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www.ildialogo.org DIECI COLTELLATE. MINIMA UNA GUIDA AL REFERENDUM,di Peppe Sini

Referendum Costituzionale
DIECI COLTELLATE. MINIMA UNA GUIDA AL REFERENDUM

di Peppe Sini

Intitolare questi brevi ragionamenti "dieci coltellate" è un espediente retorico: a indicare la necessità e l'urgenza di squarciare la cortina delle menzogne ed uscire dalla subalternità al discorso dominante che è il discorso falso e fraudolento della classe dominante che tutte e tutti ci opprime.
Indicheremo qui di seguito tre trappole in cui non cadere (la trappola delle velocità, la trappola del risparmio, la trappola della governabilità), formuleremo tre elogi (del perfetto bicameralismo, della rappresentanza proporzionale, del costituzionalismo nemico dell'assolutismo), dichiareremo tre beni irrinunciabili (la repubblica parlamentare; lo stato di diritto, ovvero la separazione e il controllo dei poteri; la democrazia, ovvero la sovranità popolare) e giungeremo a una conclusione che ci sembra coerente e doverosa: il 4 dicembre votare No al golpe degli apprendisti stregoni; difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana.
E valga il vero.
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1. La trappola della velocità
Quando si prendono decisioni importanti non si discute mai abbastanza. Quando si fanno le leggi, più ci si pensa e meglio è. La democrazia è un processo decisionale lento e paziente; come scrisse Guido Calogero si contano tutte le teste invece di romperle. Solo le dittature sono veloci, velocissime, e il frutto di quella velocità è sempre e solo la schiavitù e la morte di innumerevoli esseri umani.
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2. La trappola del risparmio
Da quando in qua per risparmiare quattro baiocchi occorre massacrare la Costituzione, che è la legge a fondamento di tutte le nostre leggi, la base del nostro ordinamento giuridico e quindi della nostra civile convivenza? Da quando in qua per risparmiare quattro baiocchi occorre distruggere la forma istituzionale repubblicana del nostro paese e sostituirla con la dittatura del governo, ovvero con la dittatura del capitale finanziario transnazionale di cui il governo in carica è servo sciocco? Per ridurre i costi dell'attività parlamentare basterebbe una legge ordinaria che riduca gli emolumenti a tutti i parlamentari portandoli a retribuzioni ragionevoli.
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3. La trappola della governabilità
Ciò che si nasconde dietro la parola magica - ovvero la cortina fumogena - della "governabilità" altro non è che il potere dei potenti di imporre la loro volontà e i loro abusi senza opposizioni e senza controlli. La governabilità non è né un valore né un bisogno in nome del quale devastare la democrazia, lo stato di diritto, i diritti civili, politici e sociali che ad ogni persona appartengono.
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4. Elogio del perfetto bicameralismo
In un parlamento due camere sono meglio di una: se nell'una si commette un errore l'altra può correggerlo; se nell'una prevale un'alleanza di malfattori, l'altra può contrastarla. Due camere si controllano reciprocamente. Così si sbaglia di meno. Benedetto sia il bicameralismo perfetto.
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5. Elogio della rappresentanza proporzionale
In una democrazia il potere è del popolo che lo esercita attraverso i suoi rappresentanti. Il parlamento che fa le leggi in nome del popolo deve essere rappresentativo di esso in modo rigorosamente proporzionale. Se invece una minoranza si appropria della maggioranza dei seggi quel parlamento non è più democratico, diventa solo la foglia di fico di un regime oligarchico. E se il governo si sostituisce al parlamento nella sua funzione legislativa non solo quel parlamento diventa una foglia di fico a tentar di occultare l'oscenità del potere reale, ma quel potere non è più né democratico né repubblicano, è diventato un'autocrazia. Benedetta sia la rappresentanza proporzionale.
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6. Elogio del costituzionalismo, nemico dell'assolutismo
Il fine e il senso di ogni Costituzione è impedire o almeno limitare gli abusi dei potenti. Nelle società divise in classi di sfruttatori e sfruttati, di proprietari ed espropriati, di governanti e governati, chi esercita funzioni di governo è costantemente esposto alla forza corruttiva del potere. Nessun potere deve essere assoluto, ogni potere deve avere limiti e controlli. Benedetto sia il costituzionalismo, nemico dell'assolutismo.
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7. Una repubblica parlamentare, non una dittatura
Se il governo attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale ed il loro "combinato disposto" (ovvero l'effetto sinergico delle norme contenute nelle due riforme) mutila ed esautora il parlamento e si appropria di fatto del potere legislativo e lo somma a quello esecutivo che già detiene, viene meno la repubblica parlamentare. Ma per noi la repubblica parlamentare è un bene irrinunciabile.
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8. Uno stato di diritto, ovvero la separazione e il controllo dei poteri
Se il governo attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale ed il loro "combinato disposto" (ovvero l'effetto sinergico delle norme contenute nelle due riforme) si appropria di fatto del potere legislativo e lo somma a quello esecutivo che già detiene, annienta la separazione e il controllo dei poteri, che sono il fondamento dello stato di diritto. Ma per noi lo stato di diritto, ovvero la separazione e il controllo dei poteri, è un bene irrinunciabile.
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9. Una democrazia, ovvero la sovranità popolare
Se il governo attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale ed il loro "combinato disposto" (ovvero l'effetto sinergico delle norme contenute nelle due riforme) riduce il parlamento a un giocattolo nelle sue mani, si fa un senato non più eletto dal popolo, si fa una camera dei deputati in cui una minoranza rapina la maggioranza assoluta dei seggi, si appropria di fatto del potere legislativo e lo somma a quello esecutivo che già detiene, la sovranità popolare è annichilita e con essa la democrazia. Ma per noi la democrazia, ovvero la sovranità popolare, è un bene irrinunciabile.
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10. No al golpe, difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana
Nel referendum del 4 dicembre si vota per dire sì o no al golpe. Chi vota sì, come vuole il governo degli apprendisti stregoni, accetta il golpe che distrugge il parlamento eletto dal popolo, lo stato di diritto, la democrazia costituzionale. Chi vota no, contro la volontà del governo degli apprendisti stregoni, difende il parlamento eletto dal popolo, lo stato di diritto, la democrazia costituzionale, e quindi si oppone al golpe. No al golpe. No al fascismo. No alla barbarie. Al referendum votiamo No. Senza odio, senza violenza, senza paura. Difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 21 ottobre 2016
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, centropaceviterbo@outlook.it



Venerdì 21 Ottobre,2016 Ore: 23:37
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
maria speranza perna napoli 24/10/2016 09.24
Titolo:Non vinceranno
Forse sono troppo ottimista, il mio nome di battesimo (Speranza) è una "condanna" ad esserlo.....ma sono convinta che vinceranno i NO, non fosse altro per l'ampio schieramento politico che lo sostiene (dalla destra ai grillini), saluti, Maria Speranza Perna

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