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www.ildialogo.org Rwanda : per vivere bene, siamo tolleranti,di Yolande MUKAGASANA

Rwanda : per vivere bene, siamo tolleranti

di Yolande MUKAGASANA

I cristiani cattolici uccidevano mettendo davanti la Bibbia e la corona del rosario.


Ai miei amici di Pistoia
Ciascuno ha il diritto di manifestare la sua religione con dignità.
Il Rwanda è un Paese multireligioso e ciascuno esprime liberamente la sua fede.
L’abbiamo digraziatamente imparato per averlo vissuto. L’indifferenza, l’odio e il disprezzo dell’altro non possono che condurre alle catastrofi. Questo ci ha condotti al genocidio perpetrato contro i Tutsi nel 1994. Un milione di morti, vittime dell’odio e dell’intolleranza in tre mesi soltanto.
Prima degli anni del 1990, i Tutsi come i musulmani sono stati esclusi dalla vita sociale e politica del paese. I musulmani non hanno subito il genocidio. E durante il genocidio contro i Tutsi, gli assassini membri della comunità musulmana erano molto pochi e per poter participare al genocidio, si sono allontanati dalla loro abitazione per la vergogna di compiere questo crimine in mezzo agli altri musulmani. Il Rwanda era ed è sempre in grande maggioranza cristiano. I musulmani che hanno deciso di compiere il genocidio, si sono messi a fianco dei cristiani che si sono distinti nei massacri. I cristiani cattolici uccidevano mettendo davanti la Bibbia e la corona del rosario.
La comunità musulmana del Rwanda ha ricevuto un premio per non aver partecipato al genocidio.
Il Rwanda è un paese dove la poligamia è bandita dalla costituzione. Malgrado le leggi della religione musulmana che permette loro di avere più mogli, i musulmani rwandesi rispettano la costituzione.
Ecco cosa dice l’art.18 della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
« Ogni persona ha il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; questo diritto implica la libertà di cambiare religione o convinzione come la libertà di manifestare la propria religione o la propria convinzione personale o comunitaria, tanto in pubblico che in privato, per quel che riguarda l'insegnamento, le pratiche, il culto et l'adempimento dei riti ».
Questa dichiarazione data da quando per i cittadini ? E’ stata fatta in Africa, o è stata fatta per gli altri umani senza gli Africani ? Dopo ci si meraviglia se ci sono delle guerre nel mondo e ci si sente indignati, mentre sono gli umani ad essere alla base di ciò che accade loro a causa della loro intolleranza! Comme pensare che si ha valore quando si toglie valore al nostro simile?
Noi possiamo non aiutare gli altri che sono nel bisogno, ma non abbiamo alcun diritto di attaccare quelli che sono ancora umani, per i quali la sventura dei simili diviene la loro sventura. Non abbiamo il diritto di scagliarci contro coloro che condividono le soffrenze degli altri.
Noi siamo creati tutti a immagine del Dio unico verso il quale ci rivolgiamo per ringraziare o chiedere aiuto.
Comme pretendere che amiamo Dio che non vediamo, quando non siamo capaci di amare il nostro simile che vediamo ?
Auguro a tutti di avere un cuore pieno d’amore perché l’odio è un sentimento distruttore, del quale la prima vittima è la persona che lo porta dentro di sé.
Yolande MUKAGASANA
Yolande Mukagasana è una meravigliosa figura di sopravvissuta al genocidio dei Tutsi del Rwanda nel 1994 – che provocò oltre un milione di vittime – nel quale perse i tre figli, il marito e tutti i fratelli e le sorelle. Yolande è divenuta testimone di memoria e di pace – più volte premiata - nel mondo per educare soprattutto i giovani al rispetto della differenza. Per questo ha incontrato molte volte gli studenti pistoiesi e le comunità di Ramini e di Vicofaro. A Pistoia è stata insignita del Premio « Giorgio La Pira » e della targa come « Educatrice ai valori della differenza ».



Lunedì 13 Febbraio,2017 Ore: 16:45
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Mauro Matteucci Pistoia 13/2/2017 21.17
Titolo: Il rispetto della fede dell'altro come valore umano
La lettera ci è stata inviata da Yolande in seguito ai violenti attacchi rivolti a don Massimo Biancalani - parroco di Vicofaro e di Ramini-Bonelle, due parrocchie pistoiesi - in seguito alla sua proposta di costruire una moschea a Pistoia perché gli islamici possano con dignità praticare la loro fede, dato che attualmente sono costretti a pregare in uno squallido stanzone della periferia industriale. Don Biancalani accoglie nelle canoniche delle due chiese circa 25 rifugiati per la maggioranza islamici.
Mauro Matteucci

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