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www.ildialogo.org Passaggio “clandestino” verso la Francia, dicembre: ieri i partigiani, oggi i migranti,di  domenico stimolo

Editoriali
Passaggio “clandestino” verso la Francia, dicembre: ieri i partigiani, oggi i migranti

di  domenico stimolo

Oggi, 3 dicembre, un articolo pubblicato dal quotidiano “ La Repubblica” della giornalista Brunella Giovara– a tutta pagina - con il titolo: “ Sulle Alpi la fuga infinita dei migranti con i sandali a dieci gradi sotto zero”, riporta violentemente alla memoria le drammatiche traversie di altri, partigiani, uomini e donne, che durante la Lotta di Liberazione attraversavano, in armi, costantemente e senza esitazioni,  le montagne tra l’Italia e la Francia.

Nel bel libro di memoria di Ada Gobetti - moglie dell’ eroico perseguitato  antifascista  Piero Gobetti, morto venticinquenne a Parigi il 15 febbraio 1926 – “ Diario partigiano” , nella cronologia dei suoi attivi impegni nella Resistenza piemontese dal settembre del 1943, descrive uno dei viaggi di  attraversamento delle Alpi, assieme ad altri compagni, con partenza il 30 dicembre ( 1944) da Beulard –Bardonecchia, direzione Plampinet, Briancon, Embrun…. Grenoble.  Così scrive tra l’altro: “ Ma quell’ultimo tratto si rivelò veramente difficile. Non c’era più la pista dei tedeschi, che l’altra volta aveva tanto facilitato il passaggio di Paolo e Alberto. Il vento aveva spazzato via la neve molle; e bisognava procedere facendo i gradini nel ghiaccio lungo un costone nudo, a forte pendenza, sopra uno strapiombo di due o trecento metri. Ma quella notte io non mi accorsi della difficoltà;  e mi resi conto del pericolo affrontato solo quando, al ritorno, vidi, dall’altro versante, la paurosa inclinazione del nostro passaggio sull’abisso. Alberto e Paolo, gli unici che si rendessero veramente conto della situazione, si misero in testa; ma le scarpe di Alberto ( le disgraziate scarpe di Valle) non facevano presa e scivolavano. Paolo quindi si mise davanti e con la picozza faceva i gradini nel ghiaccio, provandoli poi col piede, scrupolosamente, a lungo, prima di affidarsi col peso e farne

degli altri……….dopo circa quattro ore eravamo al Passo…avvertii alle mani una strana sensazione. Nell’eccitazione degli ultimi momenti avevo dimenticato di tenerle avvolte nei lembi della coperta; e ora, guardandole, le vidi diventare d’un curioso colore, tra il giallo e il bruno, assolutamente innaturale. Capii subito – non ci voleva molto – che si stavan congelando….mi misi a picchiarle, strofinarle, a batterle sotto le ascelle….la circolazione riprendeva…….Mi buttai allora giù per la discesa con una specie di ebbrezza. Siamo in Francia!.....mentre scendevo a lunghi balzi, affondando nella neve molle”. Ce l’abbiamo fatta! …….

Nell’articolo di “ La Repubblica”, alcuni luoghi descritti nell’attraversamento delle Alpi dei migranti sono quasi identici a quelli narrati da Ada Gobetti. La partenza avviene da Bardonecchia, alta Valsusa, poi la direzione assunta cambia di poco….. Il Colle della Scala (  Coll de l’Echelle), 1762 metri….. colle della Vallèe Etoroit, 2426 metri, camminano in direzione Briancon, la meta “mitica” è Modane. Si legge, tra l’altro, “ Alle 9 di sera –sei sotto zero- si arriva in Francia, dopo la diga delle Sette fontane……..sanno che da lì si scende a Modane….l’impresa è impossibile per due ragazzi malvestiti, uno ha rifiutato gli scarponi, avanza in sandali sulla crosta di neve ghiacciata: “ho attraversato un deserto, ce la farò”. L’altro ha un sacchetto della Rinascente: due lattine di Coca e una Fiesta. in spalle uno zainetto da bambina ….dai tornanti si vedono i fari della Gendarmerie. Hanno i visori notturni, battono i boschi delle Hautes-Alpes cercando i ragazzi neri. Quando il freddo scende a -10, si spera solo che li trovino. Ma loro sono furbi, si nascondono dietro i pietroni. E’ una specie di nascondino, e qualcuno morirà”.

La drammatica questione è ben nota da parecchi anni. Questo è l’ultimo resoconto del transito “clandestino” della frontiera tra l’Italia e la Francia. Sono passati in tanti, di altri non si hanno notizie, in diversi sono morti.

E’ la “fortezza Europa”! Tranne rare eccezioni i Paesi della Comunità europea hanno chiuso le frontiere. Si è tornati agli anni bui dell’Europa, quando si dava la caccia a tutte le “diversità”.

Eppure i partigiani si sono battuti contro i nazifascisti e il razzismo. Molti, uomini, donne, ragazzi, hanno sacrificato la vita, per costruire democrazia, libertà, solidarietà, accoglienza, libero passaggio delle persone,  in Italia e in Europa.

E’ ritornato forte e famelico il razzismo, la bieca discriminazione degli esseri umani.

 domenico stimolo




Domenica 03 Dicembre,2017 Ore: 13:18
 
 
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