- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (379) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org INSIEME PER LO STATUTO DEL COMUNE<br />LA CITTADINANZA ATTIVA PER LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA,di<strong> Raffaello Saffioti</strong>

Editoriale
INSIEME PER LO STATUTO DEL COMUNE
LA CITTADINANZA ATTIVA PER LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA

UNA PROPOSTA AL CONSIGLIO COMUNALE DI PALMI E ALLE ASSOCIAZIONI CITTADINE


di Raffaello Saffioti

QUALE DEMOCRAZIA NELLA CITTA’?
UNA NOVITA’ NELLE ULTIME ELEZIONI AMMINISTRATIVE
Le elezioni amministrative di giugno 2017 a Palmi, in Calabria, sono state caratterizzate dal protagonismo delle tredici liste civiche che hanno sostenuto i sei candidati Sindaco ed hanno espresso la nuova Amministrazione Comunale. Sono mancate le tradizionali liste di partito.
E’ stata una novità che va sottolineata ed interpretata, per cogliere il suo vero significato nella linea di tendenza già manifestatasi con il Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016.
Non sappiamo in quanti altri Comuni, e in che misura, si sia manifestato lo stesso fenomeno.
Comunque, al di là dei singoli casi locali, si può dire che ci troviamo in un processo di cambiamento della democrazia, ferma restando la democrazia costituzionale difesa con la vittoria del NO nel Referendum. In questo processo si va estendendo il protagonismo di nuovi soggetti politici, mentre i tradizionali partiti continuano ad occupare le istituzioni e nei mass media appaiono soggetti politici esclusivi.
Ormai dovrebbe essere chiaro che nella nostra Costituzione i partiti politici non sono l’unica forma di partecipazione alla vita democratica.
“La nostra Costituzione è costruita attorno alla pietra angolare dell’articolo 2 che, come sappiamo, riconosce all’uomo e alla donna una serie di diritti fondamentali non solo in quanto singoli, ma anche nelle formazioni sociali (nelle comunità o nei movimenti, diremmo oggi) in cui si realizza la sua persona. Esistono cioè «forme» e «istituzioni» sociali – non necessariamente i partiti – che vengono prima dello Stato e che la politica e la stessa democrazia debbono rispettare, tant’è vero che anche scelte politiche prese a maggioranza non potrebbero eliminarle.
Sono ben note queste formazioni sociali che la Costituzione cita espressamente: la famiglia, la scuola, il sindacato, la cooperativa, l’impresa, il comune e gli altri enti locali e così via. […] Tutte le formazioni in cui si svolge la personalità umana e che affrontano esigenze collettive – legate, dunque, alla polis – hanno piena dignità e valore costituzionale e perciò stesso debbono essere considerate”.
(Dalla Posfazione di Andrea Simoncini a Senza partito. Obbligo e diritto per una nuova pratica politica, di SIMONE WEIL, Vita-Feltrinelli, 2013, pp. 76-77)
Un altro fondamentale articolo della Costituzione che può essere richiamato è il 118 (ultimo comma) nel quale viene sancito il “principio di sussidiarietà.”
“La sussidiarietà è una nuova forma di esercizio della sovranità popolare che completa le forme tradizionali della partecipazione politica e della partecipazione amministrativa.
Il principio di sussidiarietà si realizza quando i cittadini si attivano autonomamente dando vita ad iniziative di interesse generale, che le istituzioni sono tenute a sostenere, facilitare ed integrare nelle loro politiche, in attuazione della Costituzione”.
(“Carta della sussidiarietà”, Roma, 12 marzo 2004)
Di straordinaria attualità appare ancora oggi un testo di ALDO CAPITINI, scritto dopo le elezioni politiche del 18 aprile 1948:
“In una vera democrazia i partiti come formazioni chiuse, dogmatiche e quasi militari, non dovrebbero esserci; ma solo associazioni tecniche, culturali, morali, religiose e stampa libera: ogni cittadino si formerebbe autonomamente; e soltanto per le elezioni potrebbero costituirsi comitati per la designazione di persone. Bisogna fare tutto un lavoro di aggiunta al vecchio schema partiti-parlamento-governo, di un nuovo schema di una democrazia integrale che arriva fino alla periferia, e dal basso si autoeduca e si autoamministra. Soltanto una società di questo genere è sopportabile, soltanto essa realizza quell’andare oltre la politica, in nome di una liberazione infinita e una solidarietà popolare”.
(Aldo Capitini, Opposizione e liberazione, Linea d’ombra edizioni, 1991, p. 123)
Non è facile annullare la separazione tra società civile e società politica, né si deve opporre la società civile buona alla società politica dei partiti cattiva. Ma la separazione va superata e serve un salto di qualità.
“La democrazia partecipativa impone un impegno costante di tutti e la fine della delega di potere in bianco che metta nelle mani di pochi le decisioni sul futuro di tanti” (Anna Falcone).
Col Referendum costituzionale è emersa una forte volontà di partecipazione, ma non è facile prevedere gli sviluppi di questa linea di tendenza, data la complessità dei cambiamenti sociali, dal livello locale a quello nazionale.
Tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa un ruolo, forse determinante, lo gioca la legge elettorale che dovrà essere approvata. Questa dovrebbe rispettare il principio costituzionale della sovranità popolare ed essere scritta nell’interesse dei cittadini elettori. Ma il principio sembra ignorato o dimenticato dalla trattativa tra i partiti che, peraltro, si sta rivelando tormentata e di difficile soluzione.
“Dibattiti pubblici, bilanci partecipativi e dati aperti: a livello nazionale tutti i Comuni stanno sperimentando le metodologie della partecipazione, chi con buone pratiche episodiche, chi per farne vetrina di virtuosità, chi al fine che queste siano fatte proprie dalle amministrazioni”. (Marina Bassi)
DEMOCRAZIA E COMUNICAZIONE
Nel processo di cambiamento della democrazia, ormai da decenni, sta influendo il cambiamento degli strumenti, delle forme e dei linguaggi del comunicare. I media si sono sviluppati in forme sempre più diffuse e internet è un mare aperto in cui navigare con mezzi come gli smatphone e i tablet. Si diffonde sempre più, anche tra gli adulti, il comunicare sui social network (facebook, whatsapp, twitter).
La democrazia detta “internettiana” gioca molto a favore della democrazia diretta, perché è resa possibile dalla Rete: i cittadini possono esprimere la loro volontà e rendere effettiva in tempo reale la sovranità popolare, senza deleghe o mediazioni.
DEMOCRAZIA DIRETTA E DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA
UNA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE PER DARE PIU’ POTERE AI CITTADINI
Una proposta di legge di iniziativa popolare, articolata in quattro articoli, è stata presentata alla Camera dei Deputati, col titolo “Più democrazia, più sovranità al cittadino. Potenziamento delle forme di sovranità del cittadino. Referendum, partecipazione, misurazione della qualità dei servizi, trasparenza”.
Il primo articolo: contiene modificazioni al Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali e prevede forme di “consultazione e partecipazione diretta dei cittadini, comprensive di strumenti di democrazia deliberativa”.
In particolare, sono previsti referendum abrogativi e confermativi su richiesta di un numero modesto di cittadini.
Il terzo articolo: riguarda il diritto di accesso civico e gli obblighi di trasparenza delle pubbliche amministrazioni per consentire ai cittadini di avere le informazioni necessarie per controllare e valutare i servizi erogati e avanzare proposte per il loro miglioramento.
Bisognerà raccogliere almeno cinquantamila firme in sei mesi, da consegnare al Parlamento della prossima legislatura.
I principi della democrazia diretta, presenti nella Costituzione, vanno difesi, attuati e sviluppati, perché la vittoria del NO non è definitiva.
“Non è un caso che nell’attuale contingenza storica entrambe le forme di democrazia sono messe in discussione da una torsione antidemocratica, per favorire lo strapotere delle elites economiche e politiche, di cui il tentativo di cambiare la Costituzione italiana, che abbiamo respinto il 4 dicembre, è solo l’ultima delle manifestazioni” (Coordinamento Democrazia Costituzionale).
Avrà successo la raccolta delle firme nel numero minimo necessario per la consegna della proposta al Parlamento?
Sarà, comunque, interessante seguire la mobilitazione per la raccolta delle firme che sarà avviata dal Comitato Promotore della proposta. Ed è auspicabile che si costituiscano i comitati locali, come è avvenuto per la campagna referendaria dello scorso anno.
RIPARTIRE DAI CITTADINI SOVRANI
UNA FASE COSTITUENTE PER LA MODIFICA DELLO STATUTO DEL COMUNE
PROPOSTA AL NEOELETTO CONSIGLIO COMUNALE DI PALMI E ALLE ASSOCIAZIONI CITTADINE
I Comuni sono i primi degli enti che costituiscono la Repubblica, secondo l’articolo 114 (primo comma) della Costituzione:
La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato”.
L’articolo è così sostituito ex legge costituzionale 18-10-2001, n. 3 (art. 1) (Modifiche al Titolo V della parte seconda della Costituzione).
I Comuni sono gli enti più vicini ai cittadini e da essi bisogna ripartire per modificare il rapporto tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa, aumentando i poteri dei cittadini.
Per questo gli Statuti dei Comuni debbono essere profondamente modificati, inserendosi nella rete delle tante città italiane nelle quali si sperimentano nuove forme di partecipazione politica.
Lo Statuto del Comune di PALMI, attualmente in vigore, approvato con la Delibera del Consiglio Comunale n. 42 del 30/06/2008 è chiaramente superato.
La sua modifica, nel senso di quanto espresso in precedenza, dovrebbe essere un punto prioritario per l’ordine del giorno dei lavori del neoeletto Consiglio Comunale, da fare oggetto di dibattito il più largo e approfondito possibile con le associazioni esistenti in città e da sottoporre, alla fine, a referendum consultivo.
Sarebbe, anche, un banco di prova non solo della sua sensibilità democratica, ma anche di quella dei cittadini, singoli e associati.
La “Carta del Nuovo Municipio”
La “Carta del Nuovo Municipio” può servire per il dibattito e la elaborazione del nuovo Statuto.
“Solo il rafforzamento delle società locali e dei loro sistemi democratici di decisione consente da un lato di resistere agli effetti omologanti e di dominio della globalizzazione economica e politica, dall’altro di aprirsi a promuovere reti non gerarchiche e solidali.
Il ‘nuovo municipio’ si costruisce attraverso questo percorso, finalizzato a trasformare gli enti locali da luoghi di amministrazione burocratica in luoghi di autogoverno.
Nuove forme di autogoverno, in cui sia attiva e determinante la figura del produttore-abitante che prende cura di un luogo attraverso la propria attività produttiva, sono rese possibili dalla crescita del lavoro autonomo, della microimpresa, del volontariato, del lavoro sociale, delle imprese a finalità etica, solidale, ambientale, ecc..
… Il muovo municipio si dà come obiettivo un nuovo rapporto tra eletti ed elettori, oggi espropriati da logiche sovraordinate di natura economicistica che escludono dai momenti decisionali proprio i cittadini-abitanti-elettori.
Nuove forme di democrazia diretta
Il nuovo municipio si realizza attraverso l’attivazione di nuovi istituti di decisione che affiancano gli istituti di democrazia delegata, allargati al maggior numero di attori rappresentativi di un contesto sociale ed economico, per la promozione ‘statutaria’ di disegni di futuro localmente condivisi.
… Questi nuovi processi decisionali sono finalizzati a produrre scenari di futuro e ‘statuti dei luoghi’ a carattere ‘costituzionale’, che nella composizione degli attori che le sottoscrivono si ispirino alla complessità degli statuti comunali medievali, reinterpretandola con l’obiettivo di dare voce alle diverse componenti della società contemporanea nella definizione degli statuti.
Gli istituti decisionali della nuova cittadinanza comprendono:
  • una rappresentanza delle principali associazioni economiche e di categoria (artigiani, agricoltori, commercio, industria, turismo, ecc.);
  • una rappresentanza delle associazioni con finalità culturali, sociali, di difesa dell’ambiente;
  • una rappresentanza di comitati e di forum, tematici, territoriali e urbani;
  • una rappresentanza delle circoscrizioni o assemblee di quartiere, di zona, ecc..
Il nuovo municipio ridefinisce la composizione di questi nuovi istituti ponendo attenzione all’equilibrio fra attori politici, economici e della società civile.
Il superamento della logica di una rappresentanza definita una tantum al momento del voto, ritrovabile nei concetti di partecipazione e di democrazia diretta, permette di produrre politiche pubbliche più efficaci nei confronti dei soggetti ‘diversi’ (spesso coincidenti con soggetti ‘deboli’, sottorappresentati nei luoghi della decisione), coinvolgendoli direttamente nella costruzione degli ‘statuti dei luoghi’ e delle politiche che li attuano”.
(Dalla “Carta del Nuovo Municipio”)
Non è fuori luogo richiamare la “Carta europea dei diritti dell’uomo nella città”:
“1. La città è uno spazio collettivo che appartiene a tutti gli abitanti, i quali hanno il diritto di trovarvi le condizioni necessarie per appagare le proprie aspirazioni dal punto di vista politico, sociale ed ambientale, assumendo nel contempo i loro doveri di solidarietà.
2. Le autonomie locali agevolano con ogni mezzo a loro disposizione il rispetto della dignità di tutti e la qualità della vita dei loro abitanti”.
Nel nuovo Statuto Comunale, così rielaborato, quasi riscritto, non possono essere ignorati i diritti degli immigrati abitanti nella città ed in essa integrati.
L’IDENTITA’ DELLA CITTA’ E LO STEMMA CIVICO
Lo stemma è il “segno distintivo” del Comune ed è disciplinato dal secondo comma dell’articolo 4 dello Statuto vigente. Esso contiene elementi che sono espressione della cultura della guerra (“due cannoni che ricordano la Cittadella fortificata e munita di mura”, la testa di moro che “rammenta l’uccisione di un capo corsaro”) e sono in contraddizione con i commi 4 e 5 del primo articolo, ispirati al principio della cultura della pace, della nonviolenza e dei diritti umani.
Lo stemma, riconosciuto con Decreto del 9 marzo 1935, va modificato attraverso la relativa procedura di legge, depurandolo di simboli che non esprimono i valori di civiltà e cultura della comunità cittadina, per renderlo coerente con l’articolo 1.
La modifica dovrebbe valorizzare l’attività didattica svolta sull’argomento negli anni scorsi in una scuola della Città, promossa dall’Associazione Casa per la Pace “D. A. Cardone”.
Due domande per concludere
Il neoeletto Consiglio Comunale di Palmi saprà rispondere alle domande emerse dalle recenti elezioni amministrative?
Le associazioni cittadine riusciranno a costituire un comitato civico per la raccolta delle firme necessarie per la presentazione al Parlamento della proposta di legge di iniziativa popolare per dare più poteri ai cittadini?
Palmi, 28 agosto 2017
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • FRANCO CASSANO, Homo civicus. La ragionevole follia dei beni comuni, Edizioni Dedalo, Bari, 2004
  • GREGORIO ARENA, Cittadini attivi. Un altro modo di pensare all’Italia, Editori Laterza, Roma-Bari, 2006
  • GREGORIO ARENA-GIUSEPPE COTTURI (a cura di), Come la sussidiarietà può salvare l’Italia, Carocci editore, Roma, 2010
  • ERIKA LOMBARDI-GRAZIA NALETTO (a cura di), Comunità partecipate. Guida alle buone pratiche locali, manifestolibri, Roma, 2006
  • GIULIO MARCON, Come fare politica senza entrare in un partito, Feltrinelli Editore, Milano, 2005
***
Raffaello Saffioti
Centro Gandhi – PALMI
raffaello.saffioti@gmail.com



Lunedì 28 Agosto,2017 Ore: 22:26
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Editoriali

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info