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www.ildialogo.org QUALE DEMOCRAZIA NELLA CITTA’?<br />LO STATUTO DEL COMUNE VISTO DALLA PARTE DEI CITTADINI SOVRANI,di Raffaello Saffioti

QUALE DEMOCRAZIA NELLA CITTA’?
LO STATUTO DEL COMUNE VISTO DALLA PARTE DEI CITTADINI SOVRANI

di Raffaello Saffioti

QUALE DEMOCRAZIA NELLA CITTA’?

Ricerca e sperimentazione
Dopo la pubblicazione dell’articolo col titolo “Insieme per lo Statuto del Comune La cittadinanza attiva per la democrazia partecipativa” è emersa l’esigenza di riprendere e sviluppare il tema dello Statuto del Comune, sulla scia della domanda di fondo “Quale democrazia nella città?”.
Quell’articolo, pubblicato da “il dialogo” come editoriale il 28 agosto scorso, conteneva una proposta del Centro Gandhi di Palmi al Consiglio Comunale e alle associazioni cittadine per la modifica dello Statuto del Comune. La proposta nasceva dalla riflessione sulle ultime elezioni amministrative, rilevando una tendenza al cambiamento della democrazia, dal livello nazionale a quello locale.
C’è da pensare che l’esperienza di Palmi, comune calabrese di circa ventimila abitanti, non sia isolata, e serva al manifestarsi di altre esperienze che aiutino a comprendere il processo di cambiamento della democrazia e della sovranità popolare nel quale siamo coinvolti, al di là delle varie esperienze locali, e aiutino, inoltre, a prevedere i possibili sviluppi.
Quanti sono i Comuni italiani che dovrebbero modificare, se non riscrivere, il loro Statuto, per equilibrare il rapporto tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa?
COS’E’ LO STATUTO DEL COMUNE?
PALMI, COMUNE-LABORATORIO?
Cos’è lo Statuto del Comune?
Lo Statuto del Comune è, per definizione, l’atto fondamentale col quale il Comune, l’ente locale più vicino ai cittadini (il primo degli enti che costituiscono la Repubblica, secondo l’articolo 114, primo comma, della Costituzione) esercita la sua potestà normativa, nei limiti dei principi fissati dalle leggi dello Stato, stabiliti dal “Testo Unico sull’ordinamento degli Enti Locali”.
Lo Statuto, adottato dal Consiglio Comunale:
- identifica il Comune dal punto di vista territoriale e storico, con la descrizione di stemma e gonfalone;
- esprime il potere di auto-organizzazione del Comune;
- disciplina l’amministrazione interna del Comune;
- regola le forme di collaborazione del Comune con altri enti, le modalità della partecipazione popolare, del decentramento, dell’accesso dei cittadini alle informazioni e ai procedimenti amministrativi.
C’è da chiedersi quanto sia diffusa tra i cittadini, in ogni Comune, la conoscenza dello Statuto Comunale e quanto sia avvertita l’esigenza della sua modifica.
Dovrebbe essere il Comune stesso a promuovere con sue iniziative la conoscenza dello Statuto. Anzi, la conoscenza dello Statuto, con le sue regole dello stare insieme nella città, dovrebbe far parte del programma scolastico di educazione civica, come per la conoscenza della Costituzione della Repubblica.
Quanti condividono l’idea che la modifica dello Statuto del Comune di Palmi debba essere un punto prioritario per l’ordine del giorno dei lavori del neoeletto Consiglio Comunale?
E’ opportuno avanzare la proposta nella fase iniziale dell’attività della nuova Amministrazione Comunale?
L’Amministrazione non è assorbita da varie emergenze (raccolta dei rifiuti, balneabilità del nostro mare, iniziative per l’estate) che hanno la priorità rispetto ad altri problemi?
MODIFICARE LO STATUTO DEL COMUNE
Modificare lo Statuto non è facile, ma tutti i cittadini, al di là della loro competenza tecnico-giuridica, hanno il diritto e l’interesse a partecipare al dibattito, esprimendo la loro volontà e la loro opinione, avanzando proposte su molti temi come: i principi generali, l’ordinamento istituzionale, la partecipazione popolare, il principio di sussidiarietà, la trasparenza, il bilancio partecipativo, ed altri.
I cittadini hanno, insomma, il diritto di esprimere le esigenze che emergono dalla evoluzione delle condizioni economiche, sociali e civili.
“La forma statutaria locale dovrebbe sempre più divenire la sede privilegiata per cogliere l’identità di ciascuna istituzione locale nella sua relazione con il territorio, con le istanze e le aspettative emergenti dalla comunità di riferimento” (Angelo Mughetti).
Il Centro Gandhi non deve giustificare la sua iniziativa: non fa altro che esercitare la sovranità popolare secondo il principio di sussidiarietà e ribadisce la domanda di fondo: quale democrazia nella città?
Lo Statuto del Comune di Palmi, attualmente in vigore, è stato approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 42 del 30 giugno 2008.
Questo Statuto si rivela anacronistico, anche ad una prima lettura, limitata ai primi tre titoli: “Disposizioni generali”, “L’ordinamento istituzionale”, “Istituti di partecipazione popolare”. Si rivela non adeguato all’evoluzione della vita democratica avvenuta negli anni trascorsi, dal livello nazionale fino al livello locale.
Un segno evidente è dato dalle ultime elezioni amministrative, con le tredici liste civiche a sostegno dei sei candidati sindaco e la completa assenza di liste di partito.
L’assenza dei partiti è da evidenziare come ulteriore segno della loro crisi, divenuta ormai cronica. Ma è da notare che i partiti, nonostante la loro crisi, continuano ad occupare le istituzioni e la scena mediatica. Essi non sono l’unica forma di partecipazione dei cittadini alla vita politica, come dimostrano anche le ultime elezioni.
Si conferma, così, la tendenza al cambiamento della democrazia, già rivelatasi anche con il Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016.
Noi cittadini sovrani dobbiamo aspettare la scadenza del mandato conferito col voto agli eletti per verificare il rispetto degli impegni da loro assunti durante la campagna elettorale con la presentazione del programma?
Dovremmo potere verificare l’operato dei nostri rappresentanti nel Consiglio Comunale e sostituirli, come diceva Aldo Capitini oltre cinquant’anni fa, nel 1964, “quando questi si dimostrano incapaci e disonesti”.
Non sarebbe necessaria una norma nello Statuto che riconosca ai cittadini elettori il diritto di revocare la loro fiducia agli eletti prima della scadenza del mandato?
E’ urgente modificare profondamente, o riscrivere lo Statuto del Comune, perché bisogna equilibrare il rapporto tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa.
Siamo spinti in questa direzione dalla presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare, col titolo “Più democrazia, più sovranità al cittadino. Potenziamento delle forme di sovranità del cittadino. Referendum, partecipazione, misurazione della qualità dei servizi, trasparenza”.
LA DEMOCRAZIA NELL’ERA INTERNETTIANA
Viviamo nell’era detta “internettiana” e le tecnologie digitali cambiano sempre più rapidamente il nostro modo di vivere e di pensare. Colpiscono molto i dati statistici, forniti anche dal Rapporto Italia di Eurispes, sulla diffusione dei nuovi strumenti di comunicazione e fanno molto pensare. In particolare, lo smartphone risulta lo strumento tecnologico più diffuso in Italia. Anche tra gli adulti si diffonde sempre più il comunicare sui social network (facebook, whatsapp, twitter). E’ evidente il rapporto tra democrazia e comunicazione ed è sempre più urgente che divenga sempre più esteso il dibattito già aperto da molti anni sul rapporto tra internet e democrazia.
A questo punto va posta la domanda in modo deciso: può essere evitato il dibattito sulla necessità di modificare lo Statuto del Comune, considerando il rapporto tra internet e democrazia, dopo le ultime elezioni amministrative?
Ovviamente, è compito precipuo delle associazioni promuoverlo. Le associazioni sono interessate a evidenziare i difetti della partitocrazia e i limiti della democrazia rappresentativa che si realizza al momento del voto e della delega.
La Rete è uno strumento che permette la democrazia diretta, perché i cittadini possono esprimere la loro volontà e rendere effettiva in tempo reale la sovranità popolare, senza deleghe o mediazioni.
Ma bisogna pur dire che i modelli di utilizzo della Rete non vanno mitizzati, vanno controllati con spirito critico e gestiti con una nuova politica che ha bisogno di una piattaforma adatta alla gestione di ciò che è di tutti e non sia dipendente dalla economia del mercato.
IL CENTRO GANDHI DI PALMI
Il Centro Gandhi di Palmi prosegue l’esperienza di cittadinanza attiva esercitata in passato da altre associazioni con l’attività di promozione della cultura della pace e della nonviolenza.
L’esperienza aveva avuto inizio con l’arrivo a Palmi di Danilo Dolci nel 1986 e il suo sviluppo è stato descritto nella Lettera aperta al Sindaco di Monteleone di Puglia col titolo “Un sentiero di pace nel Sud con il Progetto UNESCO” e il sottotitolo “Tra Palmi San Giovanni in Fiore e Monteleone di Puglia”, pubblicata da “il dialogo” il 22 luglio scorso.
Il Centro Gandhi è divenuto interlocutore dell’Amministrazione Comunale dopo l’incontro che ha avuto luogo il 7 luglio scorso nella sala del Sindaco, in seguito alla Lettera aperta al neoeletto Consiglio Comunale col titolo “Il Progetto della Casa per la Pace ‘D. A. Cardone’ per Palmi, Città di cultura della pace”.
Ci sono le condizioni perché il rapporto che si è avviato possa proseguire con le nuove proposte.
Negli anni passati un contributo dell’Associazione Casa per la Pace “D. A. Cardone” all’Amministrazione Comunale veniva tradotto in due commi del primo articolo dello Statuto del Comune che meritano di essere citati perché fanno parte dei “Principi generali” che qualificano il Comune di Palmi.
Articolo 1”
Comma 4:
Il Comune, nell’esercizio delle proprie funzioni, valorizza la cultura della pace, della nonviolenza e dei diritti umani, ne persegue la realizzazione con proprie iniziative e sostiene quelle di istituzioni scolastiche, associazioni, comitati di quartiere, gruppi di volontariato e di cooperazione internazionale, in coerenza col principio di sussidiarietà”.
Comma 5:
Il Comune ripudia la mafia quale strumento di violenza contro i diritti fondamentali dei cittadini e contro le libertà civili, politiche, economiche e sociali, conformando la propria attività amministrativa a tale principio”.
E’ opportuno citare anche la Lettera del Sindaco di Monteleone di Puglia, GIOVANNI CAMPESE, del 9 agosto scorso al Sindaco di Palmi, GIUSEPPE RANUCCIO, per informarlo del pubblico riconoscimento all’imprenditore di Palmi GAETANO SAFFIOTI, nella qualità di TESTIMONE DI GIUSTIZIA, “per il suo impegno di coscienza nella lotta contro il dominio delle organizzazioni mafiose”, come si legge nella targa consegnatagli nel Consiglio comunale aperto, a coronamento della sua partecipazione al “Corso internazionale di educazione alla Pace”, svoltosi dal 27 al 30 luglio scorso a Monteleone di Puglia.
Il Sindaco Campese esprimeva nella lettera anche l’auspicio dello stabilirsi di “un rapporto tra le comunità locali attraversate dal ‘sentiero di pace’ e le relative Amministrazioni Comunali, per fecondare i nostri progetti”.
Rimaniamo in attesa della risposta del Sindaco di Palmi.
Richiamando lo Statuto vigente del Comune, il Centro Gandhi chiede che venga data attuazione al primo articolo dello Statuto, prima citato.
Con una prossima proposta chiederemo all’Amministrazione Comunale di seguire l’esempio del Comune di Monteleone di Puglia, adottando il Progetto UNESCO per l’educazione alla Pace e alla Nonviolenza.
Il Progetto si richiama a quanto è scritto nel Preambolo dell’Atto Costitutivo dell’UNESCO:
poiché le guerre nascono nella mente degli uomini, è nella mente degli uomini che devono essere costruite le difese della pace”.
Nel concludere questo testo, non possiamo ignorare le contraddizioni esistenti nelle comunità locali. Non possiamo ignorare che la Calabria ha un primato per il numero di Consigli Comunali sciolti per infiltrazioni mafiose.
Sono notizie di cronaca allarmanti quelle di atti di intimidazione mafiosa compiuti ai danni di Sindaci impegnati nell’attività amministrativa informata al principio di legalità.
Nel dibattito auspicato dal Centro Gandhi, ribadiamo la proposta di mettere in discussione il tema della identità della Città.
Per modificare lo Statuto, incominciamo a modificare lo Stemma civico che è il segno distintivo del Comune, per esprimere la parte più nobile della nostra storia e del nostro territorio. Basterebbe togliere gli elementi che sono espressione della cultura della guerra o riprendere l’antico Stemma, riprodotto alla base del Campanile di Piazza Duomo, prospiciente il Palazzo Municipale.
Siamo incoraggiati dall’impegno preso dal Sindaco Ranuccio nell’incontro del 7 luglio per la costruzione della Casa per la Pace “D. A. Cardone”. Non vogliamo dimenticare quell’incontro che è sembrato quasi un Consiglio comunale aperto.
Se realizzata, la Casa per la Pace nel nome di Cardone potrebbe divenire il nuovo simbolo della nostra Città.
Sogniamo Palmi come CITTA’ DI CULTURA DELLA PACE.
Palmi, 7 settembre 2017
Raffaello Saffioti
Centro Gandhi – PALMI
raffaello.saffioti@gmail.com



Giovedì 07 Settembre,2017 Ore: 20:10
 
 
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