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www.ildialogo.org Un problema senza soluzione,di Mario Mariotti

editoriali
Un problema senza soluzione

di Mario Mariotti

Siccome nell'attuale momento storico ci sono molte popolazioni di religione cristiana che vengono perseguitate dai fondamentalisti islamici, ci sono molti cattolici doc che presentano questa situazione come endemica, come se fosse stata una costante della nostra storia la persecuzione dei cristiani, il loro martirio a causa della fede, partendo dall'imperatore Nerone e arrivando a Boco-Aram, al Califfato e via di seguito. Premesso che è inconcepibile che nel XXI secolo si stia ancora ammazzando in nome di Dio, e che questa realtà dovrebbe farci riflettere sulla negatività di tutte le religioni, che a parole dovrebbero unire i popoli nella fratellanza universale, e invece li dividono e servono da pretesto per realizzare gli scopi di mammona. Detto questo, tutta la nostra storia registra, rispetto alla tesi precedente che presenta i cristiani come vittime, esattamente il contrario. I cristiani fecero le crociate non solo contro i nemici della fede in Terra Santa, ma le fecero anche contro quei movimenti cristiani pauperisti che si erano macchiati dell'orribile perversione di prendere il Vangelo sul serio in rapporto alla negatività della ricchezza, condannata dal Vangelo, ma perseguita dal vertice di S.R.Chiesa nel modo più indegno,  squallido e violento.
Le radici cristiane erano presenti al tempo della tratta degli schiavi, del colonialismo e dell'imperialismo europeo; al tempo delle terribili dittature del secolo scorso. Le guerre mondiali sono state innescate da quelle dittature di destra che erano state favorite e benedette dai Concordati fra la Chiesa di Roma e il fascismo (1929), e il nazismo (1933). In Croazia,dal 1941 al 1944 cattolici di Ante Pavelic, benedetti dal beato cardinale Stepinac, massacrarono in nome di Dio centinaia di migliaia di cristiani ortodossi serbi, martiri della fede assassinati da boia della stessa fede.
A tutt’oggi le guerre d'aggressione in Iraq ed Afganistan degli USA, e le loro conseguenze, compresa la formazione del Califfato, se a noi laici appaiono per quello che sono, cioè guerre d'aggressione per il controllo e la rapina delle materie prime giacenti sotto i piedi degli aggrediti, agli occhi degli islamici appaiono anche alla luce di una loro cultura che non separa ancora la religione dalla laicità, per cui tutto quello che l'Islam fino ad oggi ha subito, tutta la violenza di cui è stato vittima dal tempo del colonialismo di ieri al neocolonialismo di oggi, da loro viene visto collegato alla religione degli aggressori, che hanno posto in essere le loro opere pie con la Bibbia in mano e con l'altra mano sul grilletto ...
Non c'è affatto da meravigliarsi se l'Islam ce l'ha con l'Occidente ricco e cristiano, ricco anche per la plurisecolare rapina del Sud del mondo che esso ha praticato con la benedizione, o col silenzio assenso dei vertici della propria religione; e c'è invece da meravigliarsi delle ancora modeste dimensioni del fenomeno terroristico, che avrà un grande futuro se l'Occidente non prenderà coscienza del proprio peccato, non chiederà perdono, e non passerà, dalla rapina, ad una cooperazione pulita che abbassi il livello dei consumi e di sfruttamento del prossimo dei rapinatori ed innalzi le condizioni di vita di quei popoli, spesso ex colonie dei Paesi europei, che in secoli di presenza in quei luoghi, ben poco hanno fatto per la loro crescita sia economica che culturale.
Il terrorismo si vince con la giustizia sociale, con la scuola, prima ancora col lavoro per tutti; e non con le portaerei o gli F.35, strumenti utili solo ad innescare il terrorismo perpetuo. E a proposito delle terribili dittature del secolo scorso, vanno fatte due distinzioni. La prima e quella che esse non sono affatto uguali. Quella nazifascista lavorava per un mondo in cui la razza ariana dei superuomini dominava, e le altre razze o la servivano come serve della gleba (popoli slavi), o dovevano sparire (e brei). Il comunismo, invece, aveva come progetto una società senza servi e senza padroni, cioè la fratellanza sulla Terra, e quest'ultimo era e rimane un progetto evangelico, mentre il nazifascismo era e rimane strutturalmente maligno e blasfemo.
La seconda distinzione è quella che S.R.Chiesa appoggiò quelle di Destra e contrastò quelle di Sinistra, dimostrando così la propria allergia aggravata e continuata al progetto del Signore di una società egualitaria, frutto dell'incarnazione dell'amore e della condivisione nella terra dei viventi, da parte dei cristiani. Al margine va notato che i fondamentalisti islamici ce l'hanno con i cristiani come questi ultimi ce l'avevano con i comunisti, razza che essi sono riusciti a portare ad estinzione, operazione di cui un giorno dovranno rendere conto di fronte all'Altissimo! Dico questo perché questa realtà implica degli enormi problemi, dei quali noi non riusciamo a venire a capo.
Il cristianesimo ha avuto venti secoli per creare una società-fraterna e solidale, e abbiamo la situazione di oggi, con le differenze blasfeme fra i primi e gli ultimi, e con le migliaia di piccini che vengono lasciati morire per mancanza di uno spicciolo. Il comunismo ha provato ad incarnare la giustizia nell'al di qua, in questo mondo; ha usato la violenza per imporsi; ha pagato milioni di vittime per difendersi dal nazifascismo; poi ha rinunciato, tornandosi ad inchinare al capitalismo, cioè a sua maestà mammona.
Se coloro che pensavano, di sé stessi, di essere dei cristiani, si fossero dedicati ad incarnare per propria libera scelta l'amore, e quindi la condivisione, il frutto strutturale di tale scelta sarebbe stato il comunismo, una società senza servi e senza padroni, fraterna, solidale, organizzata secondo un'economia di comunione, nella logica della famiglia, con gli ultimi al primo posto. Non ci sarebbe stato bisogno di Carlo Marx.
Tutto questo però, cari fratelli, è pura fantascienza. La realtà è che la condivisione coatta (comunismo) non funziona; quella che dovrebbe venire scelta in libertà e praticata con amore viene rifiutata da venti secoli; quelli che si appellano al riformismo non si accorgono di correre stando fermi e di avanzare indietreggiando; la pedagogia per favorire la libera scelta di coloro che, per fede, dovrebbero incarnare amore e condivisione una scienza che non riesce a fare dei passi avanti; ci troviamo perciò davanti al problema insolubile di non riuscire a fare un mondo in cui tutti abbiano il necessario e la gioia.
Sia il cristianesimo che il comunismo, purtroppo, hanno fallito; il primo ha affossato il secondo; la tesi di coloro che dicono che essi avrebbero dovuto unificarsi perché, nella sostanza, sono una cosa sola (vedi sottoscritto) non solo non trova proseliti, ma anzi, viene considerata una bestemmia: come faremo a saltarci fuori, dato che la violenza va condannata, e la non-violenza è essa stessa violenta?
Mario Mariotti



Martedì 21 Luglio,2015 Ore: 16:53
 
 
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