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www.ildialogo.org Capolinea,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Capolinea

di Giovanni Sarubbi

In questo fine luglio del 2010 tutti i peggiori incubi dell’umanità sembrano materializzarsi. Sarà colpa forse del caldo torrido, ma uno sguardo d’insieme a ciò che in questi giorni si sta realizzando in ogni campo dell’umana società non induce all’ottimismo. Proviamo a fare un elenco ragionato che ci possa accompagnare durante il mese di agosto, tradizionale mese di tregua e di riposo, e che ci aiuti a capire cosa dobbiamo poi fare alla ripresa settembrina che sarà durissima.
 
Guerra
La guerra in Afghanistan ed in Iraq continua nonostante i morti che ogni giorno ci sono. Sono oramai 28 i soldati italiani uccisi in quella guerra ma nessuno nel governo pensa al ritiro, anzi i soldi per la guerra ci sono e ci saranno ancora. Di ogni soldato morto si tessono le lodi e li si fa diventare eroi ma nessuno del governo spiega per che cosa in realtà quei soldati sono stati mandati in guerra ad uccidere e a morire. Nessuno sa, perché le informazioni sull’argomento sono segrete, quanti sono i morti che l’esercito italiano ha prodotto in Afghanistan o negli altri conflitti a cui esso  ha partecipato (Kossovo e Irak). La guerra va avanti oramai da quasi dieci anni ma, come scrive Vittorio Zucconi su La Repubblica del 26 luglio, è come se essa per noi non esistesse, è come se non fosse mai iniziata tanto è lontana dalle nostre case e dalla vita di tutti i giorni. Non ci sono bombardamenti sulle nostre città, non ci sono arruolamenti obbligatori per andare al fronte, la guerra è anzi spacciata per “missione di pace”; per andare in missione, ancora oggi e nonostante i morti, i soldati italiani devono farsi raccomandare. Gli unici bombardamenti che subiamo tutti i giorni e a tutte le ore sono quelli dei mass media che continuano a parlare di un terrorismo internazionale pronto a colpire ma a cui nessuno crede più. E le armi continuano ad emettere il loro sinistro suono ed i civili afghani a morire e i Talebani, stando alle notizie degli ultimi giorni, ad essere sempre più forti. Siamo in guerra, ma è come se non lo fossimo. Milioni di persone sono morte nel mondo dopo l’undici settembre del 2001 a causa delle guerre promosse dagli USA, ma tutto sembra normale. La guerra è diventata parte integrante della nostra vita e non riusciamo neppure ad indignarci per l’enorme sperpero di risorse economiche destinate alla guerra che ben altro uso potrebbero avere. Ogni soldato americano morto costa al governo USA ben 200 milioni di dollari, una cifra enorme ma che non scandalizza nessuno.
Dopo la catastrofe della seconda guerra mondiale le guerre sono diventate invisibili, si sono allontanate dal teatro europeo e si sono moltiplicate (prima la guerra di Corea, poi il Vietnam, poi decine di conflitti in Africa Asia e Sud America, la guerra in Palestina, oggi la guerra in Iraq e Afghanistan, domani forse quella in Iran, e poi il Kossovo e le tante “rivoluzioni colorate”..) e per noi occidentali sono diventate qualcosa di cui non si deve più avere paura, ma che anzi sono un vero e proprio business, quello legato all’immondo e immenso commercio delle armi, soprattutto quelle cosiddette leggere che hanno invaso l’Africa, il Sud America, l’Asia. E noi italiani siamo lì in prima fila a venderle e poi ad andare al mare come se nulla fosse.
Gli illuministi del ‘700 pensavano che il progresso della scienza avrebbe prodotto libere istituzioni cacciando l'ignoranza e la superstizione, fonti della schiavitù umana e sostegni dei governi tirannici. Il grande filosofo Kant nel suo libro “Pace perpetua” scriveva che sarebbe stato l’egoismo stesso degli uomini, se non la loro volontà, a condurli alla pace perpetua. Sarebbe stata cioè la miseria via via maggiore derivante dal moltiplicarsi delle guerre a dimostrare il vantaggio comune, per tutti i popoli, di rinunciare definitivamente ad esse. Ma questo sogno/previsione di Kant è rimasto tale. Nell’ottocento e nel novecento e ora nel 21esimo secolo, le guerre sono state sempre più devastanti e distruttive, con la possibilità della autodistruzione totale di ogni essere vivente sulla Terra a causa della esistenza delle armi nucleari e della possibilità di incidenti che scatenino la guerra totale e facciano piombare la Terra nell’inverno nucleare. Ma tutto ciò non sembra porre alcun freno alle guerre e a tutto ciò che gira attorno ad esse.
Non sono mancati però grandi e vastissimi movimenti di lotta per la pace che, negli anni 50, hanno visto la partecipazione di centinaia di milioni di persone. Altrettanto vasta è stata la lotta contro la guerra in Vietnam. Anche oggi esiste, negli USA, una coalizione di forze che si oppone alle guerre americane, ma al momento sembrano prevalere le sirene della guerra su quelle della pace. Ed il "premio nobel per la pace", il presidente Obama, ha programmato una nuova escalation in Afganistan!
 
Ambiente
Ancora peggiore è la situazione ambientale. Le notizie di incidenti petroliferi si susseguono dopo quello drammatico del Golfo del Messico. Lì, dopo 100 giorni, hanno messo un tappo che è riuscito a fermare l’uscita del petrolio, ma il danno è irreparabile. È di questi giorni la notizia che la chiazza di petrolio è scomparsa. E’ finita sul fondo del mare ed è stata sparpagliata in ogni dove dai venti terribili delle tempeste tropicali che si sono abbattute nelle ultime settimane sul Golfo del Messico. Tutti gli esseri viventi del Golfo del Messico sono stati contaminati, ma lo sono e lo saranno tutti gli esseri viventi dell’intera Terra perché quel petrolio è finito nella catena alimentare dei microrganismi e dei pesci che lo hanno ingerito e che a loro volta sono stati mangiati da altri pesci più grandi. Nessun essere vivente potrà dire di essere libero dall’inquinamento prodotto dall’incidente del Golfo del Messico, come da quello che riguarda il Golfo del Niger in Nigeria, come dagli altri incidenti petroliferi accaduti in Cina o in decine e decine di altri posti al mondo dove si estrae petrolio. Neppure la piccola regione della Basilicata, nel sud Italia, dove è stato scoperto il petrolio e dove sono in corso le trivellazioni è immune, con immensi bacini idrici, che servivano per irrigare i campi e per dare acqua potabile, inquinati irrimediabilmente.
Ed intanto il governo italiano ha messo in cantiere la riapertura delle centrali nucleari, come se si fossero risolti i problemi relativi alle scorie radioattive o come se fosse stato rotto definitivamente il legame indissolubile che esiste fra energia nucleare cosiddetta civile e nucleare ad uso militare.
 
Economia
Alla base dell’immane disastro in cui siamo immersi ci sono le scelte economiche dei grandi gruppi multinazionali che ritengono di poter disporre impunemente di tutto ciò che c’è sulla Terra per raggiungere il massimo profitto possibile per la propria compagnia, fregandosene se questo comporti la distruzione della Terra o la morte per fame di miliardi di persone.
Il sistema economico basato sul capitalismo è responsabile diretto delle due grandi guerre mondiali del secolo scorso, come di tutte le guerre che sono seguite o che sono attualmente in corso. Guerre combattute per il possesso delle materie prime o per la conquista dei mercati. Guerre che hanno consentito la realizzazione di un immenso sistema militare-industriale che oramai assorbe alcune migliaia di miliardi di dollari ogni anno e che per alcuni stati, come gli USA, rappresentano una parte consistente del PIL. Anche in Italia esiste un sistema militare-industriale consistente e anche in Italia ci sono esponenti politici legati a filo doppio a tale sistema sia nell’area del cosiddetto centro-destra sia in quello del centro-sinistra. In quest’ultimo, anzi, ci sono i fans più sfegatati, quelli che sostengono con maggiore impegno la lobby militare-industriale a cominciare da Massimo d’Alema.
Per un certo periodo del 20esimo secolo l’esistenza del cosiddetto “Campo socialista” ha frenato in qualche modo l’espansione del capitalismo liberista globalizzato. Questo sistema ha commesso però  l’errore fondamentale di cimentarsi con quello capitalista sul terreno della corsa agli armamenti invece che su quello del benessere complessivo dell’umanità e su una politica di pace. Questa scelta è all’origine della fine del blocco di paesi che facevano capo all’ex URSS crollato nel 1989. Da quel momento il sistema economico liberista globalizzato ha avuto campo libero nel mondo. Nei paesi dell’ex blocco socialista sono andati al potere partiti legati alle multinazionali occidentali. In quei paesi è tornata ad imperversare la miseria. Gli operai sono stati di nuovo sfruttati al massimo per pochi dollari.  Tutte le conquiste sociali del “socialismo reale” sono state spazzate via. La Cina è diventata un paese retto da un sistema economico che si può definire di “capitalismo di stato”. Anche li le conquiste sociali per gli operai spazzate via. Le condizioni di vita e di lavoro nelle fabbriche cinesi sono fra le peggiori del mondo. Il capitalismo liberista globalizzato dopo il 1989 sembrava essere all’apice del suo sviluppo.
Ma le contraddizioni insite nel sistema sociale capitalista analizzate da Carlo Marx non sono state affatto risolte. Capitalismo e crisi economiche sono un tutt’uno indissolubile. Finché ci sarà capitalismo ci saranno crisi economiche. Dopo la seconda guerra mondiale le crisi cicliche sono state moltissime perché è il sistema di accumulazione del capitale, insisto nel sistema sociale capitalistico, a generarle di continuo, e a pagarne le conseguenze sono i lavoratori dipendenti dalle multinazionali e l’intera società umana a causa delle devastazioni ambientali che il sistema di produzione capitalistico produce.
Siamo così giunti alla crisi economica complessiva che stiamo attualmente vivendo. Una crisi economica che non ha paragoni con tutte quelle che l’hanno preceduta, più profonda e vasta di quella del 1929 da cui si generò la seconda guerra mondiale. La ricerca del massimo profitto produce la miseria della grande massa dei lavoratori dipendenti che non possono più comprare le merci che essi stessi producono. Enormi quantità di prodotti rimangono invenduti (e basta farsi un giro in un grande centro commerciale per rendersene conto) e le imprese non riescono a pagare i debiti e falliscono una dopo l’altra.
Se questa crisi economica, per la sua vastità e dimensione, sarà la tomba del capitalismo questo dipenderà da come reagiranno ad essa le classi sociali povere su cui è stata scaricata la crisi. In Italia si prevedono per i prossimi mesi due milioni di licenziati. E alcuni fatti gravissimi accaduti negli ultimi mesi, quali l’omicidio di alcuni imprenditori ad opera di alcuni operai da essi licenziati, sono la spia della situazione drammatica che la politica economica del capitalismo liberista globalizzato ha innescato nella società.
Per quanto riguarda i capitalisti nessun segnale di inversione di tendenza si può rilevare dai loro comportamenti. L’emblema del capitalismo italiano è la FIAT che si comporta come se non si potesse fare diversamente. Vogliono produrre milioni di auto al prezzo più competitivo possibile disinteressandosi del fatto che il mercato è più che saturo, che l’impatto ambientale delle automobili è sempre più devastante sugli equilibri climatici, e che non ci sono soldi in giro per permetterne l’acquisto se non ricorrendo a debiti su debiti che rischiano di essere insoluti, con i conseguenti fallimenti che ne derivano.
Ma il capitalista pensa solo al suo profitto.
 
Governo
Mentre scrivo queste note giunge la notizia della spaccatura del PDL e della cacciata da quel partito dei seguaci del presidente della Camera Fini che hanno dato vita ad un gruppo parlamentare autonomo. Stando ai numeri sarebbe possibile un governo che escluda Berlusconi dal potere e dia vita ad un governo transitorio il cui obiettivo sarebbe quello di una nuova legge elettorale. Staremo a vedere nei prossimi giorni cosa succederà. E’ possibile che si vada ad una crisi di governo durante il mese di agosto. E’ già successo nella storia della nostra Repubblica e potrebbe di nuovo succedere. Nulla si può escludere, tutto può accadere. Gli interessi in gioco sono enormi e sono stati rappresentati in modo evidentissimo dal comportamento del governo nei confronti della Fiat e della Confindustria. La Fiat può fare quello che vuole, ha detto il capo del governo e delocalizzare le proprie aziende come meglio crede e i lavoratori non possono far altro che accettare le decisioni di chi chiede loro sacrifici dall’alto dei suoi 4-5 milioni di euro l’anno di stipendio. Alla presidente della Confindustria è bastata una semplice telefonata di cinque minuti al capo del governo per riavere indietro due miliardi di euro che erano stati tolti alle imprese nella manovra finanziaria approvata definitivamente in questi giorni.
Il governo della Repubblica è cioè in mano a persone che hanno un unico riferimento sociale, quello delle grandi imprese liberiste globalizzate. La parola "libertà" di cui tanto parlano è riferita alla loro libertà di fare i loro porci comodi sulle spalle dei poveri. Per costoro, che calpestano continuamente la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza al nazifascismo e ne fanno strame in ogni provvedimento legislativo che approvano, i lavoratori dipendenti, i pensionati, le imprese cooperative sono solo mucche da mungere fino alla morte, secondo la logica del “mors tua vita mea”.
Noi viviamo in un regime dittatoriale nel senso che a dominare la società è un’unica classe sociale, quella dei ricchi e gaudenti padroni delle multinazionali liberiste globalizzate. Berlusconi è solo il massimo rappresentante di questa dittatura che si sostanzia nelle azioni dei padroni della FIAT o nelle scelte della Confindustria fatte passare come “naturali” ed impossibili da contestare.
L’attuale situazione si è resa possibile perché il 50% della popolazione italiana ha annichilito la propria capacità politica, rifiuta di impegnarsi attivamente in politica e persino di andare a votare o quando ci va vota scheda bianca o nulla. La metà della popolazione italiana è disgustata dalla politica, è delusa a morte dal comportamento dei partiti che provengono dalla tradizione dell’ex PCI o dalla sinistra cosiddetta extraparlamentare che ha svolto un ruolo completamente subalterno. Questi partiti, negli anni che sono stati al potere dal 1996 al 2001 e dal 2006 al 2008, hanno fatto anche essi una politica a senso unico, unicamente mirata agli interessi del grande capitale liberista globalizzato. Le peggiori leggi contro i lavoratori, che poi i governi Berlusconi hanno ulteriormente peggiorato, sono state introdotte durante i governi di centro sinistra. È stato così per il precariato, è stato così per le leggi contro gli immigrati.
E’ chiaro che senza una ripresa delle lotte dei lavoratori dipendenti, dei pensionati, delle imprese cooperative non sarà possibile cambiare in alcun modo la politica governativa e non si potrà fare pulizia all’interno dei partiti che sono nati dall’area del vecchio PCI. E su tale aspetto i segnali positivi non mancano, a cominciare da quel 40% di voti contrari al referendum sull’accordo separato alla Fiat di Pomigliano. C’è chi comincia a capire che un altro mondo non solo è possibile ma che è necessario e che i lavoratori, come dice un vecchio ma sempre attuale slogan, non hanno nulla da perdere se non le proprie catene. L’autunno sarà caldissimo.
Sarà caldissimo anche sul piano dei diritti umani, sul rispetto dei diritti degli immigrati, sul rispetto dei diritti delle donne o delle persone GLBT che sono oggi continuamente sotto attacco. Gli omicidi delle donne avvengono oramai a ritmo continuo, le aggressioni alle persone GLBT anche, c’è un clima di intolleranza e razzismo nei confronti dei migranti o delle persone di religione diversa da quella cattolica, alimentato dal principale partito di governo che detiene il ministero dell’interno.
Si, sarà un autunno caldissimo!
 
Chiesa e religioni
Le chiese cristiane e le altre religioni dal canto loro vivono anch’esse la loro crisi più profonda. La Chiesa Cattolica, la più grande fra quelle cristiane, è squassata dallo scandalo pedofilia che scuote però anche il mondo protestante la dove esso è maggioritario.
La vera malattia di cui è malato il cristianesimo è il suo essere religione legata al potere imperiale del mondo capitalistico di cui è parte integrante. Si tratta di una contraddizione insanabile con il messaggio evangelico, che data dai tempi di Costantino nel quarto secolo D.C. e che è alla base di tutti gli scandali che ogni tanto scassano questa o quella chiesa o congregazione religiosa, ultima quella dei Legionari di Cristo.
Per capire che su tale punto non c’è differenza fra le chiese protestanti e quella cattolica basta andare a fare una visita al Duomo di Berlino che può considerarsi il cuore del protestantesimo tedesco. Li esiste una cripta molto grande nella quale non sono conservati i resti dei martiri protestanti, bensì i sarcofaghi di tutti gli imperatori della Germania dai tempi di Lutero in poi, quegli imperatori che resero possibile la separazione con la chiesa cattolica e sul cui potere è stato edificato il protestantesimo tedesco.
E dato che si tratta di contraddizioni insanabili, dalla situazione di crisi delle chiese cristiane si potrà uscire solo abbandonando la strada del potere ed imboccando decisamente la strada dell’evangelo di Gesù. Evangelo della liberazione degli schiavi, evangelo della condivisione delle risorse, evangelo del “date voi stessi loro da mangiare”, evangelo in cui tutti si sentano responsabili del proprio fratello/sorella, in cui tutti condividano le proprie risorse, in cui tutti amino la Terra che ci ospita, in cui nessuno possa approfittare delle risorse naturali a scapito degli altri esseri viventi, in cui tutti pratichino l’amore.
“Amare la terra e tutti gli esseri viventi” è lo slogan della prossima giornata del dialogo cristiano-islamico.
Credo sia necessario che le religioni, se vogliono avere un ruolo positivo per l’umanità, debbano fare dell’amore per la Terra e per tutti gli esseri viventi il tratto caratteristico della propria iniziativa. Senza amore non c’è vita. Senza amore si giunge inevitabilmente al capolinea della propria esistenza e di quella dell’umanità. Senza amore non c’è spirito, nessuno riesce a comunicare a nessun altro lo spirito che egli stesso ha ricevuto e di cui abbiamo urgente bisogno di riappropriarci, superando le dottrine, gli steccati, i confini che tentano di ingabbiare gli esseri umani in compartimenti stagni gli uni contro gli altri armati.
Ecco, credo che ci sia abbastanza su cui riflettere durante il prossimo mese di agosto. Buon riposo a chi potrà andare in vacanza. Buone cose a quanti in questo mese faranno attività di volontariato, e sono molti al nord come al sud, a fianco dei poveri e dei diseredati. Che ognuno cerchi di non sprecare il proprio tempo utilizzandolo per il bene comune. Se proprio un capolinea deve esserci che sia per coloro che sfruttano il lavoro altrui, per coloro che distruggono la terra e che idolatrano la propria ricchezza e che non tengono in alcun conto il bene comune. Questi facciamoli scendere e lasciamoli soli con il loro immenso egoismo e la loro idolatria.
Giovanni Sarubbi
 
P.S. Nel mese di agosto il nostro sito verrà aggiornato con meno intensità. Chi vorrà scriverci potrà continuare a farlo, ci sarà sempre qualcuno pronto a rispondere. La ripresa competa delle attività sarà alla fine di agosto.


Venerd́ 30 Luglio,2010 Ore: 16:30
 
 
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