sbaraglio

di Giovanni Sarubbi

Berlusconi vince lo scontro alla Camera e al Senato. La speranza non viene da chi per 16 anni si è mostrato colluso col berlusconismo.


Il governo ha dunque ottenuto la fiducia anche se per soli tre voti alla Camera dei Deputati. Più ampia la maggioranza al Senato. Da oggi in poi siamo al regime. Si illude chi pensa che da oggi inizi il tracollo di Berlusconi e del berlusconismo perché in politica conta chi sa usare a suo vantaggio la forza che ha usando tutti i mezzi leciti e illeciti a sua disposizione. E Berlusconi possiede mezzi economici non indifferenti e li sa usare al meglio cosa che i suoi oppositori non hanno saputo fare.

Niente di più facile dunque che nei prossimi giorni si assista ad un progressivo sfaldamento non della neonata “nuova” maggioranza di governo ma di tutte quelle forze che in modo sconclusionato, visti gli esiti, hanno condotto l'opposizione al governo e al presidente del consiglio.

Forse mi sbaglio ma non credo all'ipotesi di elezioni anticipate nel prossimo marzo, come ha sostenuto Vendola (governatore della Puglia) commentando i risultati del voto alla Camera. Certo governare con pochi voti di scarto alla Camera è difficile, il governo rischia di andare sotto su tutti i provvedimenti che di volta in volta sottoporrà al parlamento. Certo 314 voti alla Camera non sono la maggioranza che è di 316. Ma io credo che questo non sia affatto un problema per chi ha i mezzi ed il potere economico che ha Berlusconi. Più tempo gli si da, ed in queste ultime settimane tanto gliene è stato dato, compreso il rinvio della sentenza della Corte Costituzionale sul loro Alfano che era prevista per oggi e che è invece slittata a gennaio, più lui ha la possibilità di convincere altri deputati e senatori a seguirlo. E' quello a cui vogliono lavorare i Leghisti che depistano le loro intenzioni, come sono bravi a fare, parlando di elezioni anticipate. Inoltre il governo ha dimostrato in questi mesi di usare spregiudicatamente lo strumento del voto di fiducia pur possedendo, fino ad oggi, una maggioranza numerica abbastanza ampia.

Nient'affatto impossibile dunque che il governo non solo non si dimetta ma ora cominci una azione ancora più dura su tutti i temi che sono attualmente in discussione in parlamento a cominciare dalla riforma della scuola. Certo gli si potrà fare ostruzionismo ma l'esito non è così scontato come si vuole far credere.

La svolta non è dietro l'angolo. Servirà altro per invertire la rotta. Non servono le manovre di palazzo guidate da chi per troppi anni è stato colluso con Berlusconi ed è impregnato di berlusconismo, anche nella cosiddetta “sinistra”.

Ma una cosa è certa: chi si è opposto a Berlusconi nelle aule del parlamento non ha le carte in regola per dirigere alcunché, neppure la bocciofila del proprio paese di nascita. Non si può andare ad uno scontro frontale con uno che ha il potere di Berlusconi senza una minimo di serietà delle persone che si ha intorno. Ci riferiamo alle tante troppe defezioni che hanno riguardato tutti i partiti di opposizione, dal PD, all'IDV, all'UDC e non ultimo alla neonata formazione di Futuro e Libertà. Più che una opposizione queste forze hanno dato l'immagine di una armata brancaleone, di tanti polli allo sbaraglio e ciò produrrà contraccolpi non indifferenti sulla pubblica opinione su cui non tarderà ad intervenire il governo per magnificare le proprie doti e la propria lungimiranza politica e denigrare quella dei propri avversari.

Quando si ha la forza bisogna usarla e usarla senza indugio contro i propri avversari per metterli a tacere e ridurli all'impotenza. Non ci sono ne ci possono essere mezze misure. Questa regola antica della politica, che è valida a prescindere dagli strumenti e dai metodi di lotta che si usano, violenti o nonviolenti che siano, è stata ben compresa da Berlusconi e soci, non altrettanto dai partiti che gli si sono opposti. E ora egli si appresta a colpire ancora e a usare tutta la sua forza e i suoi privilegi istituzionali per realizzare i suoi scopi, sia quelli personali sia quelli della classe sociale che egli rappresenta e che è ancora disponibile a sostenerlo.

E' amaro ricordare come nel 1996 chi allora governava e guidava i partiti che oggi sono all'opposizione scelsero la via del compromesso con Berlusconi e con il berlusconismo, con tutte le conseguenze che oggi gli italiani stanno pagando in termini di disoccupazione galoppante, di crisi economica devastante, di devastazione ambientale e di una corruzione diffusa ad ogni livello.

La speranza viene dalle manifestazioni di massa che si sono tenute nelle ultime settimane e anche oggi, da quelle degli studenti a quelle dei metalmeccanici o degli altri sindacati. Ma sarà una lotta ancora lunga perché è necessario risvegliare alla politica la maggioranza dei cittadini italiani, soprattutto i giovani, che è oggi alla finestra a guardare sfiduciata e delusa e colpita dalla crisi economica.

L'immagine che più mi ha colpito in questi giorni non è stato tanto il vedere Berlusconi dormire durante il dibattito al Senato e neppure gli scambi verbali a base di “vaiassa” fra Fassimo e Alessandra Mussolini. Mi ha colpito ciò che ho visto domenica mattina lungo il corso principale di Avellino affollata di persone per la presenza delle bancarelle natalizie. Di lato nei pressi della Villa Comunale a duecento metri di distanza l'uno dall'altro c'erano i gazebo del PD e del PDL. Attorno a questi gazebo stazionavano poche persone, 4-5 a quello del PD, 6-7 a quello del PDL, mentre la stragrande maggioranza delle persone girava alla larga, neppure li guardava, quasi schifati, interessati soltanto ad assaggiare le varie specialità gastronomiche che i vari stand offrivano per invogliare i passanti all'acquisto. Pochi acquistavano e solo prodotti alimentari. Le bancarelle o i negozi di altro genere erano tutti rigorosamente vuoti ed inattivi, segno che la crisi economica è giunta all'osso e si compra solo il necessario, cioè il cibo.

E' in quella massa enorme di persone che stanno a guardare e che sono disgustati dalla politica che si gioca il futuro del nostro paese. E' lì che bisogna lavorare per infondere speranza, per costruire solidarietà, per ridare slancio alla Politica con la “P” maiuscola, quella che si occupa del bene comune. Altro che occuparsi di elezioni anticipate o di giochetti di palazzo per giunta inconcludenti.

Giovanni Sarubbi



Martedì 14 Dicembre,2010 Ore: 15:27
 
 
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