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www.ildialogo.org Siamo tutti responsabili,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Siamo tutti responsabili

di Giovanni Sarubbi

Aspetti dell'alluvione in venetoConfesso che non ho riso affatto vedendo lo show di Roberto Benigni trasmesso ieri otto novembre da Rai3. Oramai non riesco più a ridere su tutto ciò che riguarda il capo del governo e tutto ciò che lo circonda. C'è poco da ridere, anzi non c'è proprio nulla da ridere. Mentre le TV e tutti i mass media ci inondano di notizie su escort, bunga bunga, ville ai caraibi da un lato e dall'altro sull'ultimo omicidio efferato perpetrato nella provincia italiana, l'Italia ed il mondo vanno a picco, nel senso più stretto del termine, per le alluvioni provocate da quel cambiamento climatico che l'umanità ha prodotto nell'ultimo secolo, di cui tutti parlano ma che nessuno ha realmente interesse a bloccare.

Sembra anzi che più gravi si fanno le condizioni climatiche e le conseguenze che si scaricano sulla popolazione, più irresponsabili e scellerate sono le scelte del governo e di tutte le amministrazioni locali ad ogni livello. Mai come in questa occasione il “piove governo ladro” sembra attagliarsi perfettamente a descrivere la situazione che stiamo vivendo.

All'origine di tutto ciò che ci sta capitando c'è un uso dissennato e privatistico delle risorse naturali, come se la Terra fosse nostra e fosse stata da noi creata così com'è e di cui ognuno di noi può fare quello che vuole. Mi raccontava un amico medico in questi giorni il caso di un contadino delle sue parti che ha dato il consenso a scaricare nella “sua proprietà” rifiuti tossici prodotti da qualche processo industriale del nord Italia. In questo modo avrebbe potuto riempire un avallamento abbastanza profondo del “suo terreno” su cui poi avrebbe edificato la sua nuova casa con i soldi ricevuti in cambio. Tanto, pensava questo sventurato, queste sostanze sarebbero state coperte e sotterrate e non ci sarebbe stato alcun pericolo per la sua salute. Lo hanno scoperto e denunciato e gli hanno lasciato quei veleni sotto casa. Questo amico medico mi diceva, e ci teneva a sottolinearlo, “per ora non si è ammalato di tumore ma lo sarà senz'altro”. E se non lo sarà lui, gli ho detto io, lo sarà qualche suo vicino o anche qualcuno molto lontano che verrà a contatto con la falda acquifera contaminata da quei veleni.

Anni fa denunciai all'allora Procura presso la Pretura di Avellino una situazione analoga, di un terreno divenuto luogo di scarico di materiali di risulta di cantieri edili in cui si sospettava fossero finiti anche amianto in grande quantità. Venne anche un tecnico della ASL a fare una ispezione i cui risultati sembravano sostenere la mia denuncia. Ma della denuncia da me fatta non ho più saputo nulla e su quel terreno è poi sorto un capannone industriale trasformato poi in un centro commerciale tuttora esistente. Nessuno si è preoccupato del fatto che li attorno molte sono state le persone che si sono ammalate di malattie gravi di vario tipo, anche se le amministrazioni comunali che si sono succedute sono state guidate da medici che evidentemente avevano a cuore altre cose.

Se ognuno facesse mente locale a ciò che nella propria zona viene fatto sul territorio nel quale vive, credo che molti potrebbero raccontare fatti come quelli che ora ho citato. Qualche anno fa un mio conoscente della zona nota in Campania come triangolo della morte (costituita dal territorio che va da Nola a Caserta a Castelvolturno) mi raccontò che andando a caccia aveva visto in quelle zone decine e decine di camion che scaricavano veleni di tutti i tipi in territori che prima erano ricchissimi e fertilissimi e che ora sono irrimediabilmente persi. Nessuno ha visto nulla, nessun carabiniere, poliziotto, sindaco, consigliere comunale, contadino o cittadino qualunque. Chi ha visto e ha denunciato ha dovuto subire violenze e soprusi di vario tipo. Le forze dell'ordine, come ci trasmettono le immagini degli scontri di questi giorni a Terzigno o alla Piana del Re, stanno paradossalmente dalla parte di chi continua a sversare rifiuti di tutti i tipi in zone che dovrebbero essere protette ed intoccabili.

E non viene fatto nulla affinché la produzione di merci di tutti i tipi, a cominciare da quelli alimentari, avvenga senza la produzione di rifiuti di vario tipo a cominciare dagli imballaggi.

E nonostante sia chiaro a tutti l'assoluta necessità di ridurre la quantità di anidride carbonica nell'aria, si acconsente a che la FIAT proponga la produzione di altri milioni di autovetture a Pomigliano, per di più con l'aggravio pesantissimo delle condizioni di lavoro di chi quelle auto dovrà produrre e con gravi lesioni dei diritti democratici sanciti dalla nostra Carta Costituzionale.

La Terra non è nostra, nessuno può utilizzarla a proprio uso e consumo, nessuno ha diritto di violentarla così come fa il sistema sociale nel quale viviamo imperniato sul massimo profitto individuale. Non ci sono alternative, ce lo chiedono i nostri figli e i nostri nipoti. Ribelliamoci a qualsiasi uso violento e distruttivo della Terra sulla quale viviamo. Solo così fenomeni come quelli che si stanno verificando in questi giorni e che si stanno ripetendo con grande frequenza negli ultimi anni potranno essere contenuti e i danni limitati al minimo.

Ed un ritorno ad un uso amorevole della Terra impedirà che ci sia chi sulle disgrazie si ingrassa e specula e continua a perpetrare la distruzione del territorio e ad aumentare la propria ricchezza.

Quando piglieremo atto che la ricchezza individuale, così come è oggi congegnata, è sempre più sporca di sangue, carica di odio e di violenza? Quando ci renderemo conto che siamo tutti responsabili per i nostri silenzi, per le nostre omissioni, per la nostra paura di opporci ad un uso dissennato della nostra Madre Terra?



Marted́ 09 Novembre,2010 Ore: 16:57
 
 
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